Mancavano due settimane all'evento. Queste tre settimane erano state intense sotto tanti punti di vista, e finalmente stavo arrivando a una conclusione. Nonostante questo, sentivo una strana sensazione allo stomaco, un misto di sollievo e malinconia. Era la sensazione che accompagnava la fine di qualcosa di grande e significativo. Ogni dettaglio delle decorazioni e degli allestimenti era stato curato meticolosamente. La mia dedizione e il mio impegno avevano trasformato quel luogo in un'opera d'arte, ma sapevo che tutto ciò segnava anche una chiusura più profonda: la fine del mio coinvolgimento con Silas.
Osservavo i tecnici che sistemavano le illuminazioni, le luci che si accendevano e spegnevano in sequenza, creando un gioco di ombre e luci che danzavano sul soffitto. Mi girai lentamente, lasciando che lo sguardo abbracciasse tutto il lavoro che avevo fatto fino a quel momento. C'era un'immensa soddisfazione in ciò che vedevo, un senso di compimento che raramente avevo provato. Ogni fiore, ogni drappo di tessuto, ogni piccolo dettaglio parlava di ore di lavoro e di passione.
'Quanto ne sarebbe stata fiera mia madre,' pensai, e un dolore acuto mi trafisse il cuore. Mia madre, la donna che mi aveva insegnato a sognare in grande, a vedere la bellezza anche nei momenti più bui. Ricordo ancora la sua voce dolce che mi sussurrava storie prima di dormire, la sua risata contagiosa che riempiva la casa di vita. Se solo potesse vedere ciò che avevo creato, se solo potesse essere qui per condividere con me questo momento.
Cosa avrebbe pensato della mia vita, di come ero cresciuta e di dove mi ritrovavo ora? Avrebbe approvato le scelte che avevo fatto, le battaglie che avevo combattuto? Mi chiedevo se avrebbe capito quanto avevo lottato per arrivare qui, per costruirmi una vita lontana dall'oscurità da cui ero scappata.
Ripensai al quartiere malfamato dove ero stata catapultata, a quel senso di abbandono che mi aveva segnato profondamente. Pensavo che l'inferno fosse stato trovarmi lì, tra gente che non aveva nulla da perdere e tutto da prendere. Ma avevo capito che l'inferno vero era stato il dopo, il cercare di costruirmi una vita in mezzo a ricordi dolorosi e a ombre che non mi avevano mai lasciato.
Mi ritrovai a stringere i pugni, cercando di combattere le lacrime che minacciavano di sgorgare. Avevo imparato a controllare le mie emozioni. Non potevo permettermi di crollare ora, non quando tutto stava finalmente andando per il verso giusto. Dovevo essere forte, per me stessa e per il lavoro che avevo fatto.
Proprio in quel momento, il telefono vibrò nella mia tasca, destandomi dai miei pensieri. Era un messaggio di Sam. Mi dava l'indicazione del posto dove dovevamo trovarci. Oggi avremmo controllato la casa di suo fratello per vedere se trovavamo qualcosa, anche se sicuramente chi lo cercava aveva già provato a frugare ovunque. Ma Sam voleva provarci, e io non potevo lasciarla da sola in questo.
Osservai ancora una volta il lavoro fatto fino ad ora, respirando profondamente e mi diressi verso l'uscita per raggiungere l'indirizzo che mi aveva dato Sam. L'aria fredda mi colpì subito appena uscii, il freddo era tagliente, penetrante, un'eco dell'inverno che si stava rapidamente avvicinando.
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Over Again
ChickLitElara White era pronta a ricominciare la sua vita da zero, a costo di fare le carte false, letteralmente. Si ritrovava quindi in una nuova città, con un nuovo nome e un nuovo taglio di capelli, pronta per iniziare il suo nuovo lavoro. C'era però u...