III

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Giorgio's pov

Ero appena arrivato sulla terra e già stavo osservando Ettore, il bambino che mi era stato affidato. Era molto energico e pieno di felicità, aveva qualcosa di particolare, ero sicuro che forse non sarebbe stato così difficile aprirgli la strada per il paradiso.
Ero seduto sul muretto, nell'attesa che arrivasse anche il suo Tentatore e poi, finalmente, eccolo lì, Alex. Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lui, era bello ma lo era molto di più in foto.
«Tu devi essere Alex, giusto? Piacere, Giorgio.» Gli dissi, stampandomi un sorriso sul volto. Essere un angelo vuol dire essere gentile e sorridente con tutti, anche con la persona peggiore al mondo e anche se non ti piace quell'individuo. Con Alex, però, stavo sorridendo di mia spontanea volontà, sembrava un tipo apposto -nonostante la vita all'inferno. Non ricambiò il mio sorriso, puntò lo sguardo su Ettore e iniziò a scrutare il bambino. Era una cosa che i Tentatori facevano spesso: scrutare il bambino appena incontrato per capire cosa potrebbe portarlo all'inferno. Ettore stava lanciando la palla in aria per poi correrle in contro per riprenderla e rilanciarla, un gioco così innocente che nulla avrebbe potuto rovinarlo. Invece qualcosa che l'avrebbe rovinato c'era eccome, anzi, meglio dire qualcuno. Alex si avvicinò al bambino, pronto a rilanciare in aria la palla.
«E se colpissimo quella vecchietta?» Gli consigliò lui, indicando una signora sulla ottantina che stava camminando aggrappata a un bastone. Il bambino rimase un attimo fermo, con la palla all'altezza del petto. Corsi verso di loro e iniziai a parlare al bambino cercando di togliere della sua testa quell'idea che sia per Alex sia per Ettore era "divertente". Alla fine, ebbe -come sempre- la meglio il demone. Il bambino lanciò la palla verso l'anziana signora. Il bastonne cadde a terra e con lui anche la vecchietta. Mi sentii subito in colpa, la cosa brutta era che io non potevo fare totalmente nulla se non provare a convincere Ettore ad aiutarla.
«Ettore...» Dissi chinandomi alla sua altezza, non poteva vedermi, né sentire la mia vicinanza, ma poteva, in un certo senso, sentirmi. «Dovremmo aiutarla, non credi? Abbiamo sbagliato a farla cadere ma adesso la aiutiamo e ci scusiamo, che ne pensi?» Il bambino guardò oltre di me e, appena vide la donna a terra, abbassò lo sguardo e posò una mano sul suo petto. Si sentiva in colpa, si poteva notare dai suoi gesti. Alex provò a convincerlo che, in realtà, non era nulla di grave, che la signora ce l'avrebbe fatta da sola e che il bambino doveva pensare soltanto a giocare. Il bambino corse verso la signora e, piano piano, la aiutò a farla alzare.
«Mi scusi tanto.» Dissi e lui ripeté dopo di me. «Non volevo colpirla, ho sbagliato.» La donna gli rivolse un enorme sorriso e gli accarezzò il viso.
«Non preoccuparti tesoro, è tutt'ok.»  Ettore le sorrise e, dopo averla salutata, tornò a giocare.
«Siamo 1 a 1.» Disse Alex, prendendo posto sul muretto accanto a me e accendendosi una sigaretta. «Ma non credere di avere già la vittoria in tasca, siamo solo all'inizio.» Continuò.
«Che c'è? Hai paura di perdere contro un angelo apparentemente innocente e stupido?» Gli domandai, ridacchiando.
«Apparentemente perché sei, in realtà, malizioso e intelligente?» Roteai gli occhi, presi la sigaretta posta tra le sue labbra e ne feci un tiro. Alex mi guardò stupito, un angelo che fuma era sicuramente una novità per lui... E anche per me in realtà. Non sapevo di saper fumare, forse nella mia vita passata lo facevo, chissà, dopo la morte nessuno si ricorda della vita ormai finita. «Un tiro da una sigaretta è proprio una cosa da cattivo ragazzo.» Disse lui, sarcastico, riprendendosi la sigaretta. Non gli risposi, mi limitai a tornare con lo sguardo su Ettore e a ignorare la puzza di fumo che veniva nella mia direzione.

𝒜𝓃𝓰ℯ𝓁𝒾𝒸 𝒽ℯ𝒶𝓇𝓉 ~Thebadnauts~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora