Bussò alla porta della camera di Drake, anche se era aperta. «È permesso?» chiese.
Il ragazzino stava disteso sul letto, a pancia in giù, i piedi penzoloni, il profilo rivolto verso la finestra che si apriva sulla parete opposta. Aveva acceso l'abat jour: una lampada a forma di dinosauro che diffondeva nella stanza una tenue, aliena, luce verdognola.
Lo vide stringersi nelle spalle. La stanza non era troppo ampia, la cosa più grande, anche lì, era la finestra che dava sulla strada, ma dalla quale poteva scorgere solo qualche grattacielo in lontananza e una porzione di cielo. Arredata con colori tenui, restava una delle zone dell'appartamento meno da “rivista”: c'erano dei vestiti abbandonati sul pavimento, qualche pupazzo, decine di dinosauri di plastica dal buffo aspetto minaccioso. E c'erano delle fotografie, poche, ma stavano rinchiuse all'interno di cornici dai colori sgargianti, sistemate sulla superficie della scrivania posta sotto la finestra.
Sospirò ed entrò in camera. Detestava quel genere di situazioni: di certo non era la persona adeguata per affrontare discorsi consolatori. Non sapeva consolare, non sapeva mai quali parole usare, quale tono dare loro per tentare di apparire il più empatico possibile. Aveva compreso che Drake non era stato troppo felice delle battute della nonna, ma la sua sensibilità finiva lì.
Si poteva considerare parte del suo lavoro? Beh, almeno provaci.
Sedette ai piedi del letto, sul bordo, e il materasso in memory foam si plasmò sotto il suo peso, rischiando di farlo scivolare sul pavimento. Tentò di mettersi il più comodo possibile, senza invadere troppo gli spazi di Drake. «Tutto bene?» il ragazzino si strinse di nuovo nelle spalle. Non sarebbero andati molto lontani di quel passo. Doveva approfittarne? Non avrebbe potuto, lo sapeva – lasciarlo insoddisfatto e solo, in quel momento, non gli sembrava la cosa più sensata da fare. «Tua nonna stava scherzando.»
Drake grugnì di frustrazione e si mise a sedere al centro del letto. Incrociò le gambe, si tolse le scarpe, lanciandole con scarsa grazia sul pavimento. Prese a fissarlo con una certa ostilità. Aveva intenzione di sfogare su di lui la rabbia accumulata a causa di Martha? Benissimo. Il panico tornò a fare capolino, aumentando la velocità dei respiri. Scoprì così di non essersi ripreso del tutto dal confronto telefonico con Sasha: il malessere era ancora lì, sullo sfondo, ma, in realtà, lo sapeva bene, erano anni che depositava le sue particelle marce alla base, una alla volta, in ogni respiro, in ogni battito di ciglia che nascondeva frammentari e fugaci pensieri – ricordi che non volevano più essere tali.
Non era dell'umore adatto per prendersi cura di un ragazzino arrabbiato. Magari, se lo fai sfogare... Avrai tempo per leccarti le ferite, dopo. Come sempre.
Rimandare a dopo – una tattica che aveva già sperimentato essere assolutamente fallimentare, ma su cui continuava a incaponirsi. Sospirò. «Sul serio, ...»
«No, non credo.» lo interruppe il ragazzino e incrociò le braccia sul petto, distogliendo lo sguardo da lui. Prese a contrarre le dita di un piede, fissandole con estrema attenzione. «La nonna lo dice sempre: ci può essere un solo uomo nella vita di una persona.»
«Sì, mi pare l'abbia già detto anche a me.»
«Perché non si vuole legare più a nessuno, no? Dopo che è morto suo marito...»
«Tuo nonno?»
Drake si strinse ancora nelle spalle e prese a pizzicarsi le dita dei piedi da sopra i calzini. «Non l'ho conosciuto, è morto prima che Blaze ci adottasse.»
«Ah, ma...»
«Anche Blaze è vedovo.»
I pensieri si azzerarono all'istante. Clare non me l'aveva detto, questo. Aggrottò la fronte. Non l'avrei mai pensato. Si era convinto, grazie alle pochissime occasioni in cui avevano interagito tra di loro, che Blaze Morante fosse troppo preso da se stesso e dal proprio lavoro per avere una relazione – aveva dato per scontato che fosse sempre stato così, ma, si rese conto, in quel momento, che doveva averlo interpretato paragonandolo a se stesso, in riflesso ai propri perché preferisse sfondarsi di lavoro anziché intrecciare relazioni. «Non lo sapevo.»
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FIREFLY ~ Una Luce Nel Buio
ChickLit«Mi piacerebbe riuscire a non farti sentire più solo. Mi piacerebbe che trovassi qui, con me, il tuo posto nel mondo.»