CAPITOLO XXIII

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JAMES

Ho scritto lettere piene d'amore
GIUSEPPE UNGARETTI

25 Giugno

E le ho scritto tante frasi d'amore, firmandomi con 'L.B' che significa 'La Bestia', ma lei non l'ha capito. Non so se esserne felice o no, fatto sta che oggi dobbiamo partire, ed io in una volta ho la possibilità di visitare le più belle città d'Europa e dell'Asia.

La seconda tappa, dopo Los Angeles, è Las Vegas.

In aeroporto io e la mia Belle ci abbracciamo. È proprio bella, indossa i pantaloncini corti con un top fucsia. <<Ti fai ogni giorno più bella, principessa>> le dico, poi la prendo per i fianchi e la faccio diventare tutta rossa. Amo quest'effetto che le faccio. <<Però come al solito devo richiamarti: è troppo corta la maglia e anche i pantaloncini>>

Arrossisce ancora di più, <<Se ora ti dà fastidio, odierai gli outfit di questo tour>> dice, ed io mi mordo il labbro inferiore. La faccio avvicinare ancora di più a me e lei posa le mani dietro il mio collo. Non ho idea se mi ama o no, ma ormai il nostro rapporto è diventato un flirtare continuo. Ci avviciniamo sempre, stiamo sempre quasi per baciarci, ma non succede mai.

E vedo che a lei piace questo gioco, di come tra noi c'è tutto come non c'è nulla. La sua mano destra passa sulla mia guancia e me l'accarezza, poi passa l'indice sulle labbra. Sembra che lo stia facendo sicura di sè, senza paura, ma nei suoi occhi vedo l'insicurezza. E me lo dimostra il rossore sulle sue guance.

Con il volto mi avvicino al suo, ma la cabin crew annuncia che dobbiamo imbarcarci. Narcissa si allontana e mi fa l'occhiolino. <<Sarà per la prossima volta, Stuart>>
Prende le sue... <<Ma quante valigie hai portato?>>
<<Solo sette. Sono poche?>>
<<Io ne ho portate due...>>
<<Due?! Ma non ti basteranno mai! Dobbiamo stare fuori quasi due mesi, non una settimana>>
Io sbatto le palpebre perplesso.

30 giugno

Sono felicissimo ed emozionatissimo. Siamo stati a Las Vegas, Chicago e Washington, e ora siamo finalmente a New York. Appena usciamo dall'aeroporto e guardo la mia Belle la vedo sorridere. <<James! Guarda che bella, benvenuto a New York City!>>

Nemmeno il tempo di guardarmi intorno che la mia Belle mi tira per mano fino alla limousine, indossa gli occhiali da sole e si lega i capelli.

<<Adesso andiamo in hotel e rimaniamo lì fino alla sera, poi ci prepariamo per la conferenza e poi ti porto a cena fuori in un ristorante di zia Deborah>> dice Narcissa.

In questo tour per ogni tappa abbiamo un dibattito con i nostri fan. Qui a New York stiamo due notti, e poi partiamo per Lisbona.

<<Mamma, che male i tacchi>> dice la mia Belle appena entriamo in limousine dopo la conferenza. Appena si siede toglie le scarpe ed estrae dalla borsa un paio di pantofole.
<<Fidati non vorresti mai portare i tacchi>> mi dice, e con la schiena si abbandona contro il sedile.

In camera apre la valigia e mi mostra due vestitini, uno aderente di colore rosa pastello, e un altro azzurro, della stessa lunghezza, anzi, anche più corto.

<<In realtà non mi piace nessuno dei due>> dico, <<Troppo corti>>
<<Non fare il geloso e dimmi un vestito>>
Sospiro, è impossibile questa ragazza.
<<Quello rosa>>
Lei li guarda e li confronta. <<Va bene, andata per quello azzurro>>

Estrae anche degli stivali bianchi che le arrivano al ginocchio e va in bagno, io nel frattempo mi stendo sul letto.

Ormai è così ogni sera, appena entra in bagno ne esce dopo un'ora, senza nemmeno il trucco e i capelli pronti, ed è così anche stasera. Esce dal bagno dopo due ore e sono le otto di sera.

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