𝗦𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗦𝘃𝗲𝗹𝗮𝘁𝗼

75 7 101
                                    

Il cuore mi batteva così forte che lo sentivo pulsare nelle orecchie mentre correvo lungo il corridoio dell'ospedale. Avevo aspettato ore interminabili e il solo pensiero di rivedere Maiko mi faceva muovere più velocemente. Sapevo che non era il momento di farmi sopraffare dall'emozione.

Quando raggiunsi la stanza, spalancai la porta senza pensarci troppo. E lì, davanti a me, mia moglie era seduta sul letto, con il volto contratto in un'espressione furiosa, il camice dell'ospedale addosso e flebo attaccate a ogni braccio.

«Non vi azzardate a toccarmi! So cosa state cercando di fare, mi volete avvelenare!» urlava con voce roca, ma sorprendentemente forte, considerato il fatto che poco tempo prima era stata sul tavolo operatorio. «Lasciatemi! Siete tutti dei complottisti!» continuò, afferrando una scatola di legno dal comodino e minacciando di lanciarla verso il primo malcapitato che osasse avvicinarsi.

«Maiko, calma!» dissi avvicinandomi in fretta per fermare il lancio della scatola.

«E tu chi diamine saresti?» mi chiese con tono brusco, fermandosi di colpo. Mi guardò con occhi stretti, come se cercasse di capire chi fossi.

« ... Sanemi, tuo marito.» tentai di tranquillizzarla, assicurando le infermiere che potevano lasciare la camera. «Adesso ci penso io. È solo leggermente disorientata, tutto sotto controllo.»

Una di loro mi si avvicinò sussurrando: «È normale. È ancora sotto effetto dell'anestesia, può essere un po' confusa. Quando si risveglierà del tutto, non si ricorderà nulla.» annuii, intanto che la ragazza continuava a fissarmi, apparentemente persa nei suoi pensieri. 

«Che stai facendo qui?» domandò di nuovo, ma stavolta con un'espressione diversa, più seria, quasi incantata. Si inclinò leggermente in avanti, scrutandomi meglio.

«Sto cercando di evitare che tu faccia casino.» risposi con una smorfia esasperata.

Ma lei scosse la testa, incredula. «No, no ... tu non puoi essere qui ... tu sei ...» si fermò, spalancando la bocca e coprendosela pochi istanti dopo con entrambe le mani. «Tu sei l'angelo custode!!!»

Mi bloccai. «Cosa?»

«Si!» esclamò. «Sono morta! Ecco perché mi sento così strana ... e tu ... tu sei qui per farmi passare al di là!»

Non potei fare a meno di sconvolgermi maggiormente. «Maiko ... non sei morta. Sei appena uscita da un'operazione, tutto qui.»

«No, no, non puoi mentirmi! Guarda! Ci sono le flebo, il camice, e questa stanza bianca ... è tutto perfettamente chiaro! Sono in paradiso!»

Non sapevo se essere preoccupato o se lasciarmi trascinare dalla sua assurda convinzione. «No, fidati di me. Non sei in paradiso.»

Tuttavia ella continuò a fissarmi con determinazione. «Certo che lo sono! E tu sei qui per scortarmi oltre! Che fai, mi lasci qui ad aspettare o devo firmare qualche modulo celeste?»

«Moduli celesti?» sbattei le palpebre. «Non ci sono moduli, sciocca. Siamo ancora ... vivi.»

«Hmmmppp!» s'imbronciò. «Bugiardo, sei l'angelo custode.»

«No, non lo sono.»

«Smettila, non prenderti gioco di me.» sbuffò. «Sei troppo bello per essere una creatura terrestre.» esordì.

Questa volta rimasi senza parole. «Troppo bello?» ripetei incredulo, un accenno di rossore che mi scaldava le guance.

Lei annuì solenne, come se la questione fosse risolta. «Si, troppo bellobellobellissimissimo. Hai un'aura angelica! Se sostieni di non esserlo, allora perché sei così ... così luminoso? Scommetto che nascondi le ali sotto il kimono!» mi guardò, convinta di aver svelato il mistero del secolo.

𝐁𝐥𝐚𝐧𝐤 𝐒𝐩𝐚𝐜𝐞┋𝕊𝕒𝕟𝕖𝕞𝕚 𝕊𝕙𝕚𝕟𝕒𝕫𝕦𝕘𝕒𝕨𝕒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora