Come ogni mattina, apro gli occhi un attimo prima di sentire suonare la sveglia. Prendo il telefono in mano dal comodino di fianco al letto e controllo le notifiche rimanendo accoccolata sotto le coperte. Ho un nuovo messaggio e una foto da un numero sconosciuto, ricevuti questa notte, ma a quell'ora stavo già dormendo da un po'."Ciao Emma, sono Ryan. Ti scrivo così puoi salvare anche tu il mio numero. Lo chiamano "studio matto e disperato", immagino!
Ps. Non ci sto capendo nulla, mi