Amavo fare le passeggiate, erano una cosa che facevo giornalmene e mi rilassavano. Non riuscivo a stare senza fare una delle mie passeggiate, e proprio durante una passeggiata lo incontrai.
Era fine marzo, gli alberi erano in fiore, il freddo gelido dell'inverno era finito e, al suo posto, c'era un clima caldo, ma non troppo estivo. Amavo le giornate come quelle: calde ma non troppo, soleggiate e piene di pace. Ero sempre solo, ma non era un grandissimo problema, la solitudine era nella lista delle cose che amavo. Anche la musica stava in quella lista, non ricordo un giorno in cui, mentre passeggiavo, non ascoltavo la mia musica. Non avevo un solo artista preferito, né una sola canzone preferita, ascoltavo di tutto immergendomi nei miei pensieri. Era così bello poter fuggire dalla realtà.
Quel giorno stavo passeggiando per il parco, i bambini, attorno a me, giocavano e sorridevano, io, invece, passeggiavo mentre ascoltavo "Fine Line". Tutto, dal mio punto di vista, trasmetteva pace e serenità, avrei potuto vivere in quel mondo calmo per sempre. Ad un tratto, però, sentii qulcosa, anzi, qualcuno toccarmi una spalla. Mi voltai di scatto e notai un ragazzo, subito misi la musica in pausa e sfilai le cuffiette dalle orecchie.
«Hey, scusami.» Mi disse, porgendomi un anello d'argento. «Ti è caduto questo.» Lanciai un'occhiata alla mia mano dove, solitamente, c'era quell'anello e, ovviamente, non c'era.
«Grazie.» Sorrisi e ripresi il gioiello dalla mano dello sconosciuto. Ero molto legato a quell'anello, mi era stato regalato da mio nonno prima della sua morte. Non era davvero tanto prezioso ma per me aveva un valore inestimabile.
«Piacere comunque, mi chiamo...» Sono passati ormai anni da quel giorno, il suo nome non me lo ricordo più, ma ricordo che era un ragazzo stupendo e amorevole. Mi presentai a mia volta e gli strinsi la mano che mi stava gentilmente porgendo. Dopo di ciò ci salutammo, nella speranza di reincontrarci, e ognuno tornò per la sua strada. Continuai a passeggiare, ascoltando la mia musica, mentre giocherellavo con l'anello di mio nonno e pensavo a quel ragazzo. Avrei veramente voluto conoscerlo di più e, per mia fortuna, successe.
Passarono alcuni giorni, e non riuscivo a togliermi quel ragazzo dalla mente. Ogni volta che mettevo piede nel parco, il ricordo del suo sorriso gentile mi accompagnava. Continuavo a passeggiare, ascoltando la mia musica preferita e sperando di rivederlo. Un pomeriggio, mentre camminavo lungo il solito percorso, lo vidi seduto su una panchina, intento a scrivere qualcosa sul telefono. Volevo avvicinarmi per parlargli ma, allo stesso momento, avevo un enorme paura di disturbarlo. Alla fine fu lui che, dopo un po', alzò lo sguardo e venne verso di me, con un meraviglioso sorriso stampato sul volto.
«Ci reincontraiamo.» Mi disse. «Come stai?»
«Bene, tu?»
«Bene. Ti va di fare una passeggiata insieme? Sono solo e ho davvero bisogno di compagnia.» Accettai volentieri la sua proposta, sembrava veramente gentile e simpatico, ero certo che non sarebbe successo nulla di male. Parlammo molto durante la nostra passeggiata, a quanto pare, come me, amava la musica e le giornate soleggiate. Amava anche lui i gatti e ne avrebbe adottati a mai finire. Mi raccontò che, da piccolo, aveva un gatto nero molto anziano che non voleva nessuno perché tutti pensavano portasse sfortuna, così lo adottò lui. Mi rivelò che quel gatto sembrva più un portafortuna, era dolce e amava essere coccolato dal suo padroncino.
Non sapevo nemmeno come eravamo riusciti a finire al discorso: "gatti", m quel ragazzo era davvero simpatico e io mi trovavo molto bene in sua compagnia e anche lui mi confessò lo stesso. Decidemmo, allora, di scambiarci i numeri e di ritrovarci in quel punto, alla stessa ora, il giorno dopo.
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𝒜𝓃𝓰ℯ𝓁𝒾𝒸 𝒽ℯ𝒶𝓇𝓉 ~Thebadnauts~
Fanfiction"«Che si fotta il paradiso. Io ti amo e nessuno mai me lo impedirà.»