CAPITOLO XIII

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NARCISSA

E se è tutto un sogno, che
importa. Mi piace e voglio
continuare a sognare
LUIS SEPÚLVEDA

Non so che problemi abbia James, ma la mattina a scuola dopo la cena mi ha abbracciato, e all'orecchio mi ha sussurrato un <<Mi sei mancata>> che mi ha causato una reazione strana. Ovvero le così dette farfalle nello stomaco. Tra le sue braccia, lui che mi rivela che gli sono mancata, il suo profumo di menta e caramello nelle narici...

Amo il suo profumo. Menta credo sia il dopobarba, il caramello non ne ho idea in realtà. Però fatto sta che ha questo buon odore la maggior parte delle volte, quando invece si tratta di qualcosa d'importante, come il ballo o la cena dell'altra sera, usa l'acqua di colonia.

Gli ho detto che anche lui mi è mancato, che in effetti è vero.
Mi è mancato discutere con lui su quale materia fosse più semplice fra chimica e fisica, mi è mancato il suo modo di guardarmi e i suoi sorrisi. Ma ora eccoci qui: amici come prima. E nulla potrà mai cambiare questa situazione. Ne ho parlato anche con la nonna e mi ha detto che possiamo essere amici senza problemi, e io ho capito che non c'è la minima possibilità che mi innamori di James. Siamo amici, no? E mi va assolutamente bene così.

Oggi è martedì, e iniziano i provini.

Sono state scelte cinque persone per ogni ruolo, e inizierò con i cinque che interpretano la Bestia. Appeno entro in studio si avvicina lo zio, porgendomi la lista dei cinque candidati. Non ne conosco nessuno a dire il vero, tranne James. Ringrazio zio Mattew, e salgo al piano di sopra, dove si trovano tutti i camerini. Nel corridoio trovo James e altri tre che aspettano fuori al camerino che si occupa di preparare i candidati.

<<Issa>> dice James con un sorriso, ormai è diventato il suo soprannome per me, che solo lui può usare, come se avesse l'esclusiva, o almeno così la definisce Daphne. Credo che l'abbia iniziato ad usare quando ancora ci odiavamo, perché sapeva che mi dava fastidio, ma ora non più, amo quando lo pronuncia, mi fa sentire ancora bambina e mi ricorda di quando il nonno mi chiamava in questo modo.

<<James>> dico io andandogli incontro, e ci abbracciamo proprio come farebbero due amici. Poi mi guardo intorno, <<Sei qui da solo? Di solito vengono tutti con i genitori>> gli chiedo, ma lui scuote la testa in segno di negazione, <<Sono con mamma, Matt e i miei fratelli>> dice, poi fa un cenno col capo verso quattro persone sedute poco distanti da noi. Li guardo e l'unica che ricambia il mio sguardo è la sorella. Che mi saluta con un sorriso.

<<Lei è Margaret>> dice James guardandola, <<A dicembre compirà sedici anni>> mi spiega,
<<E tuo fratello?>> chiedo, spostando lo sguardo verso il ragazzo seduto alla destra di Margaret che guarda il telefono, <<Lui è Albert, fra tre giorni compirà diciassette anni>>
<<Ah, allora abbiamo la stessa età>> dico, <<Io sono di dicembre>>

Non l'ho mai sentito nominare Albert Palmer, e in più non frequentiamo alcun corso insieme. Che l'abbia visto in mensa o al ballo è ovvio, ma sono sicura di non averlo visto nemmeno in palestra. <<Lui non fa né basket né football, vero?>> chiedo a James,
<<No, suona il tamburo nella banda scolastica, invece Margaret suona la tromba>> mi spiega lui, ed io annuisco.

<<Narcissa, mon amour, devi muoverti che ti devi preparare!>>
A chiamarmi è la voce di Lisa, una delle stiliste migliori della nonna, con origini francesi, capelli biondi e occhi verdi, davvero molto bella. <<Lisa arrivo, un secondo>> esclamo, ma è inutile, lei è già qui da me, fa un cenno di saluto a James e mi tira per un braccio.
<<Narcissa, il est tard, devi prepararti ed essere parfait>>

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