1. Kalyel

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SECOLI DOPO L'INIZIO DELLA NUOVA ERA

La temperatura mite della primavera segnava la fine dell'inverno, la rinascita della natura e dei colori che presto avrebbero investito di nuovo il mondo degli Umani. Godevo di tutti questi cambiamenti dal grande balcone in marmo della mia stanza, nel palazzo dei Divini, nel Cosmo. Da qui, io e i miei fratelli e sorelle, osserviamo la vita degli umani, la guidiamo e la manovriamo a loro insaputa. I miei occhi, azzurri come due zaffiri, non hanno più la stessa luce di un tempo. Non mi sto concentrando su nulla di preciso, lascio semplicemente vagare lo sguardo, in preda ai pensieri.

Mio padre è da sempre convinto di operare nel giusto, "il bene comune", dice lui. Ma è ormai da tempo che mi chiedo se il nostro volere, fosse per il bene comune.
Come potevamo noi decidere per la vita di tutte le anime mortali? Dietro ogni scelta, ogni impulso, c'eravamo io e i miei fratelli. Il libero arbitrio? È loro lasciato ma potevamo comunque manovrare anche quello in condizioni particolari.

Dal principio della Nuova Era, essendo suo primogenito, affiancavo mio padre Seraphiel nell'assegnazione: ogni anima, prima di lasciare il Plasmo ed entrare sulla Terra nel corpo di un mortale al momento della sua nascita, veniva ispezionata da noi due. Avevano già una sorta di personalità, di luce. In base a questo veniva plasmata la loro personalità, quella che sarebbe stata la loro indole, la loro intera vita, persino la modalità e il momento della loro morte. Tutto deciso, tutto prestabilito. Destino, lo chiamano i mortali.

Mio padre più di ogni altra cosa  temeva il caos, il disordine. Avendo vissuto nella Vecchia Era, prima della nostra creazione, aveva osservato la vita senza regole degli umani senza sapere come agire: non avevano emozioni, ognuno di loro viveva come una copia dell'altro. Si riproducevano senza un criterio di scelta, esistevano il tempo concesso loro, per poi ammalarsi e morire.
Doveva intervenire. Per questo distrusse tutto, annientando ogni essere vivente e per prima cosa creò me: il primo dei Divini.
Con mio padre passammo decenni nella stesura della Legge. La Legge era un insieme di norme che le anime della Nuova Era avrebbero seguito: tutto ciò che contrastava con esse sarebbe stato eliminato.
Si creano le definizioni di Bene e Male, di Moralmente accettato o meno: tutto ciò che garantiva una sopravvivenza felice del prossimo e la prosperità della specie, la ricerca, l'avanzamento del benessere e della salute collettiva, sarebbe stato tutelato dagli Angeli. Al contrario tutto ciò che di oscuro comprendeva l'esistenza umana, sarebbe stata guidata dall'azione dei Demoni. Angeli e Demoni non provavano vere emozioni: erano Bene e Male puro. Il loro compito era quello di guidare ogni azione di queste anime nella loro vita terrena. Potevano farlo sotto forma di sogni, incubi, sussurri, voci nella testa. Potevano materializzarsi in forma di umano che guidava e consigliava le scelte altrui, influenzandone azioni e decisioni sia buone che cattive.
L'equilibrio, secondo Seraphiel, era essenziale: non poteva esistere la salute senza la malattia, la gioia senza il dolore, il Bene senza il Male. Per questo dovevano esistere Anime buone e altre malvagie.

A capo degli Angeli e dei Demoni c'erano i miei fratelli e sorelle minori, i Divini. Ad ognuno di essi venne affidato un compito preciso che avrebbe guidato e controllato, nel complesso, le azioni dell'umanità.

La secondogenita di Seraphiel, Seraphine fu la prima dopo di me ad essere creata. A lei fu affidato da nostro padre il compito più importante: Custode dei Destini. Supervisiona e guida i percorsi delle anime durante la loro vita sulla Terra in base a ciò che era stato stabilito per loro nel momento dell'assegnazione da me e mio padre. Angeli e Demoni rispondono principalmente a lei nelle loro azioni sulla Terra. Seraphine puó anche bilanciare il destino prestabilito con il libero arbitrio che veniva lasciato minimamente alle anime, correggendone infatti il tiro, se esso avesse discostato troppo da ciò che era stato scelto. É sempre stata dura e impassibile: nulla puó farle cambiare idea. Il suo carattere forte e la spiccata devozione nei confronti di nostro padre che non vuole deludere per nessuna ragione al mondo, la rende in tutto la figlia prediletta.

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