𝗟𝗮 𝗣𝗿𝗶𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼

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⚠️​IN QUESTO CAPITOLO CI SONO SCENE DI VIOLENZA E VOMITO⚠️​

A colazione finita, il giovane uomo ci tenne a voler pulire le stoviglie che aveva sporcato

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A colazione finita, il giovane uomo ci tenne a voler pulire le stoviglie che aveva sporcato. Quel comportamento mi risuonò anomalo, tanto che sentii una forte fitta nel petto, temendo che non gradisse il mio modo di lavare.

«S-Shinazugawa ...» lo richiamai con un fil di voce, stando ben attenta a non invadere il suo spazio vitale. «P-posso farlo io ...» aspettai una sua risposta, ma venni spudoratamente ignorata. «Shi- ...»

«Silenzio.» mi bloccò prima che potessi dire altro. «No, non farai tutto da sola. Tu hai preparato la colazione, quindi io mi occupo di rassettare.»

Mi ritrassi istintivamente e chinai il capo, stringendo leggermente il tessuto del mio yukata da notte. «M-ma tu lavori e- ...»

«Anche tu lavori.» affermò. «Infatti dovresti andare a vestirti o farai tardi ...» iniziò ad asciugare la ciotola. «E, per la cronaca, anche badare alla casa è un lavoro. Non so per chi tu mi abbia preso, ma se mi credi uno stupido che non sa nemmeno mettere al proprio posto un bicchiere, sappi che ti stai sbagliando enormemente.» successivamente continuò a lavare i piatti in silenzio, con movimenti rapidi e decisi. Io, ancora paralizzata, lo osservai mentre lottavo con i miei pensieri. Mi chiedevo se avessi detto qualcosa di sbagliato o se forse fossi stata troppo invadente. La freddezza delle sue parole fu come una secchiata d'acqua gelata. Sentii un brivido lungo la schiena e mi ritrovai a mordicchiare il labbro inferiore per reprimere le emozioni. Non volevo che pensasse che lo considerassi incapace. Non era affatto così.

«T-ti sbagli, i-io non ...» strinsi le spalle, sentendo la vergogna assalirmi.

«Hah, non m'interessa. Qui ci penso io.» ribatté. «E, diamine, sei proprio una credulona tu. Non ero serio quando ho detto che avrei pensato solo alla mia parte. Pensavo fosse ovvio che potevi andarti a cambiare mentre io finivo qui.»

«P-però ...»

Mi bloccò a nemmeno metà frase. «Smettila di perdere tempo.»

Rimasi lì, a fissargli le possenti spalle e il loro leggero movimento, indecisa sul da farsi. Guardai l'orologio, ricordandomi che oggi avevo da aprire io la palestra. Mi rassegnati e, bofonchiando un con permesso, mi allontanai dalla cucina, dirigendomi verso camera. Indossai un yukata semplice sui toni del rosa, il mio preferito. Presi poi una borsa e ci piegai dentro il mio hikizuri – un tipo kimono con lo strascico – e un asciugamano pulito. Intanto che mi preparavo, cercai di riordinare le idee. Non potevo permettermi di far tardi al lavoro tuttavia avevo anche bisogno di un po' di tempo per riflettere su come evitare questi piccoli attriti con mio marito. Quando parlavo con lui, era come se stessi camminando su un pavimento bagnato e io dovessi prestare attenzione a non scivolare.

Una volta pronta, uscii dalla stanza e andai a salutarlo, ricevendo un saluto poco animato e la raccomandazione di non cadere a faccia a terra. Non seppi capire se fosse ironico o meno, dunque non risposi. Quando arrivai alla palestra, Yuzuha era già lì, impegnata a preparare la sala per le lezioni. La sua presenza mi rassicurò immediatamente. Mia sorella maggiore era sempre stata il mio pilastro, il mio punto di riferimento.

𝐁𝐥𝐚𝐧𝐤 𝐒𝐩𝐚𝐜𝐞┋𝕊𝕒𝕟𝕖𝕞𝕚 𝕊𝕙𝕚𝕟𝕒𝕫𝕦𝕘𝕒𝕨𝕒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora