Giorgio's pov
Un angelo, per definizione, è un essere con una pazienza infinita e una grande capacità di controllare le emozioni. Io mi sono considerato esattamente così, ma Alex… Alex aveva consumato tutta quella mia infinita pazienza. Ogni singolo brandello. E la rabbia, una sensazione che avrei dovuto essere in grado di gestire, stava cominciando a emergere. Quel demone era insopportabile. Neanche Dio in persona avrebbe potuto sopportarlo. E no, non stavo esagerando.
Alex agiva senza uno scopo, senza un motivo logico. Solo caos per il puro gusto di creare disordine. Ogni volta che credevo di aver capito il suo gioco, lui ribaltava tutto. Non c’era alcuna coerenza nei suoi gesti, nessuna strategia. Era questo che mi faceva impazzire. Non riuscivo a prevederlo, e più cercavo di trovare un senso nelle sue azioni, più lui si divertiva, facendo quella sua risata strafottente che mi risuonava sempre nella testa.
L’ultima goccia era stata quando l'aveva fatto sospendere Ettore, e non solo. Si era divertito a vedere quel ragazzo rovinarsi sempre di più, godendo del caos che creava intorno a lui. Alex non stava proteggendo Ettore, nonostante a volte sembrasse volerlo fare. Si limitava a giocare con la sua vita come se fosse una marionetta, muovendone i fili a piacimento. Ci provavo a fermarlo, davvero, ma ogni mio tentativo era vano.
Mi scattava qualcosa dentro ogni volta che lo vedevo compiacersi del suo operato. Avrei voluto afferrarlo e schiaffeggiarlo fino a fargli passare quel ghigno sfrontato. Un desiderio che non avrei mai ammesso a nessuno, nemmeno a me stesso. Ma era lì, pronto a esplodere. E la cosa peggiore? Alex lo sapeva. Era come se avesse il potere di tirarmi fuori ogni emozione che avrei dovuto reprimere, di farmi sentire umano in modi che avrei preferito evitare. Eppure, in tutto questo, c'era una parte di me che si rifiutava di mollare. Non potevo permettere che il caos di Alex trionfasse. Non su Ettore, non su di me. Ma più cercavo di ragionare, di mantenere la calma e trovare una via per riportare le cose in ordine, più sentivo la tensione crescere. La rabbia che ribolliva dentro di me era un’emozione che avrei dovuto gestire con facilità. Ma con Alex sembrava impossibile.Quel giorno mi stavo fortemente impegnando per poter far si che Ettore si mettesse a studiare e passasse con ottimi voti una verifica che avrebbe affrontato alcuni giorni dopo. Alex continuava a rompere e a distrarci, ma io non mollavo, continuavo a cercare di aiutare il ragazzo senza ascoltare la voce irritante del demone.
«Dai angioletto, parlami. Mi annoio.» Mi disse lui, provocandomi. Non gli risposi, non dovevo cadere, per l'ennesima volta, nel suo stupido tranello. «Ti ho fatto arrabbiare angelo mio? Dai perdonami, ti prometto che sarò un bravo demonietto.» Continuò lui, sorridendomi. Non dovevo cedere, continuavo a ripetermelo ma quella rabbia era sempre più potente e la pazienza sempre più poca. Poi, senza preavviso, si avvicinò. Sentii il suo respiro sulla mia pelle e, prima che potessi reagire, le sue labbra toccarono il mio orecchio. Un brivido mi percorse la schiena, ma non era piacere, era pura rabbia. Lasciò una serie di piccoli baci umidi sul mio orecchino, e poi sussurrò: «Dai angioletto, sappiamo entrambi che non puoi resistermi.»
Quella fu la goccia. Un secondo dopo, mi ritrovai a stringere i pugni. Mi voltai verso di lui, e con un tono freddo, gli dissi: «Alex, se non ti allontani subito, giuro che questa volta te ne pentirai.»
Lui rise, come se il mio avvertimento fosse solo un gioco, come se sapesse che, alla fine, sarei sempre stato quel bravo angioletto che non avrebbe mai davvero reagito. Ma quel giorno ero davvero sul punto di cedere. Se ne fregò del mio ultimatum e continuò a lasciarmi una scia di baci che partiva dall'orecchio e finiva sul collo. Era abbastanza, mi alzai di scatto, allontanandomi dal demone e...
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𝒜𝓃𝓰ℯ𝓁𝒾𝒸 𝒽ℯ𝒶𝓇𝓉 ~Thebadnauts~
Hayran Kurgu"«Che si fotta il paradiso. Io ti amo e nessuno mai me lo impedirà.»