Venticinquesima Lettera.

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"Tyler! Svegliati!"

Tyler, disteso sul letto sfatto in camera sua, stropicciò gli occhi.

La scuola era finita da due settimane e lui si ritrovava a invidiare il periodo in cui doveva fare una marea di compiti. 

Almeno avrebbe saputo cosa fare!

Ora, invece, se ne stava in panciolle tutto il giorno, aspettando che Troye gli spedisse news sul suo viaggio in Francia.

Già, la famosa città dell'amore aveva colpito anche il cuore del moro che in men che non si dica aveva prenotato tutto, dall'aereo all'hotel, ed era partito lasciando il suo fidanzato in balia della noia.

Gli sarebbe piaciuto andare a fare un giro con Pew, un ragazzo simpatico e dalla risata pronta che si era trasferito da poco nel suo quartiere, ma purtroppo non rispondeva a vari messaggi e chiamate.

Probabilmente stava giocando al pc o era ancora nel mondo dei sogni.

Quindi non poteva fare niente, se non fissare con aria lugubre il soffitto sopra la sua testa e dire a Cheryl di abbassare il volume della tv.

Almeno sua sorella aveva qualcosa da fare tutto il giorno, alias fissare in maniera maniacale il piccolo schermo nella sua camera.

Tyler scosse i capelli e con uno sbuffo uscì dal letto, muovendo cautamente gli arti intorpiditi.

Si stiracchiò e con un gesto secco aprì la porta della camera, per poi scendere le scale e guidare letteralmente il suo corpo ancora mezzo addormentato in cucina.

Sua madre era occupata a preparare una strana brodaglia ai fornelli anche se era estate, e non si curò neanche di dare il buongiorno a suo figlio.Tyler sbuffò, poi prese una tazza e ci buttò dentro i cereali per la colazione.

Senza Troye sembrava che le sue giornate non avessero colore e che la vita avesse perso il suo sapore.

In realtà il biondo era anche leggermente arrabbiato con lui.

Almeno avrebbe potuto dirgli che sarebbe partito, invece no.

Gli aveva solo telefonato e aveva descritto come era riuscito ad accaparrarsi i biglietti e la camera nell'hotel in tempo record, senza chiedere a lui cosa ne pensasse.

Naturalmente Tyler non gli aveva detto niente.

Era già da un po' che il moro farneticava su Parigi e su come gli sarebbe piaciuto visitarla, era diventata un po' come un sogno nel cassetto, quindi non gli sembrava molto gentile smontargli i piani.

E poi non gli andava di litigare.La loro relazione filava liscia come l'olio; Luke non si era fatto più sentire, Tyler e Troye si amavano incondizionatamente e andavano oltre alla gente che li prendeva in giro.

A quanto pare la gente non aveva il cervello abbastanza sviluppato per accettare un amore un po' diverso rispetto ai propri standard.

Tyler finì l'ultima cucchiata di cereali e mise la tazza nel lavabo, passando accanto a sua madre.

Jackie, in quel momento,si stava girando con un bicchiere d'acqua in mano e si scontrò contro il braccio del figlio.

"Tyler, stai attento! Oltre a non fare un cavolo tutto il giorno rompi pure i bicchieri!"Il ragazzo non rispose.

Fece finta di non sentire le lamentele di Jackie e uscì in giardino, con ancora il pigiama indosso.

Erano le dieci di mattina e faceva caldo, il cielo era terso e di un azzurro intenso.

Tyler si sedette su una sedia e poggiò i gomiti sul tavolino di plastica che aveva davanti, domandandosi perché ultimamente gli andasse tutto storto.

Almeno ci fosse stato Troye!

Il moro lo avrebbe consolato, coccolato e gli avrebbe fatto spuntare le profonde fossette sulle guance con qualche battuta oscena.

Ma lui non c'era. 

Già.

In quel momento sentì un urlo e poi gli arrivò una busta per le lettere in testa. 

Guardò in alto e notò i capelli biondi di Cheryl volare oltre la finestra.

Poi la faccia della ragazza spuntò totalmente.

"Quella è per te! Stava nella mia posta" disse.Tyler corrugò la fronte, pensando che sua sorella fosse pazza. 

Poi fece passare lo sguardo sulla lettera.

La carta era leggermente gialla e aveva dei bordini colorati.

Rigirò la busta e notò il suo indirizzo scritto in stampatello, in quella che sembrava la grafia di Troye.

Subito un sorriso spuntò sulla faccia di Tyler. 

Allora si era ricordato di lui!

Con veemenza scartò la busta, poi aprì la lettera e lesse.

"Caro Tyler,

Parigi è fantastica!

Secondo me l'ameresti, anche se da quando sono qua è venuto giù il cielo.

Ha piovuto tre volte e non parlo di pioggerella fine, ma di veri e propri acquazzoni.

Comunque, credo che la proprietaria dell'hotel si sia scocciata di me.Victoria (si chiama così) mi chiede praticamente ogni giorno quando ritornerò nella cara e vecchia Londra!

Io le rispondo sempre che ho deciso di stabilirmi qua, nel suo hotel.

Scherzo! Torno tra qualche giorno.

(Beh, contando il tempo che ci mette a spedire la lettera potrei essere già là! ).

Ho visitato un po' tutto qua.

Comunque scusami se non mi faccio sentire ma ho scoperto che pago un sacco se chiamo da qui e il credito del cellulare è praticamente finito! 

(Ti chiamerei dalle cabine telefoniche ma non ne trovo una funzionante, boh).

Ora me ne vado, che devo scendere a fare colazione.

Ti amo anche da qua!

Troye xx"

Tyler sorrise, chiuse la lettera e si alzò. 

Avrebbe sicuramente fatto visita a Pew.

Sapere che Troye sarebbe tornato presto gli aveva improvvisamente fatto tornare il buon umore.


30 Letters From Nobody × Troyler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora