LA GRANDE GUERRA"Abbiamo pochi giorni a disposizione per l'addestramento. Gli attacchi potrebbero iniziare da un momento all'altro." Il generale che ci hanno affidato ha un'aria severa ma assume il tono visibilmente comprensivo e rassegnato di chi sa che, per quelli del mio gruppo, non c'è speranza.
Osservo Mark di fianco a me, il suo sguardo é vuoto, il pensiero altrove. Chissà se sta pensando a Margaret e alla sua bambina. Non sa quello che è accaduto e non é a conoscenza del mio incontro con la sua promessa sposa. Per lui sono solo un altro giovane mandato a morire.
Il generale ci mostra le posizioni per sparare e ci fa allenare utilizzando dei bersagli posti a diverse distanze. Riuscirei a centrare il bersaglio a occhi chiusi, per me è un gioco da ragazzi, ma non posso permettermi di svelare le mie abilità e farmi spostare in una squadra che non ha bisogno di addestramento per cui non prendo la mira e manco il centro.
Osservo Mark: non ha speranze.
Non devo farmi coinvolgere, il mio compito è quello di proteggerlo per esaudire la richiesta di Margaret. Farò ciò che posso che portarlo a casa sano e salvo e spero in tempo per la nascita della bambina.
Intanto i giorni passano veloci e io continuo ad osservare Mark nell'addestramento, a vegliare su di lui in disparte e in silenzio.E poi, quel momento arriva, la fine dei giochi, l'inizio di tutto. Abbiamo appena finito di cenare quando un missile si schianta all'inizio del campo base, provocando un'esplosione assordante. Polvere e grida e rumore si sollevano un istante dopo. Disordine, paura... caos. Uomini che trasportano uomini mutilati in grande fretta verso le tende attrezzate per le emergenze con i medici pronti a intervenire, per cercare di salvare il salvabile. Vedo in lontananza corpi senza vita riversi al suolo e negli sguardi dei meno esperti intorno a me solo terrore e sgomento. Pensi di essere pronto, di esserti preparato, ma non lo sarai mai davvero. Quando in gioco c'è la tua vita, e ogni respiro che stai esalando e ogni battito accelerato che avverti dentro di te potrebbe essere l'ultimo, il tempo sembra rallentare, e il rombo delle esplosioni si mescola al ritmo martellante del tuo cuore. Il terreno trema sotto i tuoi piedi e il fumo si mescola al sudore che ti brucia gli occhi, mentre ti chiedi se questo sarà il momento in cui tutto finirà. Il passato, il presente, il futuro... ciò che eri, che sei, che saresti potuto essere, si confondono in un'unica sensazione: un istante eterno di terrore e adrenalina, in cui la tua vita si gioca sul filo sottile della sorte, e ogni passo in avanti è una sfida al destino. Tutto sembra distorto e irreale, ma sai che non puoi fermarti, perché in quel caos disperato anche l'illusione di una via d'uscita è tutto ciò che ti resta.
In un primo istante un forte fischio nelle orecchie mi impedisce di avvertire il frastuono e il tumulto intorno a me: i suono mi giungono ovattati. È come se il mondo si fosse fermato. Riconosco alcuni dei volti dei corpi ammassati a terra, due ragazzi erano con me sul pullman per raggiungere questo luogo. Devo fare qualcosa, devo trovare Mark e assicurarmi che stia bene.
Lo cerco ovunque, corro per il campo in mezzo alla folla dei soldati con la mia stessa divisa finché non riesco ad individuarlo. É chinato su un compagno con la gamba mutilata che grida per il dolore mentre il suo viso è rigato da lacrime ricoperte dalla terra. Mi avvicino a lui, piegando un ginocchio per accovacciarmi cosicché possa essere alla sua stessa altezza.
