Diciottesima Lettera.

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Erano le due di notte, quando Troye dovette lanciare un imprecazione per colpa della luce che gli aveva appena accecato l'occhio destro. 

Luce che, a quanto pare, proveniva dal cellulare posto sul comodino che si era illuminato per colpa di una notifica. Il ragazzo sbloccò l'aggeggio, prima di abbassare la luminosità al minimo e leggere il messaggio che gli era arrivato dal suo vicino di casa, un certo Caspar.

"Hey, se tu non lo sapessi, il tuo amichetto Oakley sta facendo fin troppa baldoria in discoteca e ho paura che qualcuno ne possa approfittare.

Ps: so quanto ci tieni ;)"

Tyler si era dato un ceffone in faccia per essersi completamente dimenticato del biondo e così, giusto per controllare le condizioni del piccolo(nel caso non l'aveste ancora capito, in questa storia Tyler è più piccolo di Troye), si infilò velocemente il pantalone di una tuta, una felpa e le scarpe da ginnastica, per poi uscire di casa. 

Mentre guidava verso la discoteca di cui gli aveva parlato Jackie, cercò di calmarsi, in modo tale da non fare cazzate quando sarebbe arrivato nel luogo, se avesse visto qualcuno approfittarsi di Tyler.

Troye, dopo circa venti minuti arrivò all'esterno dell'edificio e, notando che la situazione era tutto tranne che tragica, si calmò un pochino e lentamente uscì dalla sua piccola auto, prima di incamminarsi dentro il locale. Stranamente non c'era un buttafuori o cose del genere, e questo spaventò il ragazzo abbastanza dal farlo sudare freddo.

Insomma, chissà quanta gente senza scrupoli ci entrava, visto che non c'era nessuno a monitorare l'entrata.Il ragazzo quindi si addentrò, facendosi spazio in mezzo a molti adolescenti in preda a crisi ormonali fin troppo evidenti. 

Per fortuna riuscì quasi subito a distinguere una chioma bionda in mezzo alla folla, che girava spaesata e in preda al panico, a quanto pare. 

Troye raggiunse Tyler con non poca fatica e quando arrivò dietro di lui gli prese il polso e senza alcuna spiegazione lo fece voltare e lo portò fuori dal locale.

"Mi spieghi che ci facevi là, da solo?" gli chiese, una volta lontani dal volume alto della musica. "Che ci facevi tu, piuttosto" replicò un Tyler, con i capelli scompigliati e un sorriso ebete sul volto. "Ero preoccupato..." brontolò in risposta. "Aaaaw" Tyler si avvicinò a Troye e lo abbracciò, facendogli percepire il nauseabondo odore di alcool che emanava.

Era ubriaco marcio.

"Dobbiamo tornare a casa, Tyler. Okay? Ti accompagno io. Hai preso tutto? Luke dov'è?" Tyler si passò una mano sulla fronte e disse 

"Luke? Booooooh. L'ultima volta l'ho visto che baciava uno...poi non ricordo" gli rivolse un sorriso con tanto di fossette.

Troye si ritrovò a imprecare tra i denti, Cheryl aveva ragione su tutto, pure su Luke.

Ma se il biondo si fosse scordato di quello che aveva fatto, poi?

Se il giorno dopo si fosse trovato a dormire in un letto non suo (non voleva farlo vedere ad Jackie in quella situazione, già) e avesse fatto delle domande?

Il moro avrebbe dovuto naturalmente dirgli di lui e di qualcuno che a quanto pare stava approfittando della sua semi incoscienza, per poi inserire in modo tattico anche il fatto che Luke non era impegnato con la sua bocca.

Giusto per aprirgli gli occhi.

Sicuramente però, il biondo non gli avrebbe creduto.Ma i suoi pensieri in quel momento dovevano essere incentrati solo sul tenere al sicuro Tyler, che oltre a essere un po' brillo sembrava anche più gentile. Meglio per lui.

30 Letters From Nobody × Troyler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora