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Katherine


Diego Evans è un uomo dall'aspetto maturo ma dal fascino non indifferente.
I capelli brizzolati gli danno quell'aria da uomo da affari qual è.

Per telefono non avevo potuto constatare che tipo di persona fosse, il tono amichevole e pacato mi hanno fatto intuire la sua cordialità ma non pensavo che appena mi avrebbe vista si sarebbe dimostrato così affettuoso da provare ad abbracciarmi.

Cogliendomi del tutto impreparata l'ho respinto, tuttavia, lui ha ignorato con eleganza il mio gesto e ci ha invitate nel suo studio.

<<Katherine, la tua presenza qui è un vero onore per me. Io e tuo padre abbiamo lavorato insieme in tante occasioni e dire che era un uomo eccezionale è il minimo>>.

Abbozzo un sorriso freddo.

<<La ringrazio molto, ci tengo però a sottolineare che io non ho alcuna esperienza in questo ambito.
Mi sono informata su ciò che si fa normalmente in uno studio di architettura, però non ritengo di averne ancora le capacità.>>

Con le mani intrecciate sulla sua scrivania, lo guardo seria dritta negli occhi.

Percepisco lo sguardo della zia Jane su di me, probabilmente mi sta rimproverando in silenzio per il tono brusco che sto utilizzando, ma io la ignoro e per questo motivo prende parola.

<<Diego, come sai, Katherine comincerà lunedì il primo anno di università, dunque è inesperta. Speravamo che lavorando qui, tu potessi insegnarle come mettere in pratica quello che imparerà>>, spiega la zia gesticolando nervosa.

'Lei spera'.

<<Naturalmente Katherine è molto agevolata da questo punto di vista. Qui nella holding ci sono molti studenti che frequentano gli ultimi anni di università e io stesso mi sono offerto di mettere il mio studio a disposizione come stage per i giovani>>, si rivolge a mia zia.

<<Benché Katherine debba ancora frequentare il primo anno, e quindi è priva delle basi, non rappresenta alcun problema per noi.
Nel tempo che passeremo assieme ti spiegherò passo per passo come svolgiamo le cose qui>>.

<<Quindi lei vuole che io lavori qui per poi cosa? Riaprire insieme lo studio di mio padre con lei a capo? Perché ovviamente io non sarò pronta per gestire uno studio di architettura senza avere neanche la laurea, e dunque lei si ritroverebbe inevitabilmente padrone qualificato dello studio di mio padre>>, esordisco tagliente.

<<Katherine>>

Diego rivolge alla zia uno sguardo di rassicurazione prima di rivolgersi a me.

<<Tutto quello che voglio è mantenere fede al talento di Harry.
So che tu non ti fidi di me, non hai alcuna memoria di chi sia io ed è del tutto comprensibile il tuo astio verso questa proposta>>.

<<Infatti>>, schiocco la lingua in accordo.

Un piccolo sorriso pensieroso spunta sul suo volto <<Katherine, non voglio che tu faccia qualcosa di cui non sei convinta. Ti ho chiamata perché non solo tuo padre aveva cominciato alla tua stessa età, del tutto inesperto come te, ma soprattutto per avviarci insieme in una strada nuova...>>

<<...io e Harry abbiamo collaborato insieme per moltissimo tempo e mi piacerebbe davvero che la sua erede porti avanti il suo duro lavoro, ammesso che lo voglia>>.

Si ferma un secondo per decifrare la mia espressione.

Se lo voglio?

'Sì e no, una parte di me vorrebbe correre il più lontano possibile da questa città, da queste persone che non fanno altro che riportarmi alla mente spiacevoli ricordi. Ma l'altra è attratta da una forza maggiore, dal cambiamento, dalla responsabilità che mi ritrovo tra le mani.
Mi sento come se avessi una seconda chance per non deludere la mia famiglia, per farmi perdonare'

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