17. Ci apperteniamo

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Logan

Sono le sette di mattina e io dovrei essere in spiaggia a fare surf, poi andare a lezione alle nove, invece sto osservando Hailee dormire accanto a me. La sua schiena dorata con qualche neo a decorarla si alza e si abbassa lentamente ad ogni respiro silenzioso che lei fa. Un lembo del lenzuolo copre il fianco destro e la curva deliziosa del sedere. Osservo ogni dettaglio del suo corpo, che adesso posso finalmente dire di conoscerlo del tutto. I miei occhi si fanno strada verso la schiena, finendo sul viso per metà affondato nel cuscino e mi viene un groppo in gola quando quel piccolo taglio sulla tempia all'attaccatura dei capelli entra nel mio campo visivo.

Vorrei che ieri sera non fosse successo nulla, che Hailee avesse ascoltato Aiden, che non avesse provato a fermarmi. Che io non avessi reagito in quel modo che non mi è mai appartenuto. Non nascondo che ho fatto a pugni per delle stronzate adolescenziali, per dare man forte ad Aiden e viceversa e sì, per proteggere Hailee al liceo. Ma non sono mai stato un ragazzo che perde il controllo in quel modo. Ma ieri, si trattava della ragazza che amo, che adesso dorme al mio fianco nuda.

Non farò mai del male ad Hailee, io lo so e lei lo sa. È stato un incidente, mentre ero accecato dalla rabbia. Sentire parlare in quel modo di Brianna, di Camille e soprattutto della mia Hailee, ha acceso quella scintilla che nessuno era stato in grado di far divampare e farmi esplodere in quella maniera. Non permetto a nessuno di parlare in quel modo di lei e sono pronto a sfidare anche Sean quando si permetterà di parlare con lei. Non mi interessa chi può scagliarmi contro, non ho paura di loro. 

Un piccolo movimento di Hailee mi porta alla realtà. Accuccia ancora di più il viso nel cuscino e fa scivolare le braccia sotto stiracchiandosi. Quante volte l'ha fatto in passato contro il mio petto? E io che mi beavo della sua espressione buffa e la voglia di baciarla? Tante, non riesco neanche a contarle.

Mi tiro su, mi posiziono su di lei senza poggiarmi al suo corpo caldo e delizioso. Delicatamente sposto il lenzuolo che copre parte del sedere tonico messo in evidenza dal perizoma nero e cazzo, quanta voglio ho di strapparglielo di dosso. Le mie labbra si posano al centro delle fossette di Venere, scenderei più giù ad assaggiarla ancora, ma magari dopo. Continuo a baciarle la colonna vertebrale, centimetro dopo centimetro e la voglia di lei aumenta, secondo dopo secondo. Si muove di nuovo e sorrido contro la sua pelle che reagisce ai miei baci, ha i brividi. Andiamo, svegliati piccola mia.

Arrivo alla sommità delle scapole e un piccolo gemito la tradisce. La mordo e geme ancora. «Lo so che sei sveglia», mi spingo contro di lei e faccio una fatica immane a non andare oltre. Ci sto provando con tutto me stesso. Muove il sedere contro di me e... Cristo. La mia erezione mattutina aumenta a quel lieve strusciare. Lentamente si gira sotto il mio corpo volontariamente, fa sfiorare i capezzoli contro i pettorali e cazzo, buongiorno a me. Occhi assonnati, labbra gonfie per il sonno, sorriso innocente e il suo seno sodo e alto che non chiede altro che essere baciato. «Buongiorno», sibilo incantato.

«Buongiorno» risponde assonnata allungando il collo, sfiorando il naso con il suo. Mi bacia tirandomi addosso a lei per goderci il bacio del buongiorno. Starei ore così a saziarmi di lei. Inserisco il braccio sotto la schiena e le avvolgo la vita, capovolgo tutto e sto da Dio quando si adagia in modo ipnotico sulla mia erezione mattutina, senza distogliere lo sguardo dal mio, mentre poggio la schiena alla testata del letto.

«Come stai?» Le chiedo con voce rauca allungando la mano verso il viso, sfiorando la piccola ferita sulla tempia, mentre le dita l'altra mano affondano nella coscia.

«Sto bene. Guardarmi» adagia le mani sul mio petto.

«Oh sì, ti sto guardando cazzo», cerco di sdrammatizzare, facendo vagare lo sguardo sul suo seno nudo. Lei si imbarazza e mi da un leggero pugno sul petto. Rido e per fortuna contagio anche lei. «Lo so che stai bene, ma voglio esserne sicuro. Non mi sarei mai perdonato se ti avessi...», sbuffo pensando alle conseguenze se l'avessi colpita con un pugno in pieno viso. Ma sta bene adesso e mi sento leggero come una piuma. Quando ieri è svenuta, ho sentito il mio cuore cedere per qualche istante prima di capire che il suo batteva.

Con Tutto Il Mio CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora