Decima Lettera.

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"Cosa ci succede, Troye?

Perchè mi tratti così male?

Perchè te ne freghi?

Perché non capisci?"

"Non lo so" rispose lui ad alta voce, leggendo il decimo biglietto.Lo sapeva, in realtà, ma ammetterlo a sé stesso gli faceva comprendere un minimo la gravità delle sue azioni, e quindi si limitava a negare tutto. Negare.

Tyler era distrutto, sia fisicamente sia moralmente,dato che il coach -il biondo fa calcio da un po' e non solo per guardare il sedere di Troye destreggiarsi durante le partite-gli aveva dato da fare 10 giri di corsa del campo.

Dieci giri di corsa, roba da matti, contando il suo corpicino privo di muscoli.

Moralmente invece, era distrutto da tutta la situazione che si era creata dopo il bacio del giorno prima in cui, non solo Sivan aveva dimostrato la sua stronzaggine più profonda, ma Ty era stato totalmente messo sotto la suola delle scarpe.

Ma perchè non poteva innamorarsi di, che ne so, Luke?Luke, Luke, Luke. Povero.

Crede di avere una possibilità. 

"TyTyyyy" Appunto.

Luke spuntò da un punto indefinito della biblioteca, prendendo di spalle il biondo, che per la paura sbattè la testa sul libro su cui stava sonnecchiando.

"Uhm, ciao Luke"rispose Tyler al solito, dopo essersi ripreso dallo spavento.

"Mi chiedevo..."

"Cosa?"

"Sì, insomma..."

"Sì...?"

Ti andrebbe di uscire con me questo pomeriggio?"

E oh. Tyler non se lo aspettava, aveva già programmato una partita alla play munita di pinta di gelato alla crema dopo il fallimento con Troye. 

Ma, merda, Lui doveva riprendersi in mano la sua vita e quello sembrava un nuovo inizio, da quel giorno non avrebbe dovuto pensare più a due occhi azzurri ma a due castani.

Quindi accettò, sotto lo sguardo estasiato del rosso di fronte a lui, e poi lo salutò con un sorriso tutto fossette mentre usciva dalla biblioteca.

Eppure,sentiva comunque che Luke non fosse quello giusto, che tutto quello non aveva senso, che il suo posto era accanto a Tro-

"Ahia!"

"Stai attento quando cammini, frocio!"

Tyler alzò gli occhi, che prima guardavano il pavimento, per incontrare quelli di...

"T-Troye?" E caspita, non doveva uscire come un singhiozzo ma, cavolo, era Troye e lo aveva appena chiamato frocio.

"Esatto, e ora spostati" Gli diede una spallata, prima di entrare in biblioteca e sedersi vicino a una biondina.

E fa di nuovo male.

Troye non sapeva cose stesse facendo o, per lo meno, lo sapeva ma non aveva molta volontà di affrontare le cose. 

Aveva visto poco prima Tyler sorridere a Luke quindi in lui era scattato uno strano meccanismo di vendetta, e tutto quello a quanto pare riconfermava le sue teorie sul presunto piano dei due ragazzi.

Quindi si era comunque sentito di chiamare Tyler con quel nomignolo che, in realtá, a ripensarci gli venivano i brividi.

Perchè lui non era così. 

Ma doveva, voleva, pareggiare in qualche modo i conti quindi era stato solo necessario.Già, tutto qui.

Purtroppo non aveva avuto il tempo, né il coraggio in realtá, di guardare negli occhi del biondino, altrimenti ci avrebbe letto solo e soltanto disperazione e delusione, sentimenti che in quei giorni colmavano l'animo del ragazzo.

Quando tornò a casa, dopo cinque estenuanti ore di scuola, o prigione educativa come la chiamava lui, si buttò sul letto, non dopo il rituale del bacio con sua madre alla guancia. 

Beh, perchè la mamma é pur sempre la mamma d'altronde. Rimase a poltrire per dieci minuti, finché non si ricordò di avere un appuntamento con Luke e allora si alzò di malavoglia e prese dei vestiti a caso dall'armadio-quelli per la scuola erano sudati e si sa, il sudore maschile non é proprio il massimo-.

Mandò poi un messaggio al rosso,per dirgli di incontrarsi davanti scuola, e l'altro acconsentì. Beh, di certo non si aspettava di trovare davanti a sé Troye, quando arrivò, che piangeva in un angolo del giardino.

Dire che l'appuntamento fu bellissimo e divertente era un eufemismo, dato che Luke ci sapeva fare con Tyler e soprattutto lo faceva sentire apprezzato, una volta tanto.

Andarono al luna park, dove sulla ruota panoramica il biondo si era stretto accanto all'altro ragazzo per la paura del vuoto.

Poi erano andati in un ristorante abbastanza tranquillo, non troppo pretenzioso e con un atmosfera familiare. 

E anche se praticamente quella relazione stava andando al contrario, visto che prima di tutto si erano baciati, al biondo iniziava a piacere quell'aura di calma e simpatia che l'altro emanava.

 Quando tornò a casa, Luke lo lasciò sul portico con un bacio sulla guancia-inutile dire del rossore causato da quel gesto-e una strizzatina d'occhio.Lui gli sorrise, prima di entrare dentro l'abitazione.

Non fece nemmeno in tempo a salire in camera e a levarsi le scarpe che gli vibrò il cellulare.

Da: Troye

Dobbiamo parlare.

E invece no, pensò Tyler, non sarebbe stato disposto un'altra volta a farsi rovinare la vita.

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Ringrazio tutte le persone che stanno seguendo la storia dall'inizio e nonostante i miei aggiornamenti lentissimi ancora mi supportano.

Grazie davvero, e come regalo speciale, vi allego una foto si Troye! x

30 Letters From Nobody × Troyler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora