16. Una parola di troppo

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Hailee

É successo tutto troppo in fretta. Io e lui, tutto quello che abbiamo represso. Tutto quello che i nostri corpi urlavano da sempre, è stato confessato. I suoi baci, le sue carezze... sono come li ho sempre immaginati. Ho creduto ad ogni parola che è uscita da quella bocca. So che di lui mi posso fidare, che lui è la persona che mi può difendere e amare più di chiunque altro. So che sarà difficile abituarsi a quello che diventeremo, so che amerò Logan fino all'ultimo respiro. Voglio essere davvero quel faro per Logan. Quel posto speciale. Quel tatuaggio dedicato a me e a nessun'altra.
Cavolo... nessun'altra.

Avrei voluto fare l'amore in spiaggia, nel nostro elemento che ci accomuna da quando siamo piccoli. Perderci e ritrovarci in ogni respiro, gemito, bacio e sorriso. Assaporare quello che siamo e che saremo, ma ha ragione lui...viviamocela. Un passo alla volta.

«Logan, attento! Non correre!» gli stringo il braccio quando sorpassa una macchina mentre un'altra ci viene quasi addosso. La statale sulla costiera la sta percorrendo a cento km/h e sto avendo un po' di paura, ma non mi ascolta. «Logan!» urlò ancora.

«Hanno rotto il cazzo, Hailee. Non sai quante volte hanno provocato me e gli altri senza alcun motivo da quando siamo al college», stringe il volante talmente forte da avere le nocche bianche. «Non volevamo arrivare a questo...»

«A cosa?»

«Arrivare alle mani o marcare il territorio!» guarda la strada con uno sguardo folle.

«Perché non me lo hai detto?»

«Perché non c'entravi niente, né tu e né Brianna.» Capisco perché dice così, hanno sempre cercato di proteggerci.

«Prima di Taylor?» Chiedo timorosa.

«Anche. Hanno talmente tanti soldi che non sanno come usarli e li sperperano drogandosi, ubriacandosi e quindi rompere il cazzo. Ti ricordi quando sono tornato con il taglio sullo zigomo un mese fa?» Un taglio che ha gonfiato il suo zigomo per una settimana intera.

«Ho come l'impressione che non è stata la tavola di Aiden...», mi tengo al sedile, perché continua a correre.

«Già, è stato Philippe, il migliore amico di Sean. Perché? Aveva voglia di vincere a surf, ovviamente non ha vinto e mi ha provocato dicendomi che voleva scoparti!»

«Philippe?» deglutisco a fatica. Philippe, il ragazzo al Wave. Per questo si provocavano quella sera.

«Bella merda, eh?»
Il molo di Santa Monica si staglia davanti a noi e Logan accelera nuovamente.

«Che intenzioni hai?» fisso la strada, cercando di non farmi venire un attacco di panico. Non possono venire alle mani un'altra volta. Logan posteggia la macchina, e mi chiede di non scendere. Ma io non lo faccio e nonostante sia rimasta con la sua maglia addosso e scalza, scendo. Chiudo lo sportello e faccio il giro della jeep raggiungendolo.

«Stai in macchina, Hailee» mi ordina camminando spedito verso il molo.

«Non ci penso neanche!» lui impreca e io continuo a seguirlo tenendomi la maglia lungo i fianchi e correndo in punta piedi.
«Troveremo il modo, vero?» gli urlo mentre si avvicina  al molo.

«Per cosa?» non mi guarda neanche e di questo ho paura. Logan è perso nella sua rabbia. «Torna in macchina Hailee, non farmelo ripetere.»

«Logan!» urlo ancora, tirandolo dalla camicia prima di salire le scale del molo. Finalmente mi guarda, cercando di mantenere la calma.

«Possiamo parlarne dopo? Aiden e John hanno bisogno di me e tu, per favore, torna in macchina cazzo!» freme sul posto, i pugni serrati contro le cosce.

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