Capitolo 12 - Sì, chef!

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Lavoro permettendo, nelle ultime settimane Allen mi è stato vicino in ogni momento e non solo come "giudice", ma anche come insegnante, suggeritore e uomo. Certo non abbiamo tutti questi ritagli romantici, ma ho scoperto che mi basta anche stare abbracciati sul divano a guardare un film, con lui che si addormenta già ai titoli di testa. L'importante è stare insieme. A lavoro è un uomo duro, deciso e a volte persino irritante, ma fuori e dentro le mura di casa è la perfetta rappresentazione della dolcezza e della tenerezza. Se dovessi paragonarlo a un piatto, sarebbe una torta Sacher: dolce e amara - se si usa una confettura di arance senza zucchero, una delle mie preferite -, ma che ti lascia un sacco di buonumore una volta leccata anche l'ultima briciola.

L'uomo che tanto ha tormentato i miei sogni finalmente è qui con me.

Una persona che ti ama con onestà e rispetto, del buon cibo, degli ottimi amici e la serenità nel cuore sono il Paradiso sulla terra.

Ormai anche lo staff del ristorante è a conoscenza della nostra prossima partenza verso la gara, tutti hanno assaggiato le diverse pietanze che sottoporrò alla giuria e sono rimasti particolarmente colpiti, non mi stupirebbe se venissi a sapere che sono stata sottovalutata in questi mesi. Ma va bene così, amo la sorpresa nei loro volti e che soddisfazione vedere la gente emozionarsi per qualcosa che ho cucinato!

Insomma, tra una cosa e l'altra il tempo è volato e ad oggi mancano solo due giorni alla partenza per Parigi.

«Hai preso i biglietti?» chiedo per l'ennesima volta, controllando la lista di tutto quello che dobbiamo portare in Europa.

Allen sospira alzando gli occhi al cielo senza a trattenere un sorriso divertito. «Sì, tu ricorda di prendere tutta l'attrezzatura.»

Mi sento sbiancare. «In che senso?».

«Non è detto che alla gara ci sarà tutto quello che potrebbe servirti. Per esempio, lo scorso anno non c'era il termometro e un ragazzo tedesco è andato in panico, ha abbandonato la gara e da secondo è passato a ultimo.»

Non so cosa dire, ogni muscolo del corpo si sta paralizzando e tutte le paranoie assillanti degli ultimi giorni prendono vita, trasformandosi nella più terribile delle ipotesi: arrivare ultima in uno schiocco di dita, per colpa di una sciocchezza.

Allen deve avere notato il mio stato d'animo allarmato, si avvicina rassicurante facendo scivolare le mani sui miei fianchi, di norma questa cosa mi ecciterebbe all'istante ma non adesso. «Dai, ti prendevo in giro, ci sarà tutto ciò di cui avrai bisogno.»

Lo spintono appena ma resto comunque tra le sue braccia. «Che cavolo!» sbotto. «Sai che sono nervosa di mio, perché gettare altra benzina sul fuoco?»

Si limita ad alzare le labbra con fare malizioso. «Ci sarà tutto.» ribadisce per infondermi maggiore sicurezza. «Ma se vuoi un consiglio, porta il tuo set di coltelli. Quelli sono molto personali, ogni chef ha il suo. Impugnatura, leggerezza e curvatura della lama non sono caratteristiche generiche, con i tuoi avrai più dimestichezza e fiducia.» esita qualche istante prima di schioccarmi un bacetto sulla punta del naso. «Ora però direi di mangiare qualcosa. Ti va di preparare una delle tredici portate?» alza il cellulare nascosto dentro una tasca dei jeans. «Ti cronometro.»

Sono settimane che mi alleno a preparare tutto alla perfezione e anche oggi non farò eccezione.

Sollevo la testa con fierezza, pronta a tutto pur di non deluderlo. «Sì, chef!»

I suoi occhi sono la perfetta rappresentazione dell'amore e della fiducia. Se mi guardassi allo specchio in questo momento sono sicura che avrei la stessa espressione.

Ancora una volta ho la certezza che al suo fianco nulla potrà spaventarmi e questo è più importante di qualsiasi altro primo posto.

Macaron Love - Gerini Alice (racconto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora