Amico ebreo

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Avevo un amico che si chiamava Jonah. Era ebreo, famiglia religiosa che frequentava la sinagoga e lavorava in una ditta alimentare ed era allegro,intelligente, eclettico, simpatico,gentile e disponibile e un ragazzo pieno di sogni e determinazione. Ci incontrammo al primo anno delle elementari ci eravamo seduti allo stesso banco, ci siamo scambiati qualche parola e durante la pausa abbiamo parlato tanto, chiacchieravamo e giocavamo insieme e con Karl,Ludwig,Albert e poi Martin e giorno dopo giorno imparammo a conoscerci e diventammo migliori amici e il nostro gruppo di amici era composto da io che mi chiamo Theo,Jonah,Karl,Ludwig, Albert e Martin. Gruppo misto di tedeschi e ebrei, abitavamo in un grande quartiere di Berlino, ci incontravamo in un parco sotto per giocare e chiacchierare a volte organizzavamo delle feste di compleanno di alcuni amici della zona. Durante i fine settimana ci presentavamo a casa di Jonah per studiare e fare i compiti, facevamo merenda e ci aiutavamo in caso uno di noi avesse delle difficoltà in qualche materia. Ho tanti bei ricordi di lui: sorrideva a chiunque incontrava, quando da piccoli lui sapeva far ridere la classe con delle barzellette o battute, la vacanza a Rostock in cui ci siamo divertiti in gruppo, ogni sabato i suoi genitori invitavano la mia famiglia a pranzare a casa sua e tutte le settimane passavano in edicola per acquistare i fumetti ed erano la nostra passione in comune e potevo parlargli di qualsiasi cosa, confidargli tutto e mi aiutava. Era un vero amico!

Tutto andava bene finché Hitler non salì al potere, diventò dittatore e governò in Germania e la situazione peggiorò. In giro per le strade si sentiva parlare male degli ebrei, pregiudizi e accuse per aver impoverito la Germania e nelle librerie c'era "Mein Kampf" un libro narrante un'autobiografia, l' antisemitismo descritto e l'attivita politica, dopo l' acquisto e rientro a casa la lessi mentre leggevo la parte che era contro gli ebrei, rimasi scioccato e la gettai fuori dalla finestra nella pattumiera piena. A partire dal 1934, un giorno venne circondato da un gruppo di bulli e aggredito fisicamente e verbalmente. Venne picchiato, riempito di sputi, lividi e insulti razzisti e aveva il naso e i denti rotti ed io intervenni subito a soccorrerlo, mi raccontò l'accaduto presi il suo braccio sulla mia spalla la portai in infermeria. Quando bussammo l' infermiera stessa la squadrò male e lo medicò subito. Dopo essere tornati in classe, ci rimasi male e decisi di tenerlo d'occhio da chiunque volesse fargli del male. Una volta stavamo attraversando la scorciatoia un signore attaccato al muro intento a fumare si girò, prese una spranga, si incamminò verso di noi e noi scappammo dall'altra parte della strada. Quel tizio ci sputò addosso e urlò "Andate via giudei! Guardate che avete fatto! Puh!" e se andó. Raggiunta la scuola, Jonah scoppiò a piangere e lo consolai. Durante la lezione di latino i nazisti entrarono a scuola e cacciarono lui e coloro che erano ebrei rimanendo senza liceo. La nostra amicizia interruppe quando lui annunciò a me e ai nostri amici che lui e la sua famiglia si sarebbero trasferiti in America a Los Angeles e ci rimanemmo male e lo dovemmo accettare perché non poteva avere una vita normale a causa delle leggi razziali in fondo non era l' unico perché anche Albert si era trasferito in lì prima di lui e in classe sapevano del loro trasferimento, pochi erano dispiaciuti e il resto era gioiosa perché erano antisemiti. Cominciò la guerra,la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento e lo sterminio scoperto nel gennaio '45 e nel 1946, io avevo compiuto i vent'anni noi avevamo incontrato Albert e lui ci chiese di Jonah ma noi gli dicemmo che era a Los Angeles. Così decisi di andare a cercarlo, prenotai il viaggio anche per visitare la città dopo essere arrivato a destinazione, alloggiai in un hotel e sui muri erano attaccati dei slogan di un film presente al cinema dove era rappresentato tra i personaggi del film Jonah sorridente, vestito elegante e capelli pettinati. Ero colpito che era un' attore! Così mi recai immediatamente al comune per sapere dove trovarlo e mi dissero che lavorava come attore in una casa cinematografica, mi diedero il nome e ci andai con il taxi. Entrai e trovai gli attori discutere felici e sorseggiare del vino mi avvicinai, mi guardarono silenziosi e il mio amico mi riconobbe "Ciao...Theo, sei tu?" domanda confuso "Sì, sono io , arrivato a Los Angeles ti ho visto nei slogan" rispondo allegramente "Dopo tutti questi anni pensavo di non vederti più e speravo di rivederti, sono veramente felice!" parla contento " Albert, ci aveva chiesto di te e così ho voluto cercarti" dico seriamente e così ci abbracciamo. Andiamo al bar, per chiacchierare come facevamo una volta, guardiamo il film e visito la città per un mese finché non torno a Berlino. Sono passati anni, tanti anni passati da quel regime e quello sterminio scoperto dai Russi. Ma lui mi era mancato così tanto. Però avevo ritrovato il mio amico... il mio migliore amico ebreo che avevo voluto bene, supportato, accettato così com'era e malgrado l' epoca dell' antisemitismo. Ciao Jonah!






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