VI

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Alex's pov

Si, avevo picchiato quella banda di rincoglioniti che aveva osato piccchiare Ettore e ridere di lui. Non era una cosa che facevano quelli come me, solitamente se ne fottevano e ridevano insieme ai coglioni della situazione. Ma io non ero fatto così, mi dava fastidio il fatto che alcuni coglioncelli che si sentivano fin troppo grandi rompevano le palle al bambino che mi era stato affidato. Non mi stavo affezionando, lo stavo solo difendendo dato che il Custode non ne aveva la forza fisica.
«Hai picchiato degli umani?» Mi disse lui, portandomi in un posto appartato. Come se ci sentissero. «Sei serio? Se lo vengono a scoprire i piani alti... O bassi nel tuo caso... Sei nei guai.» Feci spallucce mentre, con tutta nonchalance, mi mi accesi una sigaretta. Non potevano fare nulla gli altri demoni, tutto ciò che facevo dopo il turno a lavoro non erano assolutamente cazzi loro. Giorgio si arrese dal farmi la predica e tornò dal nostro bambino -Cazzo, detta così sembriamo io e lui i suoi genitori. Seguii l'angelo, che lo stava facendo dirigere verso la sua classe. Avrei, in tutta onestà, voluto che il bambino mi avesse ascoltato e avesse saltanto scuola, ma mi andava bene, avrei trovato un modo per fargli fare qualche cazzata da quindicenne.

«Qualcuno sa la risposta alla domanda?» Domandò l'insegnante della sesta ora. Mancava solo mezz'ora al suono dell'ultima campanella della giornata e, quella vecchia racchia, continuava a spiegare e fare domande, nonostante nessuno la stesse davvero ascoltando.  «Ettore? Vuoi rispondere tu?» Gli chiese, nonostante sapesse benissimo che quel ragazzo non aveva capito un grandissimo cazzo di tutta quella schifosissima lezione.
«Io... Beh...» Balbettò il ragazzo, in difficoltà. Giorgio subito gli si avvicinò e iniziò a dirgli che la risposta la sapeva e che non doveva avere paura. Io, al contrario, gli consigliai di mandarla a fanculo. Non aveva molto tempo per pensarci, quindi fece la cosa più stupida. Fece il dito medio alla professoressa introdotto da un: "Vada a fanculo prof."  La donna si alzò subito indignata, mentre in tutta la classe calò un silenzio carico di tensione. Gli occhi di tutti si erano fissati su Ettore, che ora aveva il viso pallido e pieno di terrore. Giorgio mi fulminò con uno sguardo, ma io mi limitai a ghignare, soddisfatto del caos che si era appena scatenato.
La vecchia racchia si avvicinò infuriata al ragazzo.
«Come ti permetti!» Urlò, con una voce carica di rabbia. «Vai subito dal preside! E i tuoi genitori... saranno immediatamente convocati!»
Ettore non disse nulla, mentre gli altri studenti mormoravano tra di loro, alcuni trattenendo risatine, altri scambiandosi sguardi preoccupati. Il ragazzo sembrava quasi paralizzato dalla paura. Sentivo la presenza di Giorgio accanto a me, che mi fissava con disapprovazione. Lo ignorai, accendendomi un'altra sigaretta mentre assaporavo il disastro che avevo appena scatenato.
Ettore, senza dire una parola, si alzò e uscì dall'aula, la testa bassa e le spalle curve. Giorgio, naturalmente, gli era subito al fianco, cercando di consolarlo e probabilmente cercando di mettergli in testa qualche morale angelica.
Mentre li osservavo avviarsi verso l'ufficio del preside, mi chiesi se forse stavo andando troppo oltre. Ma subito scacciai quel pensiero. Il mio compito non era proteggerlo, a quello ci pensava il mio piccolo angioletto. Io avevo il compito di far emergere la parte più oscura di Ettore e così sarebbe stato.
Dopotutto, cosa potevano farmi? Ero un demone.

𝒜𝓃𝓰ℯ𝓁𝒾𝒸 𝒽ℯ𝒶𝓇𝓉 ~Thebadnauts~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora