➤𝒞apitolo uno

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L'agonia scorre lenta mentre mi trovo sul volo diretto da Firenze a Barcellona, ho sempre sognato di andare a vivere in questa magnifica città eppure il motivo per la quale mi trovo su questo aereo non è uno dei migliori.
I miei pensieri mi divorano il cervello in questo viaggio di nemmeno due ore.
Sto andando a Barcellona per vivere con mia zia e suo marito, diventati ufficialmente i miei tutori legali la settimana scorsa, grazie a dio direi.
Infatti i miei genitori si sono separati giusto il mese scorso e quando mi hanno chiesto con chi preferissi stare ho risposto con nessuno dei due, voglio vivere o dai nonni o dalla zia e adesso eccomi qui.
Ho solo quindici anni e forse questa è stata la scelta più saggia della mia vita, non avrei mai sopportato di cambiare casa ogni settimana, per tanto ho sempre avuto il terrore che i miei si separassero visto i continui litigi che che sento ripetutamente da quando avevo solo dieci anni.
In più non ho mai avuto un bel rapporto con nessuno dei due, ovviamente hanno dovuto raccomandarsi più e più volte con mia zia e suo marito di tenermi a bada in questa grande città, anche se penso che non ce ne sia stato bisogno visto che passerò il novantanove per cento delle ore sui libri visto che sarò un'alunna di una delle scuole superiori più costose, lussuose e difficili di tutta la Spagna, per di più frequentate da gente dell'alta società, della quale fanno parte i miei tutori legali.
Mia zia, Giulia, è venuta a Barcellona a vivere, per questioni di lavoro in quanto è una famosa telecronista sportiva.
Infatti è sposata con l'allenatore del Barcellona da sei anni e più, non lo definisco mio zio perché ci avrò parlato si è no cinque volte in quindici anni di vita, ma non gliene posso fare una colpa, sono i miei genitori che non volevano che io venissi anche solo per tre giorni dai miei zii purché ero da sola in viaggio.
Assolta nei miei pensieri sento finalmente la voce del comandante che comunica che siamo arrivati a destinazione, mi alzo in fretta dal sedile dell'aereo per prendere la mia pesantissima valigia, chiamo mia zia per dirle che sono qui e lei mi dice che arriverà immediatamente in quanto oggi è la sua giornata libera.

"Lavi, come ti sei fatta bella, vieni qui amore della zia" esclama mia zia correndo verso di me.

"Zia ti vedo bene anche io, mi sei mancata!" urlo mentre le salto addosso per stringerla tra le mie braccia, zia Giulia è una bellissima donna, che nonostante i suoi quarantacinque anni si mantiene in gran forma fisica.
Da lei purtroppo non ho preso granché, forse solo il colore di capelli castano chiaro e i ricci folti,
gli occhi verdi invece gli ho ereditati dalla mia bisnonna su dire di mia madre e mia zia.

"Com'è andato il viaggio?" mi domanda mentre
nonostante la mia negazione trasporta una delle mie pesantissime valigie.

"Bene dai" rispondo mentendo perché il mio stato d'animo in aereo era veramente degno di essere chiamato comportamento da persona che soffre di depressione grave.

Salgo sul bellissimo suv nero della Tesla, dovrò abituarmi a tutto questo lusso, penso.

"Allora tesoro ti ripeto un attimo il programma, queste sono le ultime due settimane di vacanze estive poi dovrai iniziare la seconda anche se in Italia saresti dovuta andare in terza perchè qui esistono quattro anni di scuole superiore, te lo ripeto anche se credo che tu lo sappia, poi con me e tuo zio puoi tranquillamente parlare in Italiano, lui lo capisce ma con gli altri devi parlare la loro madrelingua ovviamente o non ti capiranno" annuisco semplicemente mentre dice ciò, d'altronde sono sempre stata affascinata dalla lingua e dalla cultura Spagnola infatti studio lo spagnolo dalla prima media e in Italia seguivo corsi privati sotto obbligo dei miei.

Scorrono veloci davanti ai miei occhi le immagini della meravigliosa città mentre osservo fuori dal finestrino canticchiando "Chantaje" di Shakira con mia zia, mi sento proprio spagnola oggi, anche se in fondo lasciarmi tutta la mia vita alle spalle per non affrontare davvero il divorzio dei miei fa male.

one night for a million times [Hector Fort]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora