Cap. su richiesta!!
Era una serata tiepida, con l'aria fresca che portava con sé il profumo dei fiori e il brusio del locale affollato. Eravamo seduti a un tavolo all'aperto, sotto le luci calde delle lanterne che ondeggiavano leggere sopra di noi. Il ristorante era pieno, le risate e le voci si mescolavano in un sottofondo costante, ma io avevo occhi solo per Vinnie.
Lui era seduto di fronte a me, i riccioli biondi che gli ricadevano disordinati sulla fronte, i tatuaggi che spuntavano dalla camicia a maniche corte. Sembrava sempre fuori posto in un posto così elegante, eppure non riuscivo a immaginarlo da nessun'altra parte. Le donne ai tavoli accanto lanciavano occhiate furtive nella sua direzione, alcune persino sorridendo quando incrociavano il suo sguardo. Non che fosse una novità: con i suoi muscoli scolpiti e quell'aria da ragazzo ribelle, attirava sempre l'attenzione.
«Stanno guardando, eh?» commentai, cercando di scherzare mentre lui si serviva un po' di vino. Un sorriso gli affiorò sulle labbra.
«Ah sì? Chi sta guardando?» domandò, senza alzare lo sguardo dal bicchiere. Ma sapeva esattamente di cosa stavo parlando.
«La biondina lì dietro... e quella mora al tavolo di fianco,» risposi, indicando con un cenno della testa. «Non le biasimo, eh.»
Vinnie sollevò un sopracciglio, appoggiando il bicchiere e guardandomi con quel mezzo sorriso che mi faceva venire voglia di baciarlo e prenderlo a schiaffi nello stesso momento. «Be', non è che siano le uniche a guardare. Tu, da quanto vedo, mi stai mangiando con gli occhi.»
Lo colpii leggermente con un calcio sotto il tavolo, ridendo.
Ma prima che potessi rispondere, sentii un piccolo lamento provenire dal passeggino accanto a me. Abbassai lo sguardo verso Anastasia, la nostra piccola, con quegli occhi azzurri profondi come il mare, proprio come i miei. Si contorceva, il viso arrossato, e prima che potessi calmarla, iniziò a piangere più forte.
«Okay, okay, tesoro, calma,» le sussurrai, sollevandola tra le braccia e cullandola leggermente. Sentivo gli occhi degli altri commensali su di noi, ma non mi importava.
Vinnie, però, sembrava già infastidito dagli sguardi altrui, anche se non disse niente. Mi guardava, con quel suo modo che conoscevo bene, una piega accigliata che gli ombreggiava il viso.
«Devo allattarla,» dissi, sistemandola meglio tra le braccia. «È affamata, come sempre.»
«Va bene, andiamo in macchina allora,» rispose lui, subito, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma io scuotei la testa.
«Perché? Posso farlo qui. È un posto all'aperto, nessuno ci farà caso.»
Vinnie si sporse un po' più in avanti, gli occhi che scintillavano di una gelosia che conoscevo troppo bene. «Chloe, ci sono persone che guardano. Io preferirei—»
«Preferiresti cosa? Che me ne vada mentre tu rimani qui a fare il cretino con le tue ammiratrici?» lo interruppi, alzando un sopracciglio. Cercavo di mantenere il tono leggero, ma dentro di me sentivo già montare la frustrazione.
Vinnie sospirò, passando una mano tra i capelli. «Che cazzo dici? È solo che... non voglio che tutti ti guardino.»
«Non mi guardano loro, stanno guardando te,» ribattei, cercando di trattenere una risata mentre accarezzavo la testolina di Anastasia. «E poi, non è che io sto facendo qualcosa di... scandaloso, Vinnie. È nostra figlia, è normale.»
«Normale? Cosa c'è di normale nel fatto che io debba guardare quei tizi di fianco a noi cercare di guardarti la tetta?» rispose, con un tono che cercava di sembrare leggero, ma io conoscevo bene la sua tensione. Quella vena sulla fronte che gli pulsava ogni volta che si sentiva in difficoltà.
Scossi la testa, cercando di mantenere la calma. «Smettila di essere così geloso, Vinnie. Sono solo degli estranei, non importa cosa pensano.»
Lui si allungò verso di me, abbassando la voce fino a farla diventare un sussurro. «Non capisci, Chloe. Non è di loro che sono geloso. È che tu... tu sei mia. E odio l'idea che qualcun altro possa anche solo...»
Lo guardai, mordendomi il labbro per non ridere. «Vinnie, lo so che ti dà fastidio. Ma sai cosa mi dà fastidio a me? Che tu non riesca a rilassarti mai. Sempre a controllare, a guardare chi ci sta intorno. Non posso neanche allattare nostra figlia senza che tu diventi un mastino.»
«E tu mi fai sembrare un pazzo ossessivo, Chloe,» rispose lui, incrociando le braccia sul petto, ma c'era un sorriso divertito che si faceva largo sul suo volto. «Non posso farci niente se voglio proteggerti da... be', da tutto.»
Gli lanciai un'occhiata, sistemandola meglio in braccio. «Vinnie, se continui così, finirai per farmi scappare davvero, un giorno.»
«Non ci pensare nemmeno,» disse lui, e questa volta il tono era serio, con quella punta di possessività che lo rendeva unico. «Perché se provi anche solo ad andartene, io ti inseguirò sempre»
«Con la tua gelosia, immagino,» replicai, alzando gli occhi al cielo, mentre finalmente Anastasia si calmava tra le mie braccia.
«Con tutto quello che ho, Chloe,» rispose lui, senza nemmeno battere ciglio. «E sì, anche con la mia gelosia.»
Restammo in silenzio per un attimo, lui che mi guardava con quella intensità che mi faceva sentire a casa, e io che cercavo di non arrossire sotto il suo sguardo. Poi abbassai lo sguardo su Anastasia, che finalmente si era addormentata, e sentii il suo respiro regolare contro il mio petto.
Vinnie mi passò una mano tra i capelli, spostandomi una ciocca dietro l'orecchio. «Va bene, resta qui. Ma sappi che non tolgo gli occhi da voi due nemmeno per un secondo.»
Sorrisi, appoggiandomi contro di lui. «Non mi aspettavo niente di meno, Vinnie.» dissi, lasciando scivolare la tensione dalle mie spalle.
Vinnie fece un mezzo sorriso, avvicinandosi ancora di più, fino a sfiorarmi le labbra con un bacio leggero, un bacio a stampo che mi fece chiudere gli occhi per un istante, sentendo la dolcezza del momento.
Quando si staccò, restammo a pochi centimetri di distanza, i suoi occhi scuri fissi nei miei. Sorrisi, con il cuore che batteva più forte, e sollevai una mano, accarezzandogli i ricci biondi che gli scendevano disordinati sulla fronte.
«Sei più bello quando sorridi, lo sai?» sussurrai, lasciando che le mie dita si perdessero tra i suoi capelli. Lui chiuse gli occhi per un attimo, come se volesse assaporare ogni istante, e per una volta, tutta la sua tensione sembrava essersi sciolta.
«Solo se ci sei tu a farmi sorridere,» rispose, aprendo di nuovo gli occhi.
Poi si allontanò leggermente, ma rimase vicino, abbastanza perché potessi sentire il calore del suo corpo accanto al mio. Mi tenne lo sguardo, e io non distolsi il mio, lasciandomi cullare da quell'attimo di pace, mentre Anastasia dormiva tranquilla tra le mie braccia.
———
Ciao a tutti! Sono tornata, anche se non riuscirò a postare frequentemente perché sono impegnata a scrivere un'altra storia. Ho conservato anche le richieste precedenti che devo ancora scrivere, quindi lasciatemi le vostre idee e cercherò di fare del mio meglio!
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Un'oscura storia d'amore
FanfictionSe hai amato "il mio angelo oscuro", sarai felice di sapere che esiste una raccolta di capitoli autoconclusivi che approfondiscono la vita quotidiana di Vinnie e Chloe, tra momenti buffi, piccanti e drammatici! Ma non solo! I due in qualunque occasi...