"Non vai da nessuna parte finché non mi darai ciò che mi ha preso!" La sua voce era un ruggito carico di odio, impregnata dell'odore rancido dell'alcol e del sudore.
Sentii il peso schiacciante del suo corpo su di me, come un masso che mi soffocava, mi imprigionava. La paura si trasformò in un grido strozzato, ma mi preparai a girarmi, a combattere, a non cedere.
Eppure, improvvisamente, il peso svanì. Sentii un tonfo, uno schianto che riecheggiò nella stanza, e girandomi di scatto vidi Silas.
Era sopra di lui, un animale in preda alla furia, le mani che si abbattevano sul volto dell'uomo come martelli.
Il suo sguardo era una visione atroce, i suoi occhi fissi sull'obiettivo con una determinazione spaventosa.Ogni colpo era accompagnato da un ringhio sordo, una manifestazione di rabbia pura e incontrollata. Il sangue schizzava sotto i suoi pugni, il viso dell'uomo si trasformava in un ammasso informe di carne e sangue. Silas non si fermava, ogni colpo era più forte del precedente, come se volesse spazzare via ogni traccia dell'esistenza di quell'uomo.
lo restai li, paralizzata, il mio respiro incastrato nella gola, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena. Lo sguardo di Silas era come un vortice di odio e protezione, un contrasto violento e disarmante. C'era qualcosa di ipnotico nel modo in cui continuava a colpire, come se fosse consumato da un'ira che non poteva più controllare.
Realizzai l'orrore di ciò che stava accadendo. L'uomo sotto di lui era ormai inerme, il suo viso una maschera di sangue e lividi, ridotto a una poltiglia informe.
Non c'era più alcuna minaccia, solo un corpo devastato dalla violenza."Silas, fermati!" Urlai, ma la mia voce sembrava non raggiungerlo. Sembrava perso in una dimensione tutta sua, un luogo dove l'ira governava e la ragione era soffocata.
Mi avvicinai a lui, il cuore che mi scoppiava nel petto, e lo scossi con una mano tremante. "Silas, basta! Lo ucciderai!
Finalmente, il suo sguardo si alzò, come se si fosse svegliato da un incubo. I suoi occhi incontrarono i miei, e per un attimo non ci fu altro che silenzio tra di noi. Quegli occhi che poco prima avevano brillato di una furia cieca ora erano pieni di confusione, come se non riuscisse a comprendere cosa fosse successo, cosa avesse fatto.
"Si merita questo," mormorò, la sua voce un sussurro rauco, quasi incredulo, come se stesse cercando di convincere se stesso. "Stava per farti del male."
Mi avvicinai ancora di più, il cuore pesante per il dolore e la paura, ma anche per la gratitudine. "Silas, sto bene. Grazie a te, sto bene."
Lui si alzò lentamente, con movimenti rigidi, come se fosse stato appena liberato da una catena invisibile. Poi, senza dire nulla, mi afferrò e mi tirò verso di sé, stringendomi in un abbraccio così forte da togliermi quasi il fiato. Sentii la tensione nel suo corpo, i muscoli tesi come corde di un arco, ma anche il calore della sua protezione, della sua presenza. Il suo petto si alzava e abbassava rapidamente contro il mio, e io continuavo a ripetergli che stavo bene, cercando di calmarlo, di calmare anche me stessa.
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Over Again
ChickLitElara White era pronta a ricominciare la sua vita da zero, a costo di fare le carte false, letteralmente. Si ritrovava quindi in una nuova città, con un nuovo nome e un nuovo taglio di capelli, pronta per iniziare il suo nuovo lavoro. C'era però u...