8. A. Vs M.

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Quello stronzo non avrebbe avuto alcun potere su di me.

Ero stata tutta la notte a pensare se richiedere o meno il trasferimento da quel reparto.
Mi ero lasciata umiliare gli avevo permesso di prendersi gioco di me.
Avevo avuto un assaggio del potere che riusciva ad avere su di me.

Ora ero davvero una delle tante.

La cosa peggiore era che fossi stata io a volerlo.
Quei suoi modi contraddittori, mi avevano affascinato, non che amassi gli stronzi anzi, però non avrei mai dimenticato il Mat che si era preso cura di me.
Mi aveva affascinata.
Decisi che non avrei chiesto il trasferimento, non ero abituata a scappare. Sarei rimasta lì  davanti ai suoi occhi, prendendomi qualsiasi rivincita.
Volevo essere superiore e lo sarei stata, lo avrei visto tutti i giorni, avrei lavorato con lui.
Avendolo davanti tutti i giorni avrei dimenticato quel Matt che mi aveva tanto incantato, lo avrei fatto per me, mi avrebbe ricordato cosa era capace di fare, non sarei più caduta nei suoi trabocchetti.

-Ei Ann!-
Mi voltai.
-Romy!-
Si sedette vicino a me.
-Come mai tutta sola qui al buio?-
Romy era una di quelle persone sempre positive, non l'avevo ancora decifrata bene.
-Sono arrivata troppo presto e non mi andava ancora di salire in reparto.-
Le dissi.
Lei mi sorrise.
-Sembri stanca? Hai fatto le ore piccole stanotte?-
Scossi la testa.
-Magari oramai vivo solo per questo ospedale.-
Lei rise.
-A chi lo dici. Però quello che dicevo anche con gli altri ragazzi. Dobbiamo divertirci una sera di queste.-
Nonostante fossi una tipa abbastanza amichevole, non avevo stretto amicizie in quell'ospedale.
-Ci vorrebbe proprio.-
Lei mi prese una mano.
-Questo sabato, se organizziamo qualcosa sei dei nostri?-
Al diavolo tutto, avevo bisogno di bere, in più domenica sarei stata libera.
-Certo!- dissi forse un po' troppo convinta.

Quella giornata mi stavano sovraccaricando di lavoro.
Non ero mai stata così contenta, non avevo avuto neanche un secondo per pensare, anche se la gamba iniziava a farmi male.
-Annie, tranquilla vado io, hai fatto fin troppo, riposati un attimo.-
Guardai Sally, dell'equipe infermieristica era la più anziana.
I primi giorni non mi aveva dato molta confidenza, se non fatto alcune piccole critiche, quel commento mi aveva  sorpresa.
-Non preoccuparti, tanto non avevo niente da fare.-
Rilassai le spalle.
Mi stava fissando con i suoi piccoli occhi scuri.
Mi bloccó con un braccio.
-Sei appena tornata da un infortunio , dovresti prenderti più cura di te stessa.-
Mi lasciò lì sull'uscio.
Vidi i suoi capelli argentei che ondeggiavano mentre raggiungeva la stanza da cui era arrivata la chiamata.
Ero quasi tentata di sedermi.

-Che ci fai ancora qui?-
Era tornata.
Mi trascinò verso il divanetto.
-Forza siediti! Sai Annie, mi ricordi molto me da giovane.-
Le sfuggì.

Fu una delle cose più belle che potesse dirmi, sarei stata fiera di diventare un'infermiera come lei.

Poi entró lo stronzo.
Quella mattina lo avevo intravisto solo di sfuggita.
Guardó me per qualche istante per poi passare a Sally.
-Questa ragazza è davvero testarda. Le serve qualcosa dottore?- chiese.
Strinsi le dita della mano attorno al tessuto verde del divano.
Un po' perché ero tesa e un po' per la fitta di dolore che avevo avuto.
-Nono tranquilla devo solo sistemare queste cartelle.- disse lui tranquillo.

Nonostante quello che fosse successo,la mia presenza non lo turbava affatto.

In quel momento entrò dentro l'altro neurologo. Non avevo lavorato molto con lui.

-Sa che non mi intrometto mai, però le vorrei chiedere se invece di chiamare qualcuna di noi oggi potesse, non so, farsi aiutare dalla nostra tirocinante Annie-
Guardai Sally.
Poi Lenner si voltò in mia direzione, non era stato l'unico,con la coda degli occhi vidi che anche Matt mi stava guardando.
-Certo Sally, per te questo ed altro.-

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