CAPITOLO 21

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*Denise pov*

Purtroppo Dusan ha segnato all'inizio 5 gol ad inizio campionato, poi si è fermato per pubalgia è tornato ed ha fatto doppietta contro la Salernitana e poi da lì si è fermato.

Dusan: la smetti di raccontarmi cazzate - urla, da quando è iniziato questo periodo quasi nessuno crede più in lui e nemmeno lui stesso-
Denise: e tu la smetti di rispondermi così?
Dusan: e tu smettila di raccontare cazzate
Denise: per me non sono cazzate io ci credo che tu segnerai, non ti devi scoraggiare
Dusan: non mi dovrei scoraggiare? difficile visto che ogni notifica che mi arriva sul telefono siano insulti
Denise: ed è là che la gente sbaglia
Dusan: fanno bene - dice nel mentre si alza e si avvicina alla porta -
Denise: dove vai?
Dusan: vado a fare una passeggiata, torno tra poco
Denise: ma sono le 2 di notte
Dusan: ti prego ne ho bisogno.

Non rispondo, lui apre la porta ed esce.
Dusan in questo periodo non lo capisco.
Chiamo Federico Gatti sperando di non svegliarlo perché ho bisogno di parlare e sfogarmi con qualcuno.

Gatti: pronto che succede - risponde tutto assonnato -
Denise: è diventato intrattabile
Gatti: chi Dusan? lo è sempre stato, però per questo è amico mio
Denise: sono seria, adesso il signorino è sceso a fare una passeggiata perché "ne ha bisogno", non posso più essere io a credere per tutti e due.
Gatti: hai ragione, però guardalo non sorride da troppo Denise
Denise: ed io vorrei aiutarlo, ma lui non si fa' aiutare
Gatti: l'unica cosa che ti posso dire è che il tempo sistemerà tutto
Denise: va bene, grazie lo stesso.

Stacco senza dargli il tempo di rispondere, vado in camera da letto e mi ritrovo una lettera sul letto:

"Cara Denise, anzi cara Desi
ti voglio chiedere scusa per tutto questo periodo, che è solo colpa mia, in certi momenti vorrei prendere, partire e abbandonare tutto, ma sono un professionista e non posso farlo.
Scusa per tutte le volte che urli e per tutte le volte che io non ti ascolto.
Ti amo." ~Dusan

Le lacrime iniziano a rigare il mio viso, ormai sono le 3 e Dusan non è ancora tornato, così lo chiamo.

Dusan: che succede?
Denise: torna, sto in pensiero
Dusan: in realtà sono fuori da 10 minuti, ma non riesco a bussare.

Stacco subito ed apro la porta e trovo Dusan seduto con uno scatolo con due cornetti dentro, mi rendo conto che ha pianto perché lo scatolo hai dei punti bagnati, ecco perché non riusciva ad entrare.

Denise: non volevi entrare perché stavi piangendo?
Dusan: io, no no, non ti preoccupare - entra dentro -
Denise: Dusan se tu non mi dici cosa provi in questo momento non ti posso aiutare
Dusan: non ti preoccupare - scende giù e va in palestra - se vuoi puoi andare a dormire.

Io veramente non lo capisco.

Il giorno dopo appena sveglia non mi sarei mai aspettata ciò che avevo di fronte a me.

Denise: Dusan che succede?
Dusan: Denise io non voglio vederti così, penso sia meglio lasciarci
Denise: Dusan ma- mi interrompe -
Dusan: voglio vederti sorridere, io sono un peso per te, non pensare che io non sia triste, io ti amo Denise, ma è proprio per questo che ti voglio lasciare
Denise: ma Dusan tu parti da una base sbagliata, tu non sei un peso
Dusan: Allora diciamo che ci prendiamo una pausa, io ti lascio la casa non voglio crearti problemi, io vado nell'hotel della Juve
Denise: Dusan
Dusan: Denise ti prego -disse aprendo la porta-.

Appena lo vedo fuori mi affaccio alla finestra e lo vedo mi invia un bacio ma io mi volto.

mi dispiace per i nostri due protagonisti.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto per il prossimo.

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