Blaze Morante era una persona fin troppo irritante.
Superficiale, spocchioso, arrogante.
Che cosa, Clare, ci trovasse di così irresistibile in lui restava un enorme mistero.
Certo, aiutava il fatto che fosse dannatamente affascinante, ma era un fascino costruito, fin troppo pieno di moine, di sorrisi finti, sguardi studiati fin nei minimi dettagli: trasudava falsità da ogni poro – era quasi pronto a scommettere che pure la sua bellezza non fosse reale, ma costruita ad arte, magari tramite l'ausilio di ripetuti interventi di chirurgia estetica. Uno che guardava così tanto alle apparenze da averne fatto il proprio biglietto da visita, la propria caratteristica distintiva, non aveva proprio nulla a che vedere con lui. Continuava a non comprendere per quale motivo Clare si fosse impegnata tanto per farli incontrare.
L'incontro era avvenuto, si era rivelato presto una delusione, ma era stato assunto – e questa era stata una sorpresa inaspettata. Aveva tentato di mettersi in cattiva luce con quell'uomo, provocandolo per essere subito scartato insieme ai candidati mandati via senza un perché, e invece era stato assunto. Non aveva ancora compreso come fosse stato possibile ottenere un esito di quel tipo, soprattutto quando lui stesso si era remato contro, ma si trovava seduto sul sedile posteriore di un'auto nera – all'esterno tanto lucida da potersi specchiare sulla carrozzeria –, a disagio, mentre scivolava sui rivestimenti di pelle, le mani saldamente strette tra di loro, tra le ginocchia, le spalle tese; uno strano tipo che guidava e due ragazzini, seduti di fronte a lui, che lo squadravano dalla testa ai piedi in silenzio, con evidenti espressioni di sfida.
La ragazzina poteva avere sì e no quattordici anni, lineamenti orientali, lunghi capelli neri, le braccia sottili incrociate sul seno acerbo, e gli occhi scuri che lo scrutavano dandogli l'impressione che lo stesse studiando in attesa di scoprire quale fosse il suo punto debole, di modo da poterlo colpire in maniera mortale senza margini di errore.
Non comprendeva tanta ostentata ostilità, non gli aveva neppure rivolto parola, né un saluto, aveva iniziato a guardarlo in quel modo nello stesso istante in cui era entrata in auto all'uscita da scuola, quasi senza sorprendersi per la sua presenza.
Che fossero stati avvisati della sua assunzione?
Il ragazzino, invece, di forse otto anni, aveva uno sguardo che voleva apparire sì, di sfida, da vero duro, ma che cozzava con l'insicurezza profonda che traspariva da ogni suo più piccolo movimento: l'odore di imbarazzo gli arrivava alle narici come un profumo inconfondibile.
Batté le palpebre un paio di volte, mentre il bambino rivolgeva uno sguardo di sottecchi in direzione della sorella, la quale rispose aggrottando le sopracciglia, e il fratello la imitò, incrociando le braccia sul petto. Benissimo. Tentò di sorridere. «Ciao.»
«Alla buon'ora.» ricordava di averli già salutati quando erano entrati in auto, senza ottenere risposte, che la ragazza se ne fosse dimenticata, oppure lo stava rimproverando per essersi deciso a parlare di nuovo dopo più di venti minuti di viaggio, imbottigliati nel traffico losangelino dell'orario di punta, tra clacson furiosi e aria condizionata sparata a palla?
Aveva i polpastrelli gelidi, la pelle freddata dallo sbalzo termico, si sentiva come se lo avessero rinchiuso dentro una cella frigorifera da vivo.
Odiava i ragazzini. Odiava Blaze Morante che lo aveva assunto senza una logica, e odiava Clare per averlo cacciato in quella situazione.
Le persone erano belle soltanto da lontano o da dietro a uno schermo – e, a volte, neppure in questi casi – ma da vicino proprio no. «Il tuo nome?»
«Mio padre non te l'ha detto?»
A malapena si è presentato lui e ha fatto presentare me. «Non abbiamo avuto tempo, era molto impegnato con il suo lavoro.»
![](https://img.wattpad.com/cover/371123844-288-k983648.jpg)
STAI LEGGENDO
FIREFLY ~ Una Luce Nel Buio
ChickLit«Mi piacerebbe riuscire a non farti sentire più solo. Mi piacerebbe che trovassi qui, con me, il tuo posto nel mondo.»