Will Solace

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Will fasciò il braccio della figlia di Ecate che gli sorrise dolcemente, arrossendo fino alle radici dei capelli.
-Ora puoi andare, Dienne -
La semidia balbettò qualcosa e corse via, incrociando per la strada un divertito Nico Di Angelo.
- Perchè tutte le ragazzine che escono da quella porta sembrano essere stati in una fornace? Insomma sono rossissime e sulle loro guance potrei cuocere qualche hamburger- sbuffò il figlio di Ade.
- Il fascino di Apollo - si vantò Will -Sei venuto per i tre giorni in infermeria, giusto? -
Nella luce accecante dell'infermeria i capelli di Will erano fili d'oro e riflettevano la luce bianca.
Gli occhi azzurri riflettevano il cielo estivo e lo fissavano divertiti e sorridenti.
Nico non si sentiva in vena di dormire per tre giorni ma Will non gli aveva lasciato molta scelta.
-Death-boy quello è il tuo paravento , questo è il tuo pigiama, e se serve abbiamo alcuni libri trascritti dai satiri in greco. Sono bestseller tra i mortali. E anche qui...più che altro tra i figli di Atena, Ecate e Demetra. E in parte anche fra noi di Apollo. Alcuni li abbiamo venduti alle Cacciatrici. Loro apprezzano Hunger Games. Credo perché Katniss poteva essere benissimo una di loro. Poi si è innamorata...ma vabbè. -
-Non chiamarmi Death-boy, quel pigiama è bianco e non lo metterò mai e mi piacerebbe iniziare con Divergent...ne ho sentito parlare bene.-
-Tu metterai il pigiama bianco Death-boy e sappi che dovresti scegliere qualcosa di più leggero. A me piace Divergent ma...perché non partiamo proprio da Hunger Games? Che è meglio no?-
-Oh e va bene. Dammi Hunger Games. Ma mi rifiuto di vestire di bianco. Solo le spose dovrebbero -
Will alzò gli occhi al cielo.
Quel ragazzo era tremendo.
Reyna, il pretore romano comparve sulla soglia e Nico si scagliò nella sua direzione.
-Quello è pazzo.- fece con aria lamentosa (ma riusciva a nasconderla bene) -Io non voglio vestire di bianco-
Reyna fissò confusa i due ragazzi.
- Nico perché sei in infermeria? Per Giove, stai poco bene? Vuoi un po ' d'acqua? Che c'entra il bianco? -
Il pretore iniziava a sentirsi confusa.
-Non preoccuparti, Reyna, devo solo controllare che si riprenda dai viaggi- ombra. starà benone- la rassicurò Will mettendo su il suo magnifico sorriso rassicurante.
Reyna si calmò all'istante.
Nico sentì il bisogno di schiaffeggiarsi.
Aveva davvero pensato che il capo cabina di Apollo avesse un magnifico sorriso rassicurante?
Stava male.
Veramente male.
Altro che semplici controlli.
- Va bene. Io sono qui per assicurarmi che Joshua, il figlio di Cerere, stia bene -
-Ah, si chiama così? Continuava a chiamarmi graecus schifoso mi stavo preoccupando di possibili danni cerebrali - ironizzò Will con aria leggermente irritata.
-Ripensandoci, forse non mi interessa molto la sua salute -
-No ti prego , portalo via! Ha detto...non ha detto cose molto carine. E non si è limitato agli insulti sulle mie origini greche.-
Will si rabbuiò e i suoi occhi virarono sul grigio temporalesco.
- Cosa ti ha detto? -
- Ha insultato...il mio modo di essere, ecco. -
Un ragazzo apparve sulla porta.
I capelli biondo grano erano molto scuri e Nico li confrontò con quelli del suo dottore.
Quelli di Will brillavano nella luce mentre quelli del ragazzo sembravano spenti.
-Joshua. Sei pronto a partire? O ti serve altro tempo? - fece pratica Reyna.
- Non intendo passare altro tempo con un frocio come quello per dottore- fece il figlio di Cerere fissando storto Will.
Nico sobbalzò e Reyna spostò lo sguardo su Will, una smorfia di dispiacere e scuse sul viso.
Il figlio di Apollo abbassò lo sguardo.
Gli occhi azzurri scintillavano di rabbia e tristezza.
Joshua lasciò l'infermiera con aria di superiorità.
Reyna strinse una spalla a Will che le fece segno di andare,scuotendo la testa cercando di essere rassicurante.
Il pretore lasciò la stanza esitante.
Will crollò al suolo.
- Se ti faccio schifo, posso chiamare qualche mio fratello - sussurrò tra le lacrime.
Nico sorrise comprensivo.
Smise subito.
I muscoli facciali non erano allenati.
- Will...sei il semidio dottore migliore del mondo e non vorrei nessun altro a curarmi. - si inginocchiò al suo fianco.
- Ma sono...-
-Sei come tutti gli altri. E non c'è niente di male ad avere gusti diversi. Ok? Credimi, io lo so -
Gli occhi di Will erano lucidi e grandi e l'azzurro aveva invaso il nero della pupilla.
- Ma...non ti faccio schifo? -
-No, Will. Per niente -

Dopo Gea (Percabeth e Caleo )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora