5. (In)sensibile

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Avevo passato quella sera insieme a Kendra.
Era strana. Quel genere di strano al confine con l'epico.
Sembrava un personaggio di fantasia di Tolkien, era fantastica.
Capelli biondi con ciuffi sbiaditi tendenti al celeste e al verdognolo, orecchie a punta, piercing al naso e due occhi azzurri sfavillanti.
La conoscevo da qualche ora eppure mi sembrava di conoscerla da sempre.
Non avevo mai riso così tanto.
Ora ero lì alle 5:30 del mattino, ad aspettare che il 584 mi portasse a destinazione.
Non avevo dormito molto quella notte.
Proprio per niente.
Mi ero persino dimenticata di legare i capelli.
Cosa che accadeva raramente. Le mie azioni la mattina erano piuttosto meccaniche.
Scesi dall'autobus proprio difronte al Saint Keaton.
Il vento si divertiva a smuovere i miei capelli, cercai di sistemarli e lo vidi.
Stava scendendo da una moto sportiva dall'aria molto costosa. Nera come la notte con inserti grigi metallizzati.
Si stava ravvivando la folta capigliatura ammaccata dal casco.
Sembrava così innocuo, lontano anni luce dall'uomo arrogante che avevo conosciuto.
Gli passai accanto, indecisa se augurargli o meno il buongiorno.
Nell'indecisione passai avanti.
Non andavamo d'accordo, non avrei voluto rovinare la giornata ad entrambi.
Affrettai il passo così che non potesse vedermi.

Quella mattina ero pronta mezzora prima.
Avevo rinunciato alla colazione con gli altri.
Ero di buon umore non volevo guastarlo con i loro insensati pettegolezzi.
-Buongiorno!-
Salutai le infermiere.
Fanny e una certa Trisha che non avevo mai conosciuto.
-Questa notte è stata assurda, abbiamo avuto un sacco di emergenze.-
Fanny, stava deglutendo, mentre fissava la collega.
Io d'impulso guardai veso la camera del signore Del Mundo.
-Tesoro ha avuto un infarto, questa notte.- mi informó.
Per un piccolo istante le mie gambe traballarono.
Era sempre difficile per me accettare la morte.
-Inizio il giro!- le informai.
Fanny fece per aggiungere qualcosa ma ormai ero partita con il carrello.
Mi ero ormai rifiutata nel mio mondo ovattato.
Avevo iniziato il giro dei letti e la registrazione dei parametri.
Ero stranamente veloce. Dedicavo giusto un tempo sufficiente per assicurare un'accurata registrazione.
Sistemai il carrello e mi assicurai che i dati fossero inseriti correttamente nel database.
In quel momento sentii qualcosa sfiorarmi.
Dei fulmini percorsero il mio corpo,non avevo abbastanza forza per voltarmi a confermare le mie ipotesi.
-Trisha vorrei gli esami che avevo richiesto per i miei pazienti, e essere informato di tutto quello che è successo mentre ero alla conferenza a Monaco.-
La sua voce sensuale riempì la stanza.
l'altra infermiera iniziò a raccontare minuziosamente quello che era successo. Compresa la morte del Signor Del Mundo.
Sentivo le lacrime salire, dovevo concentrarmi e gestire le emozioni.
Chiusi il carrello e mi avviai verso il bagno.
Mi sarei sfogata lì.
Era una cosa più forte di me non riuscivo ad essere superficiale come loro, a parlare della morte di qualcuno con la stessa facilità con cui uno racconta un'uscita ad un pub.
Affrettai il passo non volevo che nessuno mi guardasse in quello stato.
-Fermati!-
Mi voltai.
I suoi occhi verdi-grigi entrarono nel profondo della mia anima.
Stavo sostenendo il suo sguardo.
Era troppo, non avevo le forze. Mi voltai e continuai a camminare.
-Ti vuoi fermare!- continuò variando leggermente il tono della voce.
Mi prese il polso. Io lo strattonai.
-Annie !- mi chiamò.
Sapeva come mi chiamavo, lo aveva fatto. Aveva pronunciato il mio nome in un modo così...suo.
Mi voltai.
Lui si avvicinò e mi alzò il volto per guardarmi negli occhi.
Con l'altra mano sistemó una ciocca di capelli che mi era sfuggita dalla coda.
Il mio respiro era affannoso.
-Lasciami stare!- dissi prima di chiudere gli occhi.
-Ora vieni con me.- disse piano.
Inizió a trascinarmi.
-Vedi di collaborare non ho tempo da perdere.- continuó.
Nonostante per lui fossi un peso, sembró più gentile del solito.
-Non ho bisogno del tuo aiuto.- gli dissi convinta.
In quel momento lui si fermò in mezzo al corridoio.
Mi bloccó al muro.
-Senti, non potrai fare così ogni volta che un paziente muore, è la vita.-
Il mio cuore batteva forte.
Nom avevo bisogno di lezioni di vita da lui era l'unica persona che poteva parlarmi sensibilità.
-Non tutti hanno il cuore di ghiaccio.- gli dissi a denti stretti.
Mi strinse il braccio.
-Sai dopo l'altra sera pensavo di cambiare atteggiamento con te, pensavo di essere stato troppo duro. Invece sei solo una ragazzina.-
I suoi occhi sembravano incandescenti.
Mi lasció e tornó indietro.
Quindi ricordava quello che era successo.
Fu in quel momento che mi accorsi dove mi trovavo.
Era il nido.
Mi aveva portato nel nido.
La vita e la morte.
Mi voleva aiutare sul serio o almeno ci stava provando.
Avrei dovuto chiedergli scusa.
Cercai di raggiungerlo.
Ma ormai era troppo tardi.
Imboccai il corridoio diretta alla sua stanza.
Era chiusa a chiave.
Con io morale a pezzi tornai in infermeria.
-Annie potresti aiutare la signora Smith a terminare il suo pranzo?- mi chiese Lorelain.
Infermiera leggermente sovrappeso era tra le poche che adoravo.
-Certo vado subito!-
Mentre raggiungevo la stanza numero 7 lo vidi. Era con il primario di Cardiologia, il dottor Verdi, che conoscevo bene.
-Salve!- mi salutó il primario con un cenno.
Matthew invece non mi degnó di uno sguardo.
Matthew??
Davvero lo avevo fatto!
Scossi la testa per l'incredulità.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora