Anastasia e il fidanzato

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Cap. su richiesta!!

Anastasia mi guardava dritto negli occhi, con quel suo sguardo fermo e serio che usava solo quando sapeva che sarebbe stata dura convincermi.

Incrociò le braccia, come faceva sua madre quando doveva "negoziare" con me.

Aveva preso tutto da Chloe, compresa quella testardaggine che mi faceva perdere la testa.

«Papà, sto solo chiedendo una cosa ragionevole,» esordì, quasi cercando di contenere la voce per non farla diventare una provocazione.

Alzai un sopracciglio, braccia incrociate. «Ah sì? Passare la notte col tuo ragazzo è ragionevole? A diciassette anni?»

Lei sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «Papà, per favore... stiamo insieme da mesi ormai, e tu lo sai che non farei niente di male.»

Dovevo trattenermi per non rispondere con un secco "no" subito. «Anastasia, io non sono d'accordo e non lo sarò mai. Fine della storia.»

«Vinnie...» La voce di Chloe interruppe il nostro scambio, dolce ma decisa. Lei si avvicinò, posando una mano sulla mia spalla. «Magari possiamo trovare un compromesso.»

La guardai, incredulo. Chloe lo diceva sul serio? Lasciare nostra figlia dormire con quel ragazzino?

«Compromesso? Chloe, ma stiamo scherzando?»

«Papà, ti prego!» incalzò Anastasia. «Non è come pensi, non abbiamo... insomma, io...»

Cazzo, non finire la frase...

La voce le si incrinò, e per un attimo sembrò più fragile, meno sicura.

Era ancora una ragazzina, la mia piccola Anastasia, e non riuscivo a sopportare l'idea di perderla, o di vederla crescere così in fretta.

«Non se ne parla,» ribadii. «Siete troppo piccoli per queste cose. E non mi importa niente, ho detto di no»

Chloe sospirò, cercando di mantenere la calma. «Anastasia, perché non vai un attimo di là? Io e tuo padre dobbiamo parlare.»

Nostra figlia mi lanciò un'occhiata furiosa e uscì, chiudendo la porta un po' troppo forte.

La stanza sembrò più piccola senza di lei, ma sapevo che questa discussione era tutt'altro che finita.

«Amore,» iniziò Chloe, la sua voce bassa ma decisa, «lo so che non ti piace l'idea, ma è meglio se lo affrontiamo insieme. È importante per Anastasia sentirsi compresa.»

«Capisco, ma non mi chiedere di lasciarla dormire con lui! No, cazzo!»

«Non dico di mandarla a casa sua, ma di farli restare qui.» Mi guardò con quegli occhi azzurri che mi avevano stregato anni fa e che, ancora oggi, sapevano farmi vacillare. «In questo modo possiamo controllarli, non faranno nulla di brutto, te lo prometto. Non è meglio che accada sotto i nostri occhi?»

Rimasi in silenzio, sospirando.

La logica di Chloe era ferrea, ma il mio istinto gridava il contrario.

«Non mi piace,» borbottai, «ma se dici di poter gestire la situazione...»

Lei annuì, sorridendo appena. «Grazie, Vinnie. Vedrai, andrà tutto bene. Li faremo stare tutti in salotto, li teniamo d'occhio. E magari mettiamo un film, così li facciamo addormentare lì.»

Quando quella sera tornai in salotto, Anastasia e il suo ragazzo erano già arrivati, seduti sul divano.

Lui sembrava a disagio, come se percepisse il mio sguardo che lo studiava.

«Allora, ragazzi,» iniziai, mantenendo la calma ma lasciando intendere che avevo ancora il controllo, «ho deciso di... concedervi il permesso. Dormirete qui stasera, e Chloe ha già preparato tutto.»

Anastasia mi guardò con gratitudine, un sorriso che illuminava i suoi occhi. «Grazie, papà. Ti voglio bene!»

Non risposi, fissando il ragazzo accanto a lei. «Ma ci sono delle regole.» Puntai lo sguardo su di lui. «Le mani al loro posto. Non ci sono eccezioni. È chiaro?»

«Sì, signore,» rispose subito, quasi intimidito.

«Bene,» annuii, cercando di calmare quel senso di fastidio che mi montava dentro.

Chloe arrivò con una pila di coperte e cuscini, distribuendoli sul divano e sul tappeto. «Allora, avete scelto il film?,» disse, cercando di alleggerire la tensione, «qualcosa che possiamo vedere tutti insieme?»

Will, accanto a Vanessa, annuí «The maze runner, il primo.»

Alla fine, tutta la famiglia si riunì intorno al divano, e il film cominciò.

Mi sistemai accanto a Chloe, cercando di rilassarmi, ma non riuscivo a fare a meno di lanciare occhiate furtive verso Anastasia e il ragazzo.

Lui aveva le mani ben in vista, e ogni tanto incrociava il mio sguardo per poi distoglierlo subito, come se non volesse rischiare di irritarmi.

Will e Vanessa, nel frattempo, si erano già rannicchiati tra le coperte e dopo neanche un'ora dal film,msi erano già addormentati.

Anastasia sembrava serena, ma vedevo che ogni tanto si voltava verso di me, come per assicurarsi che tutto andasse bene.

Man mano che il film proseguiva, Chloe cominciò ad appoggiarsi alla mia spalla, i suoi occhi si chiudevano piano piano.

Anche Anastasia e il suo ragazzo, lentamente, sembravano sempre più stanchi.

Quando i titoli di coda iniziarono a scorrere, il silenzio calò sul salotto.

Osservai uno per uno i miei figli e poi il ragazzo di Anastasia, tutti addormentati.

Anastasia era accoccolata vicino al suo fidanzato, il viso nascosto tra le coperte, e lui le aveva passato un braccio intorno, come in un abbraccio inconsapevole.

Mi trattenni dal dire qualcosa, ma dentro di me ribolliva una gelosia sorda, quella che avevo provato anni fa per Chloe, la stessa che ora mi bruciava dentro per mia figlia.

Chloe mi guardò con aria soddisfatta, sorridendo «Visto? Tutto a posto.»

Ma non ero convinto.

Mi alzai lentamente e mi avvicinai ad Anastasia, cercando di non svegliarla.

Presi una coperta e, senza far rumore, spostai il braccio del ragazzo, che scivolò giù senza svegliarsi.

Con dolcezza, sistemai la testa di Anastasia su un cuscino più lontano dal ragazzo, coprendola bene.

Mi fermai per un momento, guardandola.

Era ancora la mia bambina, non importava quanto crescesse o cosa desiderasse.

Anche se quel giorno sarebbe arrivato, per ora, rimaneva sotto il mio sguardo, protetta.

Soddisfatto, mi voltai, spensi la televisione, e lasciai che il silenzio tornasse a riempire la stanza.

«Andiamo a letto anche noi. Il mio lavoro qui è finito.»

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