«Tu? A me?»
Sempre più allibito, stupito. La sua voce incredula faceva a pugni col suo sguardo colmo di ilarità, così schifosamente divertito.
Si stava prendendo gioco di lui. Non gli credeva, non credeva che Gabriel avrebbe potuto reagire. Ma aveva fatto male i suoi conti. Era vero che gli aveva permesso di farsi forte di tali convinzioni, ma non si stava più parlando di lui. Di lui che era un vigliacco, di lui che era così abituato a quei tormenti. Di lui che non aveva mai visto alternative nella propria vita mediocre e insignificante. No. Sasha aveva messo in gioco Lucy. E aveva commesso un errore madornale.
Nascose le mani nelle tasche dei jeans e strinse con forza il cellulare che si trovava dentro una di esse. «Tu avvicinati a lei e giuro ti strappo la giugulare a morsi.» non sapeva neanche da dove venissero fuori parole tanto vivide e violente, così estranee al suo io, alla sua indole.
Sasha sgranò gli occhi allibito, ancora, e rise, ancora divertito. «Non saresti in grado di alzare un dito senza che prima io te lo spezzi.» e tornò a farglisi vicino.
«Tu mettimi alla prova...»
«Ancora?» lo interruppe. «Sono anni che ti metto alla prova. Sei così vile! E stupido, anche.»
«Potrai continuare a minacciarmi in ogni modo. Esci pure quelle dannate foto con cui mi ricatti da quella notte!» tuonò. «Ma non osare avvicinarti a lei...» si interruppe, qualcosa nel suo sguardo catturò la sua attenzione e ricordò le ipotesi di Blaze riguardo quell'aspetto della vicenda. «Non esistono, vero?» sibilò. Si avvicinò a lui con l'intenzione di afferrarlo e scrollarlo con forza, ma non voleva dargli alito di potersi dipingere come vittima in alcun modo. «Non esistono!»
«Era divertente pure guardarti mortificare all'idea che potessero diventare pubbliche.»
«Mi hai mortificato in ogni modo possibile! Mi hai minacciato, picchiato, stalkerizzato, manipolato, fatto terra bruciata intorno per anni! Mi hai rubato la vita per anni! Non c'era bisogno di inventarsi pure cazzate!»
«A me sembrava che ti piacesse un mondo... questo nostro giochetto sadico.»
Non è mai interessato a nessuno di me, neppure a me, ma questo lo tenne per sé. Non aveva intenzione di ammettere ad alta voce di non aver mai lottato soltanto perché convinto di non meritare altro. Di essersi sentito così solo e perso, persino, da aggrapparsi a lui, ai suoi radi momenti di calma, pur di lenire la solitudine. E lui ne aveva approfittato, ne aveva fatto il suo pupazzetto, aveva tentato in ogni modo di calpestare la sua umanità e di renderlo la propria bambola. Gabriel, come sempre, avrebbe continuato a sopportarlo, ma adesso c'era Blaze. E Blaze lo faceva sentire amato, teneramente. Lo faceva sentire importante, per davvero. Lo faceva sentire un essere umano. «Per questo torni sempre da me?» domandò e il mondo parve fermarsi. «Sono così speciale, per te?» nessuno era intervenuto, a nessuno sarebbe mai importato niente di lui, ma a Blaze sì.
Non gli importava più che si sentisse solo in quel preciso istante, perché sapeva di essere da solo, di dover contare sulle proprie forze, ma fuori dalle sue grinfie, solo, non lo era più. Aveva troppo da perdere per permettergli ancora di sopraffarlo.
«Sei solo una troia.»
«Non sei più tornato nel mio letto, però.» dentro si sentiva andare in mille pezzi, eppure, era pronto a scommettere che niente di tutto ciò trapelò dalla propria voce, anzi, questa gli era arrivata alle orecchie gelida e pacata, come forse non lo era stata mai, priva di sfumature e di qualsiasi indizio sui suoi reali sentimenti.
Era bravo a fingere, era anni che fingeva di stare bene. Stava sperimentando e stava riuscendo a fingere pure di sentirsi forte abbastanza da tenergli testa. Non era vero, ma non era neppure utile che Sasha lo sapesse.
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FIREFLY ~ Una Luce Nel Buio
ChickLit«Mi piacerebbe riuscire a non farti sentire più solo. Mi piacerebbe che trovassi qui, con me, il tuo posto nel mondo.»