𝗗𝘂𝗺 𝗗𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝘂𝗿, 𝗩𝗶𝘁𝗮 𝗧𝗿𝗮𝗻𝘀𝗰𝘂𝗿𝗿𝗶𝘁

42 7 105
                                    

«'Sera!»

Dinanzi a me, la figura di un uomo alto e snello, dalla carnagione bianca come la neve. Baffi sottili e ben curati adornavano il suo volto, donando al suo elegante vestiario e al suo iconico rigido cappello un'aria ancor più nobiliare. Se solo la sua espressione da ciarlatano non fosse tanto fastidiosa, quasi non mi sarei ricordato di lui.

«Che sei venuto a fare qui?» le parole uscirono dalla mia bocca, spontanee e taglienti. D'altronde, però, non poteva controbattere. Sapeva di non starmi a genio.

Una snervate risata arrivò alle mie orecchie. «Oh, andiamo, è sgarbato da parte tua accogliere così gli ospiti.» mi fece stringere i denti.

Il suo tono, così sprezzante e alienante, era esattamente ciò che mi aspettavo da lui. Non lo avevo mai sopportato e, il fatto che si trovasse ora davanti alla mia porta, non migliorava certo la situazione.

«Non sono dell'umore giusto per le formalità, Igarashi. Di' quello che hai da dire e vattene.» il mio tono era freddo, gelante, eppure venne spudoratamente ignorato da quella sua solita aria di superiorità.

Con una leggera inclinazione della testa, sfiorò il suo copricapo e se lo tolse, rivelando un altro sorriso, che sarebbe potuto sembrare amichevole a chiunque altro, ma che per me era solo molesto. «Ma certo, Shinazugawa-san. Non mi aspettavo niente di meno da te. Sempre così diretto, così ... poco incline a giocare il gioco delle apparenze.» fece un piccolo passo in avanti, avvicinandosi di qualche centimetro. «Ma vedi, non sono qui per te.»

Il mio sguardo si indurì. «Ah, davvero? E per chi, allora?» domandai, già conoscendo la risposta.

Gli occhi del moro si spostarono brevemente verso l'interno della casa, proprio in direzione del corridoio. Il mio stomaco si contrasse. «Maiko, naturalmente. Volevo solo accertarmi che stesse bene. Sai, dopo tutto quello che ha passato, un gesto di cortesia da parte di un amico non guasta mai.»

Le sue parole suonarono come un dolce veleno. Amico? Non sapevo se fossi più irritato dalla sua presenza o dal modo in cui parlava del suo rapporto con lei con tanta familiarità. Lo sguardo si posò su di me per un attimo, come se stesse cercando una reazione, qualcosa che potesse usare a suo favore.

Forse, quello a voler giocare, sei proprio tu ...

«Maiko sta bene.» ribattei, il tono più duro di quanto avrei voluto lasciar trasparire. «E non ha bisogno della tua ... preoccupazione.»

«Oh, non direi.» rispose con un ghigno. «Sai, caro Shinazugawa-san, a volte ci sono cose che solo certi amici possono comprendere. Cose che evidentemente tu ...» fece una pausa volutamente lunga, « ... no, tu proprio non riesci a vedere.»

Mi stava provocando, ovviamente. Eppure, una parte del mio essere non poteva fare a meno di chiedersi cosa volesse dire. Maiko era sempre stata difficile da leggere, ed era vero che il nostro matrimonio non era iniziato nel modo più naturale del mondo. Forse questo tizio stava solo cercando di infilare il coltello nella piaga. O, forse, sapeva qualcosa che io non sapevo.

La tensione nell'aria si fece palpabile e, per un attimo, pensai di chiudergli la porta in faccia. Tuttavia lui parlò di nuovo, rompendo quel breve silenzio. «Posso salutarla? O credi che non sia il momento giusto?»

«Veramente lei non- ...»

«Signor Igarashi, salve.»

La voce della diretta interessata colse entrambi alla sprovvista. Non mi aspettavo che avrebbe avuto la forza di arrivare qui all'ingresso, considerando quanto ancora le facesse male la ferita.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝐁𝐥𝐚𝐧𝐤 𝐒𝐩𝐚𝐜𝐞┋𝕊𝕒𝕟𝕖𝕞𝕚 𝕊𝕙𝕚𝕟𝕒𝕫𝕦𝕘𝕒𝕨𝕒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora