23-seconda partita

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Oggi si giocherà la seconda partita dell'europeo, ovvero contro l'Italia.
Non sono molto agitata, insomma si l'Italia è campione d'europa per il momento, ma allo stesso tempo noi siamo forti e abbiamo le capacità per poterla battere, lo scorso europeo l'abbiamo perso proprio contro di loro, ma ai rigori, eravamo praticamente sullo stesso livello, abbiamo avuto solo un briciolo di sfortuna rispetto a loro.
Quest'anno sono cambiate tantissime cose, abbiamo preso nuovi giocatori e anche molto forti, abbiamo tenuto i veterani e siamo pronti a batterla.
Abbiamo fame e voglio di vincere qualsiasi partita, niente e nessuno ci fermerà questa volta, sento la vittoria in tasca.
A differenza mia, i giocatori, hanno un'ansia terribile, non perché pensino di essere più scarsi, ma anche contro la squadra più scarsa del mondo, hanno ansia, lo so perché il mio migliore amico è così ansioso da quando è nato, lo conosco a puntino.
Lo sveglio, dato che mi sono svegliata prima di lui e aspetto che si prepari.
Nel religioso silenzio pre partita, andiamo a fare colazione e li incontro mio papà, Lamine e il resto dei ragazzi.
Facciamo colazione tutti insieme, come di consueto e poi andiamo verso il bus dato che questa volta giocheremo in uno stadio poco più lontano rispetto a quello dell'altra volta.
Mi siedo vicino a Pedri, un po' per tranquillizzarlo, ma anche un po' per scaramanzia.
Avrei voluto e dovuto calmarlo, però sono finita appoggiata alla sua spalla a dormire come un ghiro.
Infatti, dopo un bel po di tempo, mi sento scuotere abbastanza forte.

-Vita, dai svegliati sono due ore che ti scuoto-
-Mh, cinque minuti-
-Matilde ti ordino di svegliarti-
-E chi sei per ordinarmi le cose?- dico ancora mezza addormentata
-Il tuo migliore amico-
-Allora mi sveglio-
-Sarebbe decisamente ora- dice ridendo

Appena apro gli occhi mi accorgo che i giocatori si stavano già alzando e scendendo dal bus, quindi mi sbrigo a recuperare le mie poche cose che mi sono portata e scendo anche io, chiaramente do la buona fortuna ai miei due uomini preferiti, Pedri e Lamine.
Vado sempre verso le tribune, che oggi sono pienissime rispetto alla scorsa partita e mi accomodo, sperando di trovare qualcuno con cui stare, anche se avere del tempo per me non mi dispiacerebbe affatto.
Vedo entrare i ragazzi in campo e ovviamente il mio sguardo cade proprio su Lamine, che con il suo sorriso smagliante, mi lancia un'occhiata.
Intanto che loro si riscaldano, io guardo un po' il telefono e ne approfitto per chiamare mia mamma, nonostante tutto resta sempre una delle persone più importanti della mia vita, e anche se si sta traferendo a Valencia con il suo nuovo fidanzato, voglio sapere come sta e cosa fa.
La chiamo, ma non ricevo risposta, quando avrà tempo mi richiamerà no?
Nel mentre la partita comincia e mollo qualsiasi cosa per non perdermene nemmeno un minuto.
Lamine ha giocato molto bene, come al suo solito, ma comunque non è riuscito a fare gol, so benissimo che è sempre un suo obbiettivo, ma spesso bisogna anche vedere il bene della squadra prima del proprio e lui lo capisce sempre.
Infatti, la partita si conclude 1-0 per noi, grazie all'autogol dell'Italia, mi dispiace per loro perché hanno fatto una bella partita, ma sono anche felice per aver vinto la seconda partita di fila.
Senza aspettare troppo, raggiungo i miei due amori dagli spogliatoi, ovviamente rispettando la loro lentezza nel lavarsi, pensare che si lamentano di me.

-Mati-
-Ei, hai giocato benissimo- dico abbracciandolo e baciandolo
-Grazie, eri sola nelle tribune però-
-Ah si, ma devo dirti che non sono stata male-
-Sicura?-
-Si certo, amo stare da sola a volte-
-Bene sono contento-
-Anche io-
-Ho già la testa sulla prossima sai-
-Goditi la vittoria hai tempo a pensare-
-Ho l'ansia costante-
-Ei stai giocando da dio, dimostri sempre più il giocatore che sei, non devi preoccuparti di nulla, hai degli amici fantastici che ti sostengono sempre-
-Poi ho te-
-Certo che faccio sempre il tifo-

Dopo esserci baciati e aver aspettato gli altri, andiamo verso il bus che ormai ci stava aspettando per rincasare in hotel.
La giornata è stata pesante per tutti, in particolare per i calciatori, ma siamo tutti fieri di aver portato a casa altri tre punti fondamentali per la qualificazione agli ottavi.
Senza troppi giri parole, io sono crollata dal primo secondo che sono entrata nella mia camera, giusto il tempo di mettermi il pigiama e dare la buonanotte ai miei due compagni di stanza.

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