21. Infinite sfumature di grigio e frustrazione

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Blaze uscì dalla camera da letto di Gabriel, chiuse piano la porta dietro di sé e davanti a sé trovò Martha ad attenderlo. La donna gli rivolse uno sguardo truce, Blaze sospirò e scosse la testa. «Ha bisogno di riposare.»

Martha si batté le mani sui fianchi. «Ha bisogno di uno psicologo.»

«Non credi che ci abbia già pensato? Ne conosco uno da quando portava il pannolino...» disse con tono ironico e dovette sforzarsi per parlare a bassa voce, per evitare di disturbare il giovane nella stanza.

«Albert! Non mi sembra una grande idea.»

Blaze scosse la testa, si passò entrambe le mani tra i capelli, grattandosi la cute con stizza. La precedette nella zona giorno, aprì il mobile bar e ne tirò fuori una bottiglia di vino. «I ragazzi?»

«Lucy è rimasta a dormire dalla sua amica, ha chiamato prima di cena per avvisare.»

«Sai che non mi piace che resti fuori casa durante la settimana!» protestò, sempre tentando di modulare il proprio tono di voce su note non troppo alte.

Martha fece roteare gli occhi, un vizio che Lucy aveva acquisito da lei, fatto proprio, e che non gli piaceva affatto quando entrambe lo manifestavano contro di lui, come se fossero palesemente scocciate da ciò che diceva o faceva. «È in vacanza pure lei...!»

«Drake?»

«Dorme nella sua stanza con Oscar. Quando siamo tornati e ha percepito la tensione si è un po' preoccupato, ma era stanco, si è addormentato quasi subito.»

Annuì. «Meglio.»

«Non cambiare argomento.» si versò da bere, ne versò pure per lei e le offrì il calice. «Preferisco il bianco, lo sai. Con questo caldo, poi!»

Fece una smorfia, travasò il contenuto del calice che aveva riempito per lei nel proprio, aggiungendolo al vino già presente, e ne bevve un lungo sorso. «È una situazione delicata ed io mi fido soltanto di lui. Ha fatto miracoli con me!»

«Non direi proprio. Albert dovrebbe essere obiettivo e non può esserlo sapendo chi è Gabriel, c'è un conflitto di interessi. C'è stato anche con te.» e lo indicò con un dito.

«Si sono frequentati anni fa e non ha funzionato.» bevve un altro po', anche per scacciare dalla mente quell'ultimo pensiero. «Rimane un professionista.»

«Perché lui, perché non un altro psicologo?»

«Te l'ho detto perché.» ribatté stizzito, scosse la testa e si abbandonò sul divano.

«Vorrei dei risultati migliori, stavolta.» e incrociò le braccia sotto al seno, assumendo un'aria di sfida.

«Non è stata colpa sua. Non ero pronto, allora.»

«Ora lo sei?»

Ignorò la domanda. Non sarebbe mai stato pronto per uno psicologo, sia che quello fosse stato Albert oppure qualcun altro. Blaze conosceva bene i suoi demoni, li guardava dritto negli occhi ogni giorno, ci dialogava; durante il Periodo ci affogava dentro. Sapeva quali erano i suoi mali, quali erano le soluzioni, era il coraggio di dire "basta" a mancare. Lottare per Gabriel, però, stava sconvolgendo le sue percezioni, aveva capovolto le sue priorità: non aveva più tempo per piangersi addosso, per limitarsi a rimuginare sul problema. Doveva agire. Quella situazione poteva rivelarsi salvifica pure se stesso.

Si premette due dita sulle palpebre, riaprì gli occhi e la visione si fece appannata per qualche istante. «Non affiderei Gabriel a nessun altro che Albert.»

«Oh, tesoro!» esclamò Martha con tono rassegnato. Sedette al suo fianco e gli batté una mano su una coscia.

«Albert è una brava persona. Mi ha presentato Paul, mi è stato sempre vicino. Aiuterà anche Gabriel.»

FIREFLY ~ Una Luce Nel BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora