4. Senza confronto

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Quella mattina mi sentivo invincibile o quasi.
L'espressione sconcertata sul suo viso non aveva prezzo.
Entrai nell'ospedale.
-Annie!-
Mi sentii chiamare. Mi voltai. Era Romy.
Le sorrisi.
-Ei!-
Mi raggiunse. Aveva il fiatone.
-Pensavo avremmo lavorato insieme invece neanche il tempo di conoscersi che ti hanno trasferita.- disse.
-È giá non me lo ricordare.- continuai.
Lei mi prese sottobraccio.
-Peró dai, puoi evitare di fingere con me. Com'é lavorarci insieme?- chiese curiosa.
Io la guardai.
-Lavorare con chi?- domandai.
Sperando che non si riferisse a quell'insensibile puttaniere che si spacciava per neurologo.
Lei si fermó.
-Matthew è impossibile non perdere la testa per lui. Così gentile, dolce, romantico, fascinoso, irresistibile...-
Mi voltai.
-Ok ho capito, credo che possa bastare!- dissi.
A parte fascinoso non avevo notato neanche una di quelle caratteristiche citate.
-Dai Annie , con me puoi parlarne. Poi dai lo sanno tutti che adora le tirocinanti, sai nel mio corso tutte sperano di lavorarci insieme. Si mormora che si sia fatto il 30% del personale.-
Fece l'occhiolino.
Io deglutii. Bene non avrei avuto problemi per questo.
-Romy, non è il mio tipo sarà anche un bell'uomo ma non mi interessa. Poi non credo di potergli piacere.- le dissi tranquilla.
Io e il dottor White ci odiavamo.
-Annie guardati sei carina, è andato con dei cessi assurdi. Non è che è già successo qualcosa e non vuoi dirmelo?- cercó di stuzzicarmi.
Io strabuzzai gli occhi. Cosa??
Appunto per quello sono troppo normale per essere notata.
-Ma ti pare, mi ha dato della grassa e dell'incapace. Pensava persino che fossi incinta. Se qualcuno vuole fare cambio, ve lo cedo con piacere.- affermai sicura.
Romy restó ammutolita.
-Io un giretto insieme lo farei, giusto per togliermi lo sfizio.-
Contenta lei. Arrivammo al suo piano.
-Metti una buona parola con Nancy per me, fammi riprendere in reparto!- mi lagnai.
Lei sorrise.
-Resisti ti mancano solo tre mesi, tre mesi di schiavitù!-
Risi.
-Già! Buon lavoro ci vediamo dopo!- la salutai.
Stava per iniziare un'altra giornata. Questa volta peró mi sarei divertita.
-Buongiorno!- dissi allegra.
Le infermiere che erano di turno quella mattina non le avevo ancora mai viste.
-Annie Wolf ?- chiese una delle due.
Con tono gentile. Aveva lunghi capelli biondi e occhi azzurri. A guardarla bene doveva essere affetta da una lieve forma di strabismo. Era piuttosto minuta.
Annuii.
-Bene fa sempre piacere vedere facce nuove- mi sorrise.
Mi chiese di fare alcuni elettrocardiogramma.Di per se la giornata mi sembrò abbastanza calma.
Del dottorino nessuna traccia. Mi sentii sollevata.
Lavorai con piacere, il mio lavoro venne apprezzato.
Finii il mio turno e andai a mensa.
Romy mi stava aspettando lì con altri tirocinanti.
-Te devi essere Annie, la fortunata!- disse una ragazza riccia seduta accanto a Romy che le diede una gomitata.
Non avrei parlato del dottor White ancora una volta, sperai.
Vicino a lei c'era una ragazza bionda che sembrava infastidita.
Io salutai tutti.
-Su Annie, dicci anche te sei tra il 30%, solitamente quando sceglie personalmente una tirocinante, non se la fa mai sfuggire.- disse facendomi l'occhiolino.
Per poco non mi strozzai.
-Mi dispiace deludervi ma non mi ha scelto lui. Gli sono capitata. Poi non andiamo per niente d'accordo è così presuntuoso e odioso.- puntualizzai.
La maggior parte di quei ragazzi mi guardarono con delusione. Solo la ragazza bionda sembrava esserne felice.
-Ve lo avevo detto che ultimamente i suoi canoni si sono alzati!- disse.
Tutti si voltarono verso di lei me compresa.
-Liz solo perchè te lo sei fatto non ti autorizza a farti sentire dio. Poi a quanto ricordo ti è andata anche molto male.
Una sveltina giusto?- si intromise Romy.
Io mi alzai.
-Sentite non mi va di parlare di quell'essere odioso, perció chiunque di voi vuole fare cambio con me e divertirsi al suo fianco, ne sarei più che contenta.- dissi.
Dalle loro facce sembrava che mi avrebbero pagato pur di lavorare con lui. Sia ragazzi che ragazze non vi era differenza.
-Come fai a dire queste cose. È un neurologo esemplare. Dovrebbe essere un onore lavorare con lui.- disse un ragazzo moro.
Sembrava che stessimo parlando di due persone differenti.
Alzai le braccia in segno di resa.

-Bene io iniziò ad andare, non vorrei arrivare in ritardo mi aspetta la mia nuova coinquilina!- dissi a Romy.

Si chiamava Kendra, studiava arte alla Sotheby. Avevo messo un annuncio su internet e quella sera stessa avevo letto la sua mail. Sembrava una tipa a posto nonostante la sua eccentricitá.

Percorsi il lungo corridoio del Saint Keaton, le enormi pareti arancioni del prontosoccorso mettevano quasi allegria. Presi la scala nord così sarei arrivata più in fretta agli spogliatoi.

*****************

Mi voltai col le mani rivolte verso l'alto per dar modo a Kyle di chiudere il camice. Finalmente il cardiologo e l'anestesista avevano preso un accordo che mi avrebbe permesso di fare quell'angioplastica. Il paziente infatti, un uomo di 65 anni era particolarmente a rischio a causa dei suoi problemi cardiaci.   Non operare affatto peró non era affatto un eventualità.

Analizzavo per l'ennesima volta  l'angio-TC, grazie alla quale potevo vedere precisamente dove fosse collocato l'aneurisma.
Era piuttosto frequente come tipologia di intervento, in quel caso però considerati tutti i fattori  la percentuale che il signor Del Mundo non ce la facesse era davvero alta. Lo sapevamo tutti, era inevitabile.
Grazie ad un fattore di cui i medici non parlano mai e che comunemente viene chiamato sesto sesto.
La morte si sente. È come se l'anima in qualche modo facesse una sorta di ultimo saluto a quell'involucro così fragile in cui siamo confinati. Essa si vede negli occhi, si percepisce.
È proprio in quei casi si accende la vera e  sfida tra noi medici e Dio o il destino, o qualsiasi cosa in cui crediate.
Immaginatela come una partita di baseball, un lanciatore e un battitore che si alternano su campo.Per salvarti devi raggiungere la casa base, senza farti eliminare. Quando osservi il giocatore correre capisci già se riuscirà o meno a raggiungere la base, sono pochi i casi in cui qualcuno ti sconvolge in positivo o negativo che sia, cambiando le previsioni. Quelli sono i casi a cui ogni medico aspira, in cui accade l'inspiegabile.
Vedeteci così siamo avidi di sapere, e quando siamo lì in quella sala con le luci puntate su di noi, ci sentiamo Dio, o almeno giochiamo a farlo.
A volte il lato umano si annulla, diventa tutto una sfida personale, una gara, in mia difesa dico che è solo una barriera, toccare la morte con mano, vederla davanti a te può devastarti. Ricordo ogni singola persona morta sotto le mie mani, ma ricorderò a maggior ragione tutti quelli che ho salvato perché è grazie a loro se riesco ad andare avanti.

L'intervento era terminato, era parzialmente riuscito, avevo dissezionato l'aneurisma, ma nell'aprire ne avevamo trovati altri due più piccoli. Ero riuscito a trattare per via endovascolare*  il più grande dei due ma il paziente era entrato in insufficienza cardiaca e ho dovuto richiudere tutto.

Fare la scelta migliore per il paziente o la meno peggio, dipende dal lato della medaglia.

Tolsi i guanti insanguinati.
-Ti sei fermato giusto in tempo, sarebbe andato in arresto!-
Mi voltai verso il cardiochirurgo.
Sottolineare l'ovvio, per carità Verdi era eccellente nel suo lavoro, il migliore dell'ospedale però, ecco non mi piaceva che la gente rompesse in casa mia e in quel momento la sala era la mia casa.

-Ottimo lavoro doc!-
Kyle era al mio fianco, ecco quelle erano il genere di cose che volevo sentire.
Guardai quel corpo inerme, prima di uscire.
Ora toccava a lui lottare, e rientrare in quella percentuale che ti stupisce.

*
Trattamento endovascolare
Il trattamento endovascolare mediante embolizzazione consiste nel rilascio all'interno dell'aneursima di sottili filamenti metallici (spirali in platino), allo scopo di rallentare il flusso ematico all'interno della sacca aneurismatica e di indurne in tal modo la trombosi. Le spirali vengono rilasciate attraverso un microcatetere che, dall'arteria femorale, viene progressivamente condotto sotto controllo angiografico sino al vaso cerebrale da cui origina l'aneurisma.

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