Capitolo 11 - Fantastica realtà

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Zack scoppia a ridere non appena gli racconto quello che è successo, ovviamente dopo una bella crisi di pianto e avere finito tutte le lacrime. Questa reazione del tutto inappropriata mi fa saltare tutti i nervi presenti nel corpo. «Che ci trovi di tanto divertente?» sbraito

Sospira scuotendo leggermente la testa. «Non hai nulla di che preoccuparti. Lo ha fatto apposta.»

C'era da immaginarselo che sostenesse il suo amico... «A trattarmi come un'idiota?»

«No, provocandoti nella speranza di una reazione.»

In effetti questo punto di vista non lo avevo considerato. «Anche se fosse come dici, non è stato molto gentile da parte sua. C'è modo e modo per motivare qualcuno.»

Zack sospira, questa volta leggermente abbattuto. «Amy, ormai dovresti conoscere Allen e il suo carattere. Ti vuole molto bene, ha solo un modo strano per dimostrarlo.»

Sarà, secondo me si sono messi d'accordo per farmi passare dalla parte del torto. «Anche con te si è comportato così, anni fa?» chiedo con un'acidità che non mi appartiene, ma che in questo momento sento come una preziosa alleata.

Il verso di Zack è più che esplicativo. «Anche peggio.»

Ancora non sono così convinta.

«Perché domani non torni al ristorante?» propone con la solita allegria spensierata.

Beato lui, quanto vorrei il suo carattere leggero. Adesso sono io a buttare fuori tutta l'aria dai polmoni. «Perché non ho voglia di vederlo.»

«Prima o poi dovrà succedere.»

«Sì e dovrò resistere alla tentazione di tirargli un pugno.» ammetto in un misto di rabbia e dispiacere.

«Sbattigli in faccia un piatto da cinque stelle, gli farà più male.»

«Mi piacerebbe, se solo avessi mezza idea.»

«Arriverà, non preoccuparti.»

«Ma non ho più tempo.» piagnucolo abbassando lo sguardo.

Tuttavia sono costretta a rialzarlo quando Zack afferra le mie spalle, sorridendo bonario e incoraggiante. «Quando smetti di combatterlo, il tempo diventa tuo alleato. Ogni secondo è importante.»

Forse ha ragione, anche se non ne sono così convinta.

Mi sento leggermente meglio, ma non abbastanza da prendere sonno. Da quando Zack se ne è andato, questo piccolo appartamento di cui vado estremamente fiera è diventato soffocante, le pareti sembrano stringersi, pronte per stritolarmi e lasciarmi sul pavimento priva di forze.

Al diavolo, ho bisogno d'aria così prendo la borsa ed esco.

È notte fonda e per fortuna, essendo nel cuore dell'estate, le strade sono ancora piene di persone che vanno e vengono. Non è un quartiere pericoloso e ci sono parecchi controlli ai lati delle strade, ecco perché non ho paura a inoltrarmi nelle vie della città.

Camminare fa bene, non solo sto scaricando la rabbia, ma c'è anche la possibilità che il mio cervello si metta in moto per organizzare l'ultimo, ipotetico piatto che tanto mi sta tormentando.

Inconsciamente condizionati dalle parole di Zack, i piedi mi conducono di fronte al ristorante. Il silenzio che mi accoglie è quasi inquietante, ma è una sensazione che si annulla quando entro in cucina e accendo le luci, per fortuna in borsa ho ancora la copia delle chiavi. Mi dirigo verso il lavandino accarezzando la fredda superficie tirata a lucido. Ripenso al mio primo giorno da lavapiatti, all'invidia che provavo verso coloro che lavoravano spalla a spalla con un uomo che nemmeno mi degnava di uno sguardo... ma che in realtà, probabilmente, studiava ogni mia mossa e che, forse, parlava ad alta voce per farsi sentire fino alla postazione di pulizia, dove ero alle prese con stoviglie e incrostazioni.

Macaron Love - Gerini Alice (racconto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora