Capitolo 16

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8 anni fa

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8 anni fa

Stavo guardando i bambini giocare dalla finestra dell'orfanotrofio, il vetro appannato dal mio respiro. Fuori, il cortile era un teatro di urla gioiose e risate fragorose. I bambini si rincorrevano in un gioco di acchiapparella, i loro visi arrossati dal freddo e dall'eccitazione. Tra loro c'erano Tommy, con i suoi capelli rossi disordinati e lentiggini sparse sul viso, e Chloe, una bambina robusta dai riccioli castani e gli occhi verdi scintillanti. Tommy era il più veloce, sempre pronto a prendersi gioco degli altri con un sorriso furbo, mentre Chloe era più cauta, spesso rideva di cuore quando qualcuno inciampava, ma non si tirava mai indietro nel dare una mano a rialzarsi.

Osservavo la scena con un distacco gelido, come se quella finestra fosse una barriera tra il mio mondo e il loro. La mia attenzione fu distolta quando sentii una presenza accanto a me. Era Lily, una bambina di un anno più giovane di me, con grandi occhi marroni e capelli neri lucenti. Era vivace e curiosa, sempre pronta a fare domande indiscrete. "Che guardi a fare se poi non vuoi mai unirti a giocare?" chiese, inclinando la testa con un sorriso malizioso.

Scrollai le spalle, una risposta silenziosa che ormai era diventata abituale. Non c'era nulla da dire, nulla da spiegare che Lily potesse capire. Lei non si lasciò scoraggiare dal mio silenzio e continuò: "Oggi una famiglia è venuta a prendere Matt."

La notizia mi fece voltare verso di lei. Matthew era un ragazzo alto e magro, con un sorriso contagioso e capelli biondi sempre in disordine. Aveva una gentilezza innata che lo rendeva amato da tutti. "Chi l'ha preso?" chiesi, la voce un filo di curiosità che tradiva la mia indifferenza.

"Una famiglia molto gentile," rispose Lily con entusiasmo. "Sembravano anche ricchi. Avevano vestiti eleganti e una macchina grande e lucente. La mamma indossava un cappotto di lana con dei bottoni dorati, e il papà aveva un orologio che brillava al sole."

Scrollai di nuovo le spalle. Non c'era bisogno di spiegare a Lily qualcosa che lei stessa avrebbe capito presto. Ero lì da due anni, un dato di fatto che mi pesava come un macigno sul cuore. All'inizio, ogni volta che qualcuno veniva a visitare l'orfanotrofio, speravo fosse il mio turno. I miei capelli biondi lunghi, i miei occhi azzurri sembravano inizialmente attrarre i visitatori. Ma poi, quando scoprivano la mia età e notavano il mio sguardo vuoto, lasciavano stare. Troppi problemi per loro. Era una routine dolorosa, che mi aveva insegnato a non sperare più.

"I bambini grandi come noi non vengono presi da nessuno," dissi con amarezza, guardando Lily negli occhi. "Situazioni come quella di Matthew sono rare. In due anni, ho visto solo un'altra adozione simile, e quel bambino aveva otto anni."

Lily abbassò lo sguardo, un'ombra di tristezza attraversò il suo viso. Tuttavia, con la tenacia tipica dei bambini, alzò nuovamente la testa e, con un tono determinato, disse: "Qualcuno arriverà per noi due, Elara. Ne sono sicura."

Scrollai le spalle ancora una volta, cercando di mascherare l'ondata di emozioni che mi travolgeva. Lily non poteva capire la profondità del mio dolore, la delusione che aveva scavato un abisso nel mio cuore. Eppure, non potevo impedirle di sperare. Forse, in quel piccolo orfanotrofio freddo e grigio, la speranza era tutto ciò che le restava.

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