Il periodo era finito. Il giorno prima era stato l'anniversario della morte di Paul. Di mattina si era recato al cimitero, nel pomeriggio si era rinchiuso nello studio di casa, facendo finta di essere oberato di lavoro – stentava a credere che Martha se la fosse bevuta, ma, per fortuna, non aveva infierito con le sue solite battutine stupide, lasciandolo in pace. Ogni tanto si pentiva nel continuare a ospitarla in casa propria, ma era pur sempre sua madre – ed era anche una donna sola: capiva bene come si sentiva, anche se lo dimostravano in modi diversi. A sera, invece, si era impasticcato per bene, abbandonandosi a un sonno profondo. Aveva saltato pranzo e cena, però, perciò quella mattina si era svegliato affamato.
Aveva ordinato una porzione doppia di pancakes, uova strapazzate e bacon, frutta fresca, una centrifuga, e due donuts.
«Mi spieghi come fai a ingurgitare tanto cibo e a restare sempre in forma?» borbottò Albert, bevendo con poco entusiasmo la sua centrifuga di verdure.Sollevò un sopracciglio e gli rivolse un sorriso tirato. «Genetica.»
«Figurati se queste fortune capitano anche a me!» esclamò Vashti.
«Tu non avevi un padre culturista...»
«Che c'entra tuo padre con te? Era lui il culturista, o ti sei abbonato a qualche palestra, in tutto questo tempo che non ci hai dato tue notizie?»
Ignorò la frecciatina. «Genetica, te l'ho detto. Niente palestra, non ho tempo per andare in palestra.»
«Io ci vado tutti i giorni e non posso permettermi comunque di strafogarmi come fai tu, è un'ingiustizia!»
«Ma stai uno schianto, amore!» intervenne Clare, accarezzandole un braccio in maniera affettuosa. «Staresti benissimo anche con qualche chilo in più.» e le accostò alle labbra un cucchiaino del proprio gelato. La compagna rispose con una smorfia, ma il suo sguardo rimase apatico come sempre, anche se accettò il gelato.
«Ti do una mano a finire!» disse Marissa, allungando una forchetta verso i suoi pancakes.
Le rivolse un'occhiataccia e allontanò il piatto da lei appena in tempo. «Non ho bisogno di aiuto.»
«Dai, lasciatelo in pace!» si intromise Luke, allungando un braccio sulla spalliera della sedia di Marissa, accarezzandole un fianco in punta di dita. «Che poi la prende come scusa per darci ancora buca.» altra frecciatina.
Com'è che sono tutti contro di me, oggi?
Sarà perché sei sparito per due mesi?
«Sì! Per carità, grazie, avvocato, per averci concesso udienza. Ne siamo davvero onorati!» disse Vashti senza entusiasmo, rivolgendogli uno sguardo severo.
Blaze finì di divorare uova e bacon, passò ai pancakes. «Sono stato molto impegnato, non erano scuse.» borbottò tra un boccone e l'altro.
«Così impegnato da non riuscire a rispondere neanche in chat?» chiese Albert. Intuì che l'amico si stava rivolgendo a lui in modo più pizzicante del solito, non sapeva spiegarsi, però, se ciò era dovuto al fatto che era sparito dalle loro vite, oppure perché invidiava ancora di più il suo metabolismo, in quel periodo, dato che era in piena dieta ferrea.
Intercettò lo sguardo di Clare, per sbaglio, e subito la vide distogliere l'attenzione da lui. Non avrebbe avuto bisogno di beccarla arrossire per comprendere che si sentiva in imbarazzo, e forse un po' in colpa, anche, per aver fatto da tramite di informazioni tra lui e il resto del gruppo, senza il suo permesso. Era il motivo per cui gli altri, dopo un mese di silenzio, avevano smesso di cercarlo, non ne dubitava, il suo istinto non si sbagliava neanche in quelle occasioni.
Si sentiva meglio? No: più come se fosse stato investito da un camion, ma da questo poteva rialzarsi, da questo era diventato bravo a ripartire. Non era come quando si trovava costretto a rivivere, tramite ricordi e sensazioni, i mesi della malattia di Paul, la sua morte. Toccava il fondo, in quel periodo, ma era il viaggio verso il fondo quello che più gli faceva male. Dopo era sempre più semplice rialzarsi, quando sapeva che più giù di così non sarebbe potuto andare.
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FIREFLY ~ Una Luce Nel Buio
ChickLit«Mi piacerebbe riuscire a non farti sentire più solo. Mi piacerebbe che trovassi qui, con me, il tuo posto nel mondo.»