24.Akela "अकेला"

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Sei ore prima del matrimonio...

Matt entrò in sala medici, con il peggior umore di sempre.

Eccolo il coglione!
Pensò trovandosi davanti George.

-Non dovresti prepararti per un matrimonio?- lo stuzzicò.

Mentre riordinava le cartelle che aveva in mano.

-Eh tu non dovresti essere altrove?- continuó l'altro.

Matthew non rispose, il motivo per cui era rientrato prima non era affar suo.

-Ti credevo un amico,  pensavo mi stessi aiutando.- irruppe l'altro.

Il neurochirurgo aggrottò la fronte.

-Sai quando mi hai dato l'invito pensavo alla tua buona fede, non che avessi fatto tutto per spingerla tra le tue braccia. Questa volta mi dispiace non sarai tu a vincere!- continuò George sicuro di se.

Il dottore aveva il testo sterone a palla afferrò l'invito svolazzante tra le mani di George per strapparglielo, quest'ultimo però non lasció la presa.

-Non puoi avere tutto!-
Urló, lo stagista.

Matt dovette chiudere gli occhi per cercare di rilassarsi, evitando così di saltargli addosso.

Non avrebbe reagito a quella provocazione non in quel momento, non in quel luogo.

-È la mia ragazza!- disse duro George.

Matt rise.

-Grazie a me!
Hai fatto tutto quello che io ti ho detto di fare. Sono io che l'ho conquistata, non tu.- ribadì.

In quel momento si rese conto dell'errore che aveva commesso.

Aveva permesso ad una tale nullità di avvicinarsi a lei.

-Che fai White? Corri via? Chiami paparino?-

Matt strinse i pugni e continuò per la sua strada.

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La gola mi bruciava, era il quinto bicchiere di scotch che mandavo giù.
Io mio appartamento era invaso dal fumo del sigaro.

Fiondai l'ennesimo bicchiere sulla parete.

Avevo la testa tra me mani, mi faceva male.

Le lacrime di Jessica, avevo mandato tutto a puttane.

Quella pausa di riflessione forzata.

Gli ultimi anni della mia vita buttati al cesso.

La cosa bella però era che non mi importava, mi sentivo più leggero.

L'unica cosa a cui pensavo era che lei in questo istante fosse tra le braccia di George.

ABBIAMO SCOPATO
SCOPATO SCOPATO SCOPATO SCOPATO SCOPATO SCOPATO

-Basta dannazione basta!- urlai.

Quei pensieri mi stavano distruggendo.

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