"Mark, corri, dobbiamo allontanarci da qui, siamo troppo esposti." Grido per sovrastare le urla attorno a me. Non erano pronti a tutto questo. La maggior parte sono solo ragazzi il cui futuro é stato strappato. Mark oppone resistenza, vuole soccorrere il compagno cercando di bloccare l'emorragia. Strappa una manica della sua divisa e la lega stretta sopra la coscia del soldato, proprio sopra la parte della gamba mutilata.
"Andrà tutto bene, resisti, vedrai, ce la farai. Abbiamo bisogno di un medico!" Urla Mark al vento. Nessuno riesce a sentirlo, nessuno può curarsi di lui in quel momento. Mark stringe la mano al soldato, tornando a guardarlo negli occhi. Sa che per lui non ci sarà nulla da fare, il sangue intorno é troppo. Il compagno stringe la mano di rimando, ansimando velocemente.
"Andrew, canta con me. Ricordi quella canzone che da bambini cantavamo sempre?" Continua a fissare negli occhi il ragazzo steso accanto e mi é ora chiaro il motivo per cui tenta disperatamente di strapparlo alla morte: sono amici dall'infanzia.
"Mark... devi dire alla mia Lily che la mia vita ha iniziato ad avere un senso quando ho posato per la prima volta i miei occhi su di lei. Chiedile perdono per non essere riuscito a mantenere la promessa che le ho fatto prima di partire." Andrew continua a tenere saldamente la mano di Mark, e sembra che tutto ciò che accade intorno non intacchi la bolla che hanno costruito.
"Lo farò, te lo prometto." Le lacrime di Andrew sono le gemelle di quelle che colano lente sul volto di Mark.
Solo io posso vedere Aeliana arrivare. Mi rivolge uno sguardo delicato, per farmi capire che anche lei, come me, é provata da tutto il dolore che ci circonda. Si china lentamente vicino al corpo del ragazzo e gli posa delicatamente una mano sulla spalla. Andrew rivolge gli occhi al cielo e a quel respiro non ne fa seguire un altro.
Mark abbraccia l'amico e si lascia andare ad un pianto meno composto. Gli lascio qualche secondo posando la mia mano sulla sua spalla.
"Mark, dobbiamo andare, non possiamo più rimanere qui." Lui lascia andare l'amico e si rialza, ha poche forze, ma é come se quella bolla immaginaria di protezione che si era creata intorno a lui ed Andrew fosse scoppiata di colpo e la consapevolezza e il terrore lo avessero colpito in pieno. Mi guarda stranito, non gli avevo mai rivolto la parola prima di quel momento.
Riesco a trascinarlo via con me nell'esatto momento in cui una seconda esplosione risuona a una cinquantina di metri da noi. Gli porgo il mio elmetto ma le mani che tremano gli impediscono di riuscire a infilarlo, così lo aiuto e tengo saldamente il mio m-16. Lo porto con me dietro una trincea formata da sacchi di sabbia e gli intimo di rimanere abbassato e immobile. Riesco a vedere i nemici avvicinarsi al nostro campo. Dalla trincea dietro la quale siamo riparati, quelli più esperti dei nostri compagni riescono ad abbatterne diversi, lanciando granate e colpi di fucili d'assalto. Mi sollevo, rimanendo esposto il tempo necessario per aiutare la mia squadra. Sparo con precisione e sicurezza, riuscendo a ferire diversi soldati. Mi abbasso per ricaricare il fucile d'assalto e mi volto verso Mark, lui sta abbracciando la sua arma, con le gambe raccolte e gli occhi chiusi, trema e respira a fatica, come bloccato in un attacco di panico.
"Mark ho bisogno che tu ora sia lucido." Cerco di farlo riprendere e miracolosamente sembra funzionare: é come se di colpo si sia risvegliato da questo stato di trance, come se un pensiero lo abbia riportato al presente.
Smette di tremare, mi guarda e mi fa un cenno di assenso con il capo. Si alza dalla trincea insieme a me e iniziamo contemporaneamente a mirare altri soldati.
In guerra non si ragiona, si usa solo l'istinto di sopravvivenza. Il buon senso ti abbandona nel momento in cui sali sul pullman per partire verso il fronte, perché se lo portassi con te non avresti il coraggio di affrontare l'inferno che ti attende.La notte trascorre incredibilmente veloce. Abbiamo continuato ad abbattere militari fino a quando non ne sono più giunti altri, molti non avevano che l'età dei nostri stessi compagni. Persone comuni, che avresti incontrato magari in un viaggio, ora sono state condannate a morire in mezzo alla polvere e alla violenza, come pedine di un gioco senza regole. Anche il nostro fronte ha subito perdite inimmaginabili.
Penso con rabbia a Ravion e a mio Padre, a come si siano goduti lo spettacolo dal Palazzo del Cosmo. Penso a Aeliana, che per tutto il tempo ha raccolto anime regalando pace a quegli sguardi pieni di terrore.Le giornate successive continuano a ripetersi con lo stesso sottofondo di morti e terrore. Sono riuscito a tenere in vita Mark che, superato lo spavento iniziale, sembra partecipare con prontezza e coraggio alle missioni che ci vengono affidate. Tra tutti gli altri, abbiamo particolarmente legato con un giovane della stessa età di Mark, Carl Milligan, diventando l'uno l'ombra dell'altro. Per quanto riguarda il fidanzato di Margaret, non avevo previsto di affezionarmi, il mio compito non prevedeva stima o coinvolgimento, ma mi sento sempre più legato a lui, forse per la missione che Margaret mi ha affidato o forse perché siamo insieme in questo inferno dove si gioca ogni giorno a dadi con la morte.
Dopo il primo attacco ero convinto non avesse possibilità ma mi sono dovuto ricredere la sera in cui, mentre facevamo il turno di guardia fuori dal nostro accampamento, aveva confidato a me e Carl che la voglia di tornare a casa dalla sua Margaret e il desiderio di diventare padre e stringere tra le braccia la piccola bambina che stavano aspettando gli dava tutta la forza di cui aveva bisogno.
"Questo mi rende imbattibile." ci aveva rivelato. "Io ho qualcuno da cui tornare.".Dopo un'altra notte passata a vegliare sul campo, vedo sopraggiungere i colori dell'alba, segno che il nostro turno è giunto al termine. Mi allontano dai miei compagni per andare comunicare il cambio guardia quando una figura in lontananza, tra gli alberi del boschetto in fondo all'accampamento, cattura la mia attenzione. Mi dirigo verso quella figura cercando di non dare nell'occhio e passare inosservato.
"Laila. Cosa ci fai qui, é pericoloso e potrebbero vederti."
"Kal, in cosa ti sei cacciato. La tua forma terrena può essere ferita, ma dato che conservi tutt'ora la tua immortalità devi fare attenzione a non farti scoprire o tutti si chiederanno chi sei e ti supplicheranno per la loro salvezza."
"Laila, Ravion ha davvero esagerato, questa volta. Non ho mai assistito a tanta brutalità e mancanza di scrupoli. Più della metà dei soldati sono civili che non sanno nemmeno tenere in mano un fucile e aleggia nell'aria la possibilità di un coinvolgimento nel conflitto anche degli altri Stati. Devo impedire tutto questo prima che sia troppo tardi."
"Nè io nè te possiamo fare nulla, fratello mio, lo sai: purtroppo è ciò che è destinato ad essere dal giorno in cui te ne sei andato dal Cosmo. Mi addolora gravarti di un ulteriore peso, ma sono qui per darti una notizia. Ascepius mi ha informata sulla salute di Margaret."
"Continua.", chiedo apprensivo non appena sento il nome della ragazza."I dottori non riescono a risvegliarla dal coma indotto. Stanno morendo, Kal.".

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The Law of Destiny
RomanceIn un regno oltre il tempo e lo spazio, i Divini governano il destino degli esseri umani, prescrivendo il percorso di ogni anima che scende sulla Terra. Kal, primogenito di Seraphiel, il Padre dei Divini, si distingue per la sua empatia verso gli u...