16. In ascensore

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SARA'S POV

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SARA'S POV

Siamo appena arrivati e il pullman si è fermato davanti allo stadio. Sono le otto meno un quarto, i ragazzi devono fare un po' di riscaldamento ed esercitarsi, da quel che mi ha detto Lamine. Stiamo scendendo dall'autobus ed entrando nella grande struttura. Io e Camila andiamo a sederci sugli spalti, dove mi ha indicato il mio fratellastro. Loro vanno a cambiarsi e poco dopo escono tutti quanti. Io decido di cambiare il nome di Lamine su Whatsapp, non mi sembra più giusto tenerlo salvato come: "Rompi coglioni 🥱" e perciò scelgo come nome: "LaMiaMetà❤️‍🩹🏡"

Come cuore ho scelto quello bendato per un motivo: è riuscito a far cambiare il mio pensiero, su me stessa. Ha guarito ciò che sembrava impossibile da guarire, e molto probabilmente sarebbe stato davvero impossibile se fossi andata avanti con quei pensieri. Mi autodistruggevo e basta.

Dopo una decina di minuti arriva una donna, credo che sia proprio la mamma di Lamine, perché ha un bimbo in braccio e sta venendo verso di noi.

«Ciao.»
La saluto io sorridendo, e poi Camila fa lo stesso.

«Ciao ragazze, voi dovreste essere Sara e Camila?»
Ci chiede la donna indicando prima me e poi la mia migliore amica.

La mamma di Lamine non l'avevo mai conosciuta, o forse l'avrò vista qualche volta di sfuggita da piccola, perché mio papà ha divorziato con lei fin da quando Lamine era piccolo. Però lui la vedeva e sentiva diverse volte, nonostante tutto rimane sempre la madre.

«Sì, esatto.»
Le dico.

«Piacere, io sono Sheila. Lamine mi ha parlato diverse volte di voi.»
Ci annuncia lei.

«Ne siamo felici. Lui è Keyne?»
Domando io.

«Già.»
Annuisce lei.

«Che bello che sei.»
Gli dico io, e lui sorride. Camila in tutto ciò era concentrata su Fermín, ovviamente.
«Posso prenderlo in braccio?»
Chiedo dopo.

«Certo.»
Acconsente lei.

«Sei bellissima.»
Mi dice il piccolo.

Io sorrido.

Io e Sheila iniziamo a parlare e alla fine Cami si aggiunge alla chiacchierata tra me e la donna. Pian piano lo stadio inizia a riempirsi e si avvicina sempre di più l'inizio della partita.

Siamo tutti in piedi a cantare l'inno. Anche l'Italia ha cantato il proprio. La partita inizia, e già da subito ci accorgiamo tutti che il portiere dell'Italia: Donnarumma, è molto forte.

Nico ha provato a fare goal, ma niente, non ci è riuscito. Lamine fa un passaggio per Morata, ma Donnarumma la para. Noi proviamo a fare goal un'altra volta, ma niente. La pausa di un quarto d'ora è appena finita, e adesso sta iniziando il secondo tempo. Al 55' Calafiori fa un autogoal. Siamo 1-0. Abbiamo provato a fare qualche altro goal, ma la partita finisce così. Abbiamo vinto anche questa!

I ragazzi vanno a farsi la doccia, lo stadio inizia a svuotarsi ed io, Camila, Sheila e il piccolo Keyne andiamo ad aspettarli fuori.

Dopo un po' escono tutti quanti e Lamine corre ad abbracciare la madre, il fratellino e infine me, mi stringe in un abbraccio caloroso, pieno di amore e gioia.

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Io poi vado da Nico per dirgli che anche se non ha fatto goal è andato alla grande. Lui mi abbraccia.

Dopo andiamo tutti ad un bar, perché c'era chi aveva fame e chi sete, e non avremmo cenato, perché il ristorante dell'hotel chiudeva alle nove, ed ormai erano le undici. Entriamo in questo bar ed io e Camila prendiamo la Coca Cola, Lamine ed i ragazzi una bottiglietta d'acqua ciascuno e prendiamo delle patatine in busta.

Ci sediamo tutti ad un tavolino ed io come una bambina faccio il giochetto dell'alfabeto con la linguetta della lattina, indovinate che lettera esce? Proprio la L.

Finiamo tutti quanti di mangiare e bere, ed infine saliamo sul pullman. Noi sei ci siamo messi ai posti dell'andata, tutti proprio nel posto di qualche ora prima. Io ho troppo sonno, infatti non appena mi siedo sul sedile mi addormento.

«Sara.»
Mi chiama qualcuno.

«Mh?»
Dico io ancora mezza addormentata.

«Sara svegliati. Siamo arrivati all'hotel.»
Mi accorgo che è la sua voce a chiamarmi, perciò apro immediatamente gli occhi.

Mi rendo conto che ero appoggiata con la testa sulla sua spalla.

«Ti ho dato fastidio? Cioè intendo, la spalla, ti ha dato fastidio il fatto che mi sono addormentata addosso a te?»
Chiedo un po' impacciata.

«No. No Sara. Anzi, fosse per me sarei stato così ore e ore.»
Mi confessa lui sottovoce.

Mi guardo intorno; ormai l'autobus è praticamente vuoto. Allora gli lascio un veloce bacio sulla guancia, non sulle labbra perché non si sa mai che ci potrebbe essere qualche paparazzo in giro o anche solo uno dei suoi compagni di squadra.

Scendiamo dal pullman e prendiamo l'ascensore, dentro di esso ci siamo solo io e lui, Lamine si avvicina a me facendomi indietreggiare, fino a toccare la parete gelida di acciaio. La sua mano sinistra è fissa sul mio fianco destro, mentre la sua mano destra è sulla mia guancia sinistra, mi sta spostando i capelli dal viso e infine le mie labbra si trovano sulle sue. Al semplice bacio a stampo si aggiungono le nostre lingue, che sono ormai impegnate in una danza veloce e con un ritmo incalzante. Quando sentiamo il rumore dell'ascensore aprirsi ci stacchiamo all'istante e ci ricomponiamo entrambi.

L'ascensore si è appena fermato sul suo piano, lui mi lascia un bacio sulla guancia e se ne torna in stanza. Io clicco sul pulsante del mio piano. Avrei potuto fare le scale? Certo, ma avrei camminato come una scema, perché nonostante questo sia uno dei tanti baci, fanno sempre lo stesso effetto; le farfalle nello stomaco, le gambe che tremano e gli occhi che brillano al solo pensiero di quel ragazzo magnifico con un sorriso meraviglioso.

Sono arrivata davanti alla mia camera, entro e trovo Camila che è ancora sveglia mentre sorride al cellulare, credo si stia scrivendo con Fermín. Io prendo il telefono dalla tasca e vedo l'orario: è l'una e ventidue. Mi lavo i denti e mi cambio. Non appena tocco il letto mi addormento profondamente.

Ciao ragaa! Credo che
la maggior parte di voi
stia dormendo, comunque
come al solito spero che
la storia vi stia piacendo e
nada ci vediamo al più presto
con il capitolo successivo 🫶🏻🫶🏻🫶🏻

Fratellastri o di più? ||LAMINE YAMAL||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora