CAPITOLO IV

15 4 4
                                    

JAMES

Il silenzio è il
linguaggio delle forti passioni
GIACOMO LEOPARDI

Cammina leggera come una piuma e i suoi occhi splendono.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso, questo vestito le calza a pennello e il giallo le illumina il viso. Sembra una principessa. Sembra proprio Belle.

Stanno tutti dormendo ma io sono sveglio. Ho ancora la figura della Jones vestita di giallo in testa. Sono giorni che vorrei invitare qualche ragazza per il ballo ma non ci riesco, e questa cosa mi manda sui nervi. Sarà perché in questo periodo ce l'ho con il mondo, no? Però Steve non passa un secondo senza dirmi di invitare Narcissa. <<Avanti, muori dalla voglia di invitarla, è palese>> continua a ripetermi. Io sto cercando di non cedere, ma dopo averla vista con quel meraviglioso vestito addosso desidero che balli solamente con me, e non che sia alla portata di tutti. Voglio far morire di invidia tutti i ragazzi che la guarderanno e vorrebbero averla fra le mani e tutte le ragazze che vorrebbero essere al suo posto.

Sono seduto sul davanzale della finestra con quest'ultima aperta per il troppo caldo. In realtà i miei cugini sembrano avere freddo, ma io ho caldo, caldissimo. C'è la Luna piena in cielo, e l'acqua della piscina risplende grazie alla sua luce. Ma c'è qualcos'altro che splende insieme all'acqua. Una chioma bionda, che appartiene a Narcissa. E quindi rimango qui, appoggiato al muro con sguardo perso sul profilo della ragazza.

Guardarla mi fa sentire calmo e rilassato, la delicatezza e la luce del suo volto, la quale sembra disegnato e studiato da Leonardo da Vinci. Naso perfetto, occhi azzurri, labbra rosee e ciglia folte. Tutto questo insieme mi fa sentire bene, l'armonia e la perfezione che sembra vivano in Narcissa sono un sollievo. Sto cercando di guardarla senza emozioni, ma quando mi concentro sul mio riflesso alla finestra noto un lieve sorriso sulle labbra.

<<SVEGLIATI!>> sento urlare così vicino a me che sobbalzo. Respirando affannosamente mi giro con una mano sul cuore e noto quel cretino di mio cugino Steve ridere a crepa pelle.
<<Ma che problemi hai?>> dico io urlando a mia volta;
<<Ti sei addormentato sul davanzale, ti rendi conto?>> mi dice Liam sedendosi di fronte a me,
<<Si, e poi il cretino sarei io>> mormora Steve mettendosi la mia maglia,
<<Posa la mia maglia!>>
<<Troppo tardi>> dice con il suo solito sorriso stampato in faccia, e corre di sotto.

Liam mi guarda ed io abbasso lo sguardo consapevole di quello che vuole dire. Abbiamo passato ogni giorno insieme, per diciotto anni, io, lui e Steve. E anche se passiamo la maggior parte del nostro tempo a discutere su quale sia il cibo migliore o quale film sia il più noioso ci vogliamo bene. Ci siamo sempre stati l'uno per l'altro, ci facciamo da spalla a vicenda in qualsiasi momento. Scherziamo, ridiamo, litighiamo, piangiamo, parliamo, studiamo insieme. E lo devo ammettere, senza di loro ai diciotto anni non ci sarei arrivato sano di mente, come minimo sarei rinchiuso in un centro di riabilitazione. È così. La morale è che loro tengono in vita la parte più irrazionale e stupida di me, senza mai farmi superare i limiti, ed è questo l'effetto che ci facciamo a vicenda. E non è vero che i gruppi a tre non funzionano, se trovi le persone giuste un trio può salvarti la vita, come è successo a me.

<<Devi...>> inizia il biondo, ma io lo fermo, <<Invitare la Jones, sì, lo so>> dico scocciato, sospirando di fronte a questa consapevolezza schiacciante, la consapevolezza di aver ceduto.
<<Bene, lo sai, quindi che aspetti?>>

Inizio a far tremare la gamba non distogliendo gli occhi dal pavimento, <<James>> dice con voce ferma Liam, ed io mi decido ad alzare lo sguardo e incontrare i suoi di occhi azzurri.
<<Dio, James, perché non la inviti se è quello che vuoi? Perché devi torturarti in questo modo?>>

Under the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora