I giorni che seguirono all'incontro con Silas passarono in fretta.
Tra il lavoro al ristorante, a cui si era aggiunta la preparazione per la festa di anniversario, e la sistemazione della mia casa, il tempo sembrava volare. Avevo cercato di concentrarmi il più possibile sui lavori da fare, permettendo così alla mia testa di restare concentrata solo su una cosa, evitando distrazioni.
Soprattutto se la distrazione aveva occhi scuri e profondi che sembravano scrutare ogni angolo del mio essere, capelli corvini e mossi che cadevano elegantemente sul suo viso, dandogli un tocco di fascino in più. Un sorriso accattivante, che portava il mio cuore ad accellerare, come se ogni battito fosse sincronizzato con la curva delle sue labbra. E soprattutto un fisico statuario, con una corporatura scolpita e delle spalle ampie a cui avresti voluto aggrapparti e non staccarti più.
Quindi mi ritrovai a tinteggiare tutta la casa con una vernice antimuffa di un bianco luminoso, facendo sembrare le stanze più grandi e rendendole più accoglienti. Poi era il turno del frigorifero e ricordandomi un video tutorial visto anni fa, avevo scoperto che il ronzio era dovuto ad una valvola sporca. Dopo aver pulito la ventola e le bobine, avevo rimontato tutto, notando con soddisfazione che il rumore non c'era più. Al suo posto solo un silenzio rilassante.
Infine, armata di una chiave inglese e alcune nuove guarnizioni, mi ero occupata del lavandino che gocciolava in bagno. Gran parte del lavoro era stato fatto. Ora mancava la parte che mi piaceva di più: arredare.
Settimana prossima sarei andata a fare un giro tra i mercatini dell'usato per vedere se trovavo qualcosa di interessante.Mentre sistemavo gli addobbi al ristorante, la mia mente era completamente assorta nei dettagli delle decorazioni. Quando avevo proposto a Carlos, il proprietario del ristorante: un uomo sui sessant'anni con i capelli grigi, di occuparmi delle idee per la festa del trent'esimo anniversario del ristorante, avevo pensato rifiutasse. Con mia enorme sorpresa, con un sorriso bonario sulle labbra mentre ascoltava la mia richiesta, aveva accettato, lasciandomi carta bianca.
Carlos e sua moglie, Isabella: una donna sulla cinquantina, lunghi capelli castani e occhi verdi brillanti, avevano aperto il ristorante trent'anni fa, partendo da un piccolo locale alla conduzione familiare. Lo gestivano solo loro due, mentre i loro due figli, Anna e Lucas, giravano per il mondo, cercando di salvare vite. Entrambi avevano scelto di dedicare le loro competenze e il loro tempo al lavoro umanitario. Magari un giorno potevano tornare e aiutare i loro genitori con l'attività, ma per ora, il mondo era il loro campo d'azione.
Sicuramente questo desiderio di aiutare il prossimo non era nato dal nulla. I loro genitori erano sempre pronti a dare una mano e sostenere chiunque ne avesse bisogno, con la loro gentilezza e calore umano che li portava ad essere amati da tutti.
Forse per questo mi avevano accolto qui subito senza fare troppe domande. Avevano visto qualcosa in me, forse il riflesso della stessa determinazione e del bisogno di trovare un luogo sicuro che aveva guidato la vita dei loro figli.Guardai la lista degli addobbi scelti per la festa. Disposi ghirlande di luci colorate lungo le pareti, drappi di seta color avorio appese ai soffitti e centrotavola raffinati con orchidee bianche e candele profumate per ogni tavolo. Dando all'ambiente una sofisticata bellezza, con un tocco di lusso che rispecchiava l'importanza della celebrazione.
Ogni volta che mi immergevo nel mondo della ristrutturazione e dell'arredamento, venivo travolta da un sentimento di pura estasi e meraviglia. Questo universo di colori, forme e materiali rappresentava per me una sinfonia visiva, un poema in divenire. Ogni pennellata di vernice, ogni tessitura e ogni dettaglio architettonico erano come versi di una lirica che cantava di trasformazione e rinascita.
Il processo di ristrutturazione era per me un rito alchemico, dove il vecchio e il trascurato venivano trasmutati in nuovo e splendente. Era un dialogo intimo con gli spazi, un modo per restituire loro un'anima e un'identità. Quando riparavo un muro, ridipingevo una stanza o restauravo un mobile, non mi limitavo a migliorare l'aspetto fisico di un luogo; infondevo vita, carattere e una storia da raccontare.
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Over Again
ChickLitElara White era pronta a ricominciare la sua vita da zero, a costo di fare le carte false, letteralmente. Si ritrovava quindi in una nuova città, con un nuovo nome e un nuovo taglio di capelli, pronta per iniziare il suo nuovo lavoro. C'era però u...