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Adrian


C'è sempre stato qualcosa di perversamente attraente nell'oscurità.

Per molti è il rifugio dei codardi, di quei viscidi essere umani che si nascondono dalla marcata presenza della razionalità alla luce del sole.

È il covo dove risiede il male.

Il buio è sempre stato motivo di terrore e incertezza, di una vulnerabilità capace di mettere a nudo il vero animo di chi vi entra.

Non per me.

Quell'oscurità tanto temuta è la fonte di eccitazione che suscita la mia bramosia malsana. Forse c'è chi la definirebbe 'altamente erotica'.

Ho sempre amato giocare nel buio, nato io stesso in una profonda e fitta oscurità che mi ha reso, in sostanza, forgiato nell'ombra.

Fiuto la paura delle persone e, da vero bastardo quale sono, le trascino con me nel peccato, dritte verso quelle tenebre che tanto sbeffeggiano.

Gli uomini sono così prevedibili, ma anche spaventosamente crudeli: spietati assassini di menti e distruttori di innocenze.

Non ho mai vinto contro di loro.
Sin da quando ero bambino, mi è stato chiaro quanto facesse ribrezzo l'essere umano, così immorale e feroce.

Eppure, c'è una cosa che nessuno aveva tenuto in conto.
Sarei diventato peggio di loro.
A quel punto avrebbero avuto molta paura ad addentrarsi con spavalderia nel mio trastullo al buio, perché lì regnava la mia follia.

L'oscillazione tra la mia insana razionalità e la dissennatezza del mio animo dannato, conformato a quell'unica parola che nelle nuance del suo significato, sfama la bestia che non vede l'ora di giocare: vendetta.

Il momento che preferisco di più.

<<Adrian...ti prego...>>.

La bionda sotto di me ansima sommessamente mordendosi le labbra a causa della frustrazione sessuale, riportandomi alla realtà.
Rallento per un momento la presa sui suoi capelli arruffati nel mio pugno.

Osservo minuziosamente il corpo in mostra di Crystal, a partire dalla guancia schiacciata sul mobile, alla schiena ambrata velata dal sudore fino ad arrivare alle sue tremolanti gambe nude che mettono in mostra il culo alto e sodo.

La mia erezione gonfia fuoriesce dai boxer calati sulle natiche, prominente e lucida per via dell'eccitazione che Crystal è riuscita a provocargli.

Il sesso con me non è come con gli altri.

Sottomettermi, o meglio, provarci è la parte che mi coinvolge di più all'inizio, ma nessuna riesce a catturare la mia attenzione durante tutto l'atto carnale.

Le mie scopate sono sempre infinite e meccaniche, sono un bisogno, un predominio che mi fa catapultare in una dimensione di piacere con me stesso.

La donna sotto di me non fa alcuna differenza, a loro basta essere soddisfatte da quegli orgasmi da capogiro che gli procuro.

Le afferro i fianchi con poderosa stretta facendola rabbrividire.

Con la mano libera mi prendo l'erezione turgida tra le mani e la indirizzo verso il mio accesso preferito, gettando la carta del profilattico a terra.

La scrivania traballa quando la penetro con forza.

Crystal è una stronzetta egocentrica, possessiva e manipolativa, ma cazzo, ha un culo da urlo, fatto proprio per essere domato da me.

La sbatto senza alcuna emozione, godendomi la sensazione delle sue pareti calde.

Mi muovo con lentezza e frenesia al contempo, il giusto ritmo che fa capitolare entrambi. Le afferro la chioma disordinata tirandola a me, facendola urlare a causa della stretta forte.

Stronger Than AllDove le storie prendono vita. Scoprilo ora