Capitolo 8

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Avrei voluto dire che organizzare quella festa stava filando liscio, ma avere a che fare con Evelyn Wood era risultato più difficile di quanto sembrasse

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Avrei voluto dire che organizzare quella festa stava filando liscio, ma avere a che fare con Evelyn Wood era risultato più difficile di quanto sembrasse. Evelyn era come una regina senza corona, sempre pronta a impartire ordini e a mettermi i bastoni tra le ruote. Ogni sua azione era un colpo ben assestato alla mia pazienza, ogni suo sguardo un giudizio.

Quel mattino, ero immersa nella pianificazione della festa insieme a Thomas, l'esperto di illuminazione, e Emily, la decoratrice floreale. Stavamo discutendo su dove appendere i lampadari di cristallo e posizionare gli arredi per la serata elegante. Le stoffe preziose, scelte con cura, erano sparse ovunque, pronte per essere drappeggiate con grazia sui tavoli.

La porta si spalancò ed Evelyn entrò con la sua solita aria di autorità. "Questo non andrà bene qui," dichiarò, puntando un dito verso un drappo di seta che avevamo appena sistemato.

Poi, un camion consegnò un ordine di stoffe che non avevo richiesto. Con le sopracciglia aggrottate, chiesi spiegazioni. Emily, visibilmente a disagio, mi confessò che Evelyn aveva cambiato l'ordine.

Sentii la mia pazienza erodersi come una scogliera sotto l'assalto incessante delle onde. "Thomas, Emily, lasciateci sole un momento," dissi, cercando di mantenere la calma.

Quando i tecnici se ne furono andati, mi girai verso Evelyn. "Perché è stato cambiato l'ordine?" domandai, la mia voce tagliente come una lama.

"Oh, non è nulla," rispose lei con un sorriso falso. "Il fornitore ha detto che questo era l'ordine corretto."

"Non è l'ordine corretto," ribattei, cercando di trattenere la rabbia. "Ho passato giorni a scegliere quelle stoffe."

Evelyn si avvicinò, mantenendo la sua compostezza. "Sai, cara, capisco che tu abbia delle idee, ma questa festa è importante per la nostra famiglia. Non possiamo permetterci errori."

"Errori?" ripetei, sentendo la mia voce tremare di frustrazione. "Non ho fatto altro che seguire le indicazioni di Silas e i miei progetti. Se c'è un problema, avrebbe dovuto parlarne con me direttamente."

"Parlare con te?" Evelyn rise, un suono freddo e tagliente. "Non dimenticare il tuo posto, Luna. Sei qui per lavorare, non per comandare."

Respirai profondamente, cercando di non perdere il controllo. "Non dimentico il mio posto, signora Wood. Ma se continuo a trovare ordini cambiati e decisioni prese senza il mio consenso, sarà impossibile realizzare qualcosa di coerente e magnifico."

Proprio in quel momento, Silas entrò nella stanza. Ogni volta che lo vedevo, il mio cuore batteva più forte. Era impossibile concentrarsi quando lui mi guardava così, con quegli occhi penetranti che sembravano scrutare oltre la mia superficie, cercando di svelare ogni mio segreto. Il suo sguardo era come un faro, luminoso e irresistibile, che mi rendeva difficile respirare.

"Che sta succedendo qui?" chiese, notando la tensione palpabile tra me e sua nonna.

Feci un passo indietro, cercando di mascherare la mia frustrazione. "Nulla," risposi, cercando di suonare convincente. "Solo qualche disguido con gli ordini."

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