Capitolo 6

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SABATO 19 LUGLIO, 2003

Theo era già dentro l'ufficio poco illuminato quando arrivò Leech. Leech aprì la serratura ed entro, la porta si bloccò leggermente e le sue vesti frusciarono mentre si dirigeva verso la sua scrivania ingombra di casse e scartoffie.

Stava scivolando dietro il legno sfregiato, borbottando tra sé e sé, quando trasalì e si immobilizzò alla vista di Theo che se ne stava spaparanzato sulla poltrona degli ospiti, con una gamba accavallata sull'altra e i gomiti sui braccioli della sedia, facendo roteare la bacchetta tra le dita.

"Nott." Il suo volto era vuoto, ma la sua voce era tesa.

"Ciao, Leech". Theo fece ruotare la bacchetta. "Mi servirà una lista". E sorrise con cattiveria.

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Hermione sapeva cosa ci si aspettasse da lei. Ci si aspettava che si presentasse in jeans babbani e con una vecchia t-shirt, indossando le più vecchie scarpe, per mostrare a Malfoy che non poteva dirle cosa fare. Poi si sarebbe offesa quando i folletti l'avrebbero trattata come una ragazza pigra del sesto anno, e lui le avrebbe fatto la predica su quanto fosse ottusa per essere una strega apparentemente intelligente, e lei avrebbe sbuffato in sfida.

Aveva scelto l'altra opzione, quella di vestirsi come la sua bambola e di risentirsi quando avrebbe funzionato.

Indossò il nero. Un abito dal taglio sottile. Una veste estiva delicata e alla moda. I suoi tacchi più alti, ammortizzati. La collana di zaffiri. (Un rischio calcolato. I folletti non avrebbero apprezzato il possesso da parte di un mago del loro lavoro, ma avrebbero riconosciuto il pezzo dai sotterranei). Eliminò con un incantesimo il crespo dai suoi riccioli. Applicò un rossetto per le labbra. Non sarebbe sembrata la pupilla impoverita di Malfoy.

Quando entrò nel salotto condiviso, Malfoy la stava aspettando sul suo divano, intento ad evocare serpenti. Alzò lo sguardo quando lei si chiuse la porta alle spalle e si alzò, facendo sparire la massa che si contorceva sul cuscino accanto a lui. Era vestito di nero, il tatuaggio di Azkaban spiccava sulla gola pallida, i capelli gli scendevano dalla fronte. I suoi occhi la scrutarono, soffermandosi sul rossetto e sulla collana. Disse solo, "Andiamo?".

Si diressero verso il Paiolo Magico, con gli occhi di lui sulla clavicola di lei ogni volta che lei si voltava, e uscirono dal camino nel solito caos. Malfoy le teneva il gomito, spostandola rapidamente verso Diagon Alley, e lei sentiva la cicatrice pungere e pizzicare non lontano dalle sue dita ossute—non lontano dalla sponda che le ricordava Bellatrix.

"Sei tesa", sibilò Malfoy, come se non fosse teso lui stesso.

"Ai Goblin non piaccio," disse Hermione mentre la Gringott si profilava davanti a loro. Uno degli almeno cinque motivi per cui era tesa.

"Questo tende a succedere ogni volta che sei personalmente il motivo dei nuovi protocolli di sicurezza". Malfoy scrutò gli acquirenti che circondavano l'ingresso mentre borbottava: "E io sono quello che hanno mandato in prigione".

Marmo bianco, gradini bianchi e poi porte di bronzo brunito. Malfoy la accompagnò all'interno con la sua maledetta mano all'altezza della schiena, la debole luce del sole mattutino che lasciava il posto al fumo delle candele, gli alti banchi dei cassieri, le bilance d'ottone, i tacchi alti di Hermione che tintinnavano sul pavimento di piastrelle. Malfoy la tenne vicina mentre venivano condotti in un ufficio scuro e riccamente arredato—il suo corpo era inclinato verso di lei, con leggeri tocchi alla schiena e al gomito che la spingevano appena davanti a lui. Quando il ragazzo che palpava le ragazze nei corridoi di Hogwarts era diventato quest'uomo?

Malfoy la accompagnò alla sua sedia prima di sedersi lui stesso alla sua sinistra, e prendere il comando dell'incontro, con un tono più brusco di quello che avrebbe usato Hermione. Lui parlò con sicurezza di ciò che lei voleva, guardandola per avere una conferma. Lei annuì, non stupita, mentre lui ritagliava tutti i beni che lei aveva portato nel matrimonio, nonché il suo futuro stipendio e i suoi interessi.

Bloody, Slutty, and Pathetic | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora