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Katherine


Riesco a terminare le prime tre lezioni verso le undici.

Essendo nuova, ho dovuto appuntare sul mio quaderno ogni minimo particolare delle lezioni che ho seguito per evitare di ritrovarmi indietro più di quanto già lo sia.

L'università è iniziata da soli due mesi e mezzo e sono stati già trattati parecchi argomenti.

Dovrò trascorrere l'intero pomeriggio a rimettermi in pari il più in fretta possibile.

Esco dall'aula e mi guardo intorno alla ricerca del bagno femminile.
Per oggi le mie lezioni sono terminate. La mia tutor mi ha suggerito di raggiungerla per il pranzo, ma datosi l'orario è ancora presto.

Il corridoio è meno confusionario di questa mattina, perciò, riesco ad addentrarmi meglio nel luogo spazioso.

Svolto un paio di volte fin quando non riconosco l'omino di una donna incisa su una porta. Spingo la porta nello stesso momento in cui qualcuno dall'interno la apre.

Mi faccio da parte per lasciar passare, ma resto di sasso quando vedo Adrian Evans uscire dalla porta del bagno femminile seguito da una bionda con i capelli sfatti e le labbra gonfie, segno di chi è stato appena rivoltato come un calzino.

Sposto lo sguardo su di lui che è perfettamente in ordine, eccetto che per alcune ciocche di capelli che gli ricadono tra gli occhi chiari.

<<Oh la piccola Belle...>>, esclama lui non appena mi vede.

Lo guardo con tutto il disgusto che ho in corpo <<Ti ho già detto di starmi lontano>>.

<<Qui mi sembra che sia tu ad essere di troppo>>, risponde.

Lo guardo allibita.
Ma dove pensa di trovarsi?

<<Non so se l'hai notato ma siamo in una università e quello dovrebbe essere un bagno riservato alle donne, che se non lo sapessi non sarebbe lì perché tu possa sfogare i tuoi istinti da liceale in piena pubertà>>, affermo piena di repulsione.

Ghigna <<Che c'è? Volevi per caso essere invitata anche tu?>>

Faccio una risatina nervosa <<Per carità, non metterei mai il mio corpo nella posizione di subire una totale insoddisfazione>>.

<<Ma chi diavolo è lei?>>, starnazza la bionda.

Adrian ridacchia e mi guarda con sufficienza, come se parlare con me fosse uno spreco al suo prezioso tempo.

<<Non lo vedi? È soltanto una bambina che gioca a fare l'adulta. Faresti meglio a tornartene nel tuo mondo incantato, Belle, dammi retta>>, dice allusivo e facendo ridere la barbie al suo fianco.

<<Paura di non saper reggere il confronto, Evans?>>, lo provoco senza alcun timore.

Si avvicina a me con due falcate profonde.
Trattengo il respiro per non distrarmi con il suo inebriante profumo di mare.

Lo guardo dall'alto e inclino la testa di lato per reggere il suo sguardo.

<<Non tentarmi, se tu avessi un briciolo di femminilità, quella che basta per farmi eccitare almeno un po' ti smentirei in meno di un secondo>>, sibila arrogante.

Stringo le labbra <<Solo perché tu lo sappia, non mi farei toccare da te neanche sotto tortura, mettitelo in quella testa vuota>>.

Alza un sopracciglio e scuote la testa tra sé e sé con un sorrisetto fastidiosamente saccente.

Stronger Than AllDove le storie prendono vita. Scoprilo ora