33

265 6 0
                                    

Alexis's Pov

Mi giro, svegliandomi lentamente, mi sento indolenzita e mugugno qualche lamento, mentre sento una piccola risatina roca vicino a me, mi giro e lo vedo. "Ciao" dico e chiudo gli occhi di nuovo, lui si alza e va in bagno, per poi tornare mentre lo guardo confusa "ti va ti fare un bel bagno rilassante?" Mi chiede e mi accarezza i capelli gentilmente, io annuisco lentamente e mi metto seduta "ti fanno male?" Chiede con un velo di preoccupazione, ma anche di orgoglio e io annuisco, lui annuisce e comincia a massaggiarmi le cosce delicatamente, poi si alza e prepara la vasca, torna da me e mi spoglia, dandomi un bacio. Sento le guance andare a fuoco, lui ridacchia e mi prende in braccio gentilmente, per poi appoggiarmi nella vasca, l'acqua è calda ma non bollente, con una bomba da bagno violetta che ancora si sta dissolvendo, sto per appoggiarmi allo schienale della vasca ampia, quando lui si spoglia in poche mosse e si mette dietro di me. Mi dà un bacio sulla tempia e si appoggia dietro di sé, mentre mi trascina con lui, facendomi appoggiare la schiena contro il suo petto tonico, io chiudo gli occhi e inspiro l'odore dolce di frutti di bosco della bomba da bagno, mentre le sue mani mi massaggiano i muscoli delle cosce. Mi rilasso piano, poi apro gli occhi e mi giro verso di lui, mi sta guardando in un modo che non avrei mai immaginato. Ho il viso ancora sporco di sangue, il collo è parzialmente pulito, lui lascia gli occhi vagare sul mio corpo, ma non sento il bisogno di coprirmi. Mi ammira. "Te l'ho mai detto che sei bellissima?" Mi chiede mentre mi guarda ancora e ancora "si, più volte. Ma non credo di essere uno spettacolo così" rispondo con una piccola risata "ogni volta che ti vedo così muoio dalla voglia di venerarti. Di mettermi in ginocchio e non alzarmi più. Con le guance rosse, il sangue sul viso, le mie mani su di te... Sei la cosa più bella che potesse mai capitarmi" lo dice in un modo che sembra così sincero che il mio cuore perde un battito. Se prima avevo qualche dubbio sui miei sentimenti, ora non ne ho più. "Nathaniel...." Comincio con gli occhi che già dicono tutto, ma lui scuote la testa "non voglio che tu me lo dica dopo un complimento, voglio che me lo dica dopo una litigata, dopo che mi avrai odiato così tanto da volermi morto. Solo così saprai se veramente lo provi" dice sussurrando e io annuisco, pensando a questa cosa.

Non sembra il tipo con cui litigare spesso, o magari non lo conosco abbastanza... Mille pensieri mi vengono in mente, la mano di Nathaniel mi accarezza gentilmente "Ryan di solito mi fermava dal pensare" sussurro, solo dopo mi ricordo della situazione e penso di aver mandato a fanculo tutto, ma quando lo guardo non sembra turbato o tradito. "Io non sono Ryan" dice semplicemente, per poi aggiungere delle parole che mi colpiscono più di quanto dovrebbero "io voglio che tu pensi con la tua testa, non che ti dica cosa pensare". Questa frase mi basta per andare in tilt. Lo guardo turbata, ma lui non esprime molte emozioni, mi giro di nuovo, appoggiandomi di nuovo alla sua schiena. "L'acqua si sta raffreddando, usciamo, dai" mi dice e si alza, si allaccia un asciugamano intorno alla vita e me ne passa uno. Una visione del genere dovrebbe farmi passare di mente tutti i pensieri, ma non è così. Mi asciugo lentamente, rivestendomi e pensando sempre di più. "Piccola assassina, giovedì facciamo a cena a casa mia, con tutte le famiglie, ok?" Mi dice dopo qualche minuto e annuisco. Lui mi bacia gentilmente "va a dormire, io devo parlare con Will e poi andare da mio fratello, ok?" Mi dice ma io lo ascolto a malapena, annuisco. Lui mi lancia un'ultima occhiata, prima di andarsene.

Mi siedo sul letto ancora coi capelli bagnati e sospiro, comincio a guardare un punto casuale nel muro mentre penso a quella frase. "Io voglio che tu pensi con la tua testa, non che ti dica cosa pensare". Chiudo gli occhi ma mi torna in mente. Per quanto questa frase possa sembrare innocente, so che non lo è. Sembrava quasi che rimarcasse qualcosa.... Sospiro e mi sdraio sul letto, mi sento mentalmente e fisicamente troppo esausta per fare qualsiasi cosa, guardo il soffitto e spengo la luce, provo a chiudere gli occhi e dormire, ma niente. Mi alzo e vado in cucina, non c'è nessuno. Mi siedo su una delle sedie dell'isola e prendo un bicchiere d'acqua, cerco di distrarmi da quelle maledette parole, ma niente sembra funzionare. Sento due braccia attorno a me e quasi urlo dalla sorpresa, sento un bacio che tappa la mia bocca e mi calmo quando vedo Nathaniel. "Mi hai spaventata" sussurro, mentre lui ancora mi bacia e ridacchia, annuendo "immaginavo". Ho il cuore che ancora mi batte a mille quando mi abbraccia di più da dietro, io lascio cadere la testa sul suo petto, dietro di me e sospiro. "Non riesci a smettere di pensarci eh?" mi sussurra all'orecchio e annuisco. Lo guardo negli occhi, cercando una qualche risposta che non avevo visto prima "cosa significava quella frase?" sussurro "dimmelo..." lui scuote la testa "voglio che lo capisca tu" io sospiro frustrata e chiudo gli occhi "se è un'accusa per lui-" mi interrompe in un momento "più un'osservazione". "Lui non mi diceva cosa pensare" dico sulla difensiva, mentre ripenso a tutti i momenti passati insieme "ah no?" io scuoto la testa, lui alza un sopracciglio e mi bacia un'ultima volta prima di andarsene. Io resto in cucina ancora quella che sembra un'eternità, poi mi alzo e vado in camera mia, mille flashback mi tornano in testa mentre chiudo gli occhi esausta.

Urla, sangue e dolore. Nero, schizzi di sangue, sento dolore in tutte le parti del corpo, cerco di muovermi, non riesco. Urlo, sudo e cerco di chiudere gli occhi, corro, ma vengo presa, trascinata.

Mi sento scuotere "Alexis" apro gli occhi lacrimanti, vedendo Jace davanti a me, mi accarezza mi capelli gentilmente "sono io, va tutto bene" annuisco e cerco di calmarmi, le lacrime mi rigano gli occhi, appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi prendendo dei respiri profondi. "Non lasciarmi" la mia voce è poco più di un sussurro, mentre qualcosa nel petto mi fa male, quella sensazione di disagio così familiare che mi mangia da dentro, che mi logora. "Mai" la voce di Jace è un sussurro deciso, mentre io scoppio a piangere. Lui mi stringe tra le sue braccia.
Piango finché non ho più lacrime, in silenzio, mentre lui non mi dice mai di smetterla o cose del genere, mi tiene stretta, mi conforta.
Quando finalmente sembro essere più calma lui mi guarda e mi dà un bacio sulla fronte "meglio?" Mi dice gentilmente, con un sorriso e io annuisco piano. "Grazie" dico mentre sono ancora attaccata a lui, annuisce come risposta mentre prendo respiri profondi, fino anche non gli sorrido "sto meglio" dico e mi sdraio sul letto come prima, lui mi accarezza l'attaccatura dei capelli e poi annuisce. "Se hai bisogno sono in camera mia" dice e io annuisco.

Ho gli occhi chiusi, ho dormito poco dall'incubo, e finalmente decido di alzarmi, mi vesto e mi trucco, poi metto dei tacchi non troppo alti e la borsa, scrivo a Nathaniel, gli chiedo come sta Mikael e gli chiedo se posso venirlo a trovare, dopo la sua risposta affermativa avviso tutti e vado a casa Sokov. Entro e saluto la signora Sokov, che sta prendendo un tè mentre legge un libro, continuo sulle scale, finché non incontro un uomo che quasi non riconosco "Nathaniel?" Gli chiedo mentre guardo il viso pitturato e la maschera nella sua mano, diversa dall'ultima volta che l'avevo vista, con degli schizzi di sangue -spero finti- su di essa, l'uomo annuisce e si avvicina a me, mette una delle sue mani grandi sul mio fianco, mi attira a lui, il mio seno si scontra contro il suo petto muscoloso "non ti avevo riconosciuto" gli sussurro e lui mi bacia, un piccolo bacio, ma pieno di affetto. "Ti amo" mi sussurra, ma prima che io possa ricambiare lui mi bacia di nuovo, stavolta in modo più appassionato, quasi disperato. Io sorrido e ricambio con lo stesso entusiasmo "devo andare" mi dice mentre passa le mani sui miei fianchi e poi mi sorride, andandosene. Io sospiro e vedo verso la camera di suo fratello, busso e quando sento un "avanti", entro.
"Hey" lo saluto gentilmente, è seduto sul suo letto, il computer con quelli che credo essere dei compiti sulle gambe, mi guardo attorno, la camera è minimalista, bianca e nera, con un pizzico di Blu. "Come stai?" Gli chiedo mentre mi siedo sulla parte finale del letto, lui sospira e guarda il computer "poteva essere peggio" raggira la domanda in modo vago, senza andare nei dettagli. "Mik..." Lo chiamo, mentre lui fissa un punto sul suo computer "cos'è successo lì dentro?" Gli chiedo in un sussurro e vedo i suoi occhi diventare lucidi "niente" "Mikae-" "è questo il problema. Sono stato senza niente. Niente persone, niente acqua o cibo. Ero da solo" dice poi e io capisco cosa intendeva. La sua paura più grande "hai la sindrome dell'abbandono?" Gli chiedo e lui annuisce, non chiedo il motivo o come gli sia venuta, lo guardo e gli prendo la mano "andrà tutto bene" gli sorrido e lui mi abbraccia, inizialmente mi irrigidisco, ma in pochi secondi lo abbraccio, piange silenziosamente, mentre gli passo la mano tra i capelli e gli bacio la fronte come Jace ha fatto con me stanotte. Si stacca da me e mi sorride gentilmente, sussurrando un "grazie", mentre i genitori gli ricordano dell'appuntamento dello psicologo, lui sospira, con l'aria di uno che preferirebbe fare tutto tranne che quello e mi saluta, mentre io torno a casa.

Never Trust EternityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora