Diciassettesima Lettera.

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"Caro Troye, non so con certezza chi ti consegnerà questa lettera.

Forse io, quando deciderò di uscire da questa camera, o forse chiederò a Cheryl.

Oh, Cheryl. Cheryl, che quando ha scoperto della mia cotta per TE l'ha detto a mia madre, che ha detto "Sì, okay, va bene." ma mi ha anche detto che ti sei fidanzato con Cheryl.

Da quanto tempo state insieme?

Quando avevi intenzione di dirmelo? Sono così insignificante? E pensare che io mi ostinavo a credere che un minimo ti piacessi, ma evidentemente era tutta pietà verso di me.

So com'è fatta la gente, so come agisce un cervello, so perché tutto va così male.

Rimane solo una cosa da fare: dobbiamo dimenticarci tutto e tornare amici. Tu starai con Cheryl, io con Luke, che è stato l'unico onesto in tutto questo casino"

Tyler non aveva pianto mentre scriveva quelle righe.

Stranamente, si sentiva forte, una forza che caratterizza chi è abituato a certe delusioni.

Una forza di una persona arresa che alla fine,dopo averci tentato e ritentato, si è stufata e ha detto "Okay. Ormai è inutile."

Sentiva questa forza, Tyler, mentre chinato sulla scrivania si sfogava indirettamente, con uno stupido foglio, l'unico che non avrebbe mai protestato. L'aveva scritta la notte del giorno in cui Troye si era arreso all'evidenza"Ho fatto un danno irrecuperabile."

Il danno era aver ferito il cuore di Tyler.

La mattina del giorno dopo, Tyler scese le scale quasi con un'aria spensierata, sotto il cipiglio confuso di Jackye. 

Aveva passato tutta la notte chiuso in camera, con la luce accesa, e ora come faceva a non morire di sonno?

Beh, la donna sapeva di aver spezzato il cuore di suo figlio dopo avergli rivelato la relazione che Troye aveva con sua sorella e, minimo minimo, si aspettava che il ragazzo rinnegasse qualunque forma di essere vivente, fino a che non lo avrebbe accettato del tutto. Ma, evidentemente, si era sbagliata.

Così Tyler uscì di casa e si diresse a scuola, con un'aria apparentemente troppo tranquilla.

Come al solito, attaccò il biglietto sul banco di Troye e aspettò che la seconda campanella suonasse, prima di sedersi e prestare attenzione al professore che era arrivato in quel momento.

Prestò attenzione fino a un certo punto però, fino a che non vide Troye voltarsi verso di lui con disinvoltura, per poi lanciargli un'occhiata amara.

Le ore erano trascorse velocemente e ben presto la maggior parte degli studenti si ritrovò in mensa, pronti a mangiare quello che là definivano cibo.Insomma, una poltiglia rivoltante.

Tyler cercò con lo sguardo il tavolo in cui era seduto Luke e quando lo trovò si avvicinò al ragazzo, prima di sequestrarlo ai suoi amici e portarlo in un tavolino lì vicino, accanto alla finestra.

"Tyler? Tutto bene?" chiese il rosso, vedendo l'espressione vuota del ragazzo, che subito si apprestò a cambiarla in una più sorridente.

"Sì, sì, stavo solo pensando..." rispose, prima di fargli cenno, per poi sedersi sulla sedia.

"Allora, ti serve il mio aiuto?" Tyler osservò attentamente l'espressione del ragazzo davanti a sè, notando quanto cercasse di essere il più confortante possibile mentre in realtà, sicuramente, avrebbe voluto solo prenderlo per il colletto della maglietta, sbatterlo al muro e chiedergli il motivo per cui lo aveva lasciato in una latrina a piangere.

"In realtà no, volevo chiederti una cosa." "Cosa?" Il biondo prese coraggio, gonfiò un po' il petto mentre respirava, per poi far apparire un meraviglioso sorriso.

"Vuoi essere il mio ragazzo?" (No)

Inutile dire che Luke gli era saltato addosso e, sotto gli occhi di tutti, lo aveva cosparso di baci mentre urlava dei "Sì" esaltati, tanto da fare sorridere ancora di più Tyler.

Lo rendeva fiero farlo diventare così felice e avrebbe volentieri preso pure l'abitudine.

Solo una persona non rideva nel sala.

"E' una battaglia persa già in partenza..." borbottò Troye, sistemandosi nella poltrona sui cui di solito giocava alla Play, affiancato da Cheryl che nel mentre stappava una lattina di Coca Cola.

"Cos'ha fatto questa volta Tyler?" chiese, quasi divertita. Perché già, loro non stavano veramente insieme, avevano approfittato della fiducia di Tyler, inducendolo a pensare che avessero una relazione.

In realtà no, l'unica cosa che al massimo condividevano era l'amore che provavano verso il biondo, anche se in modo totalmente diverso.

Troye le porse la famosissima diciassettesima lettera,

prima di sprofondare nuovamente nella poltrona,stuzzicando con i denti la cannuccia della sua bibita.

Quando la ragazza finì di leggere, Troye le disse 

"L'ha fatto per davvero.

Si è fidanzato con quello là."

Cheryl fece una smorfia di sconforto. 

Non le era mai piaciuta la famiglia di quel ragazzo, il padre spesso tornava a casa a orari improponibili della notte e cominciava a fare rumori abbastanza molesti, senza togliere il fatto che la moglie molte volte usciva di casa con molti lividi.

Ma già, non si deve fare di tutta l'erba un fascio.

"Non so che dirti, Troye" sospirò la ragazza, accavallando poi le gambe.

"Che dici, lo facciamo entrare nel coro di voci bianche?" le ammiccò Troye e lei rise.

"Ci entrerebbe pure senza il tuo intervento, secondo me" "Questa era pesante." Cheryl, quella sera, invitò Troye a cenare a casa Oakley per poi chiamare sua madre e dirle di mettere un posto in più a tavola. Così, dopo essersi vestito decentemente, il ragazzo chiuse la porta di casa e salì in macchina insieme alla ragazza, per poi guidare fino a casa sua.

"Mamma, perché hai messo quattro posti se ti ho detto di metterne uno in più?" chiese la bionda, entrando in casa. "Che bel modo di salutare" la rimproverò Jackye, girandosi verso i due e mostrando un sorriso bianco a Troye. "Dai, non fare la difficile." "Tyler non cena con noi, stasera." Louis sentì una specie di dolore nel petto, che gli provocò una piccola smorfia.

Era deluso, sicuramente, anche se Tyler non aveva promesso a nessuno che sarebbe rimasto a cena, quindi che motivo aveva? 

 "Mamma, io esco!" salutò il ragazzo biondo dalla porta, non accorgendosi per niente della presenza di sua sorella e del moro, che intanto stringeva i pugni in malo modo. 

 "Divertiti con Luke!" esclamò la donna, prima di sentire il botto della porta che si chiudeva. 

 Alla fine, da quello che la donna gli disse a tavola, Troye scoprì che quella sera Tyler era stato invitato da Luke ad andare in discoteca, una nuova, un po' in periferia.

Il ragazzo si appuntò mentalmente il nome, in caso sarebbe dovuto intervenire, d'altronde sapeva quanto il biondo odiasse quel tipo di locali.

Troppo rumorosi e troppo alcool. 

 Alcool che lui non reggeva. 


***

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Love you all xx

30 Letters From Nobody × Troyler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora