𝗛𝗮 𝗙𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗠𝗮𝗹𝗲

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Mi voltai verso Shinazugawa, cercando di scorgere nel suo sguardo quella familiarità che iniziava a farmi sentire meno fuori posto al suo fianco. Non c'era nulla di nuovo nel suo sguardo, né nel modo in cui mi osservava, eppure quel silenzio tra di noi sembrava più carico del solito. Mi domandai se anche lui lo percepisse.

«Idee su cosa fare?» la sua voce mi riportò alla realtà.

Cosa avrei voluto fare? Per un istante non seppi come rispondere. C'era troppo in quella domanda e troppo poco tempo per trovare una risposta adeguata. Cos'avrei potuto dire? Che avrei voluto essere altrove, lontana da quel flusso di gente, ma non lontana da lui? O che forse desideravo soltanto continuare a camminare, senza una vera destinazione, purché fossimo insieme? Alla fine, scelsi la via più semplice. «Non lo so.» replicai piano, lasciando che la mia incertezza parlasse al posto mio.

Egli annuì e, senza dire altro, ci mettemmo a passeggiare. Era una di quelle serate che parevano essere eterne, dove il tempo si dilatava tra il chiasso e un'infinità di volti sconosciuti. I passanti si muovevano attorno a noi come un fiume in piena, trascinandoci via con essa. La folla era densa, un fiume in piena di corpi in movimento e, presto, mi resi conto di quanto fosse facile perdersi in quel trambusto. Più di una volta mi ritrovai a lottare per non essere separata da mio marito, ma la mia statura non giocava a mio favore. Mi sentii travolta, schiacciata, come se, da un momento all'altro, potessi venire spazzata via. E la cosa peggiore era la totale indifferenza delle persone intorno a me: mi urtavano, mi spingevano, eppure nessuno sembrava accorgersi della mia presenza. Nessuno si fermava per scusarsi, come se fossi invisibile. Ecco uno dei tanti motivi per cui odiavo i posti affollati; non erano solo i numeri, ma l'atteggiamento del prossimo. Capivo che fosse facile scontrarsi in mezzo a tanta confusione, ma un minimo di cortesia non avrebbe guastato. Mi sarebbe anche bastato un minimo cenno del capo.

Era strano pensare a quanto la gentilezza potesse essere rara in contesti del genere. Mi sentii smarrita, sopraffatta dai miei pensieri e, in tutto ciò, non mi accorsi neppure che qualcuno mi si stava avvicinando. All'improvviso, percepii una mano afferrarmi per il polso, tirandomi bruscamente contro qualcosa o, forse, meglio dire, qualcuno. Chiusi gli occhi per lo spavento, il cuore che mi batteva forte nel petto. In pochi istanti la mia mente corse attraverso mille scenari diversi, nessuno dei quali rassicurante. Quando finalmente trovai il coraggio di riaprirli, la prima cosa che vidi furono delle cicatrici. Erano profonde, segnate nella carne, tracciando un percorso che avevo imparato a riconoscere. Immediatamente capii cosa fosse successo: il mio viso era affondato contro il torace dell'uomo che avevo sposato. Potevo sentire il suo respiro caldo sopra la mia testa, il suo costante e regolare battito cardiaco sotto la mia guancia.

«Ti ha fatto male qualcuno?» parve leggermente preoccupato. Il tono severo che usava di solito era velato da una dolcezza che non sentivo spesso, il che mi rasserenò, anche se solo per un istante.

«No.» risposi, timidamente. Il calore del suo corpo mi confortava e, per un momento, mi dimenticai di tutto il resto. Lui non mi aveva ancora lasciata andare e io non avevo nessuna intenzione di staccarmi.

Ci ritrovammo in un angolino, un po' appartato, ma comunque illuminato dalla luce fioca dei lampioni. Era un rifugio temporaneo, lontano dalla confusione, eppure ugualmente vicino. Sembrava che il mondo attorno a noi si fosse improvvisamente fermato, lasciandoci in una bolla di pace e leggerezza. Egli mi teneva ancora stretta, il suo sguardo fisso nei miei occhi, come se stesse cercando qualcosa di più profondo, qualcosa che non si poteva esprimere a parole. In quell'istante, mi sembrò che i nostri cuori battessero allo stesso ritmo, come se fossimo due strumenti accordati alla perfezione. Sentivo la sua forza e la sua vulnerabilità, entrambe racchiuse in quel semplice tocco. 

𝐁𝐥𝐚𝐧𝐤 𝐒𝐩𝐚𝐜𝐞┋𝕊𝕒𝕟𝕖𝕞𝕚 𝕊𝕙𝕚𝕟𝕒𝕫𝕦𝕘𝕒𝕨𝕒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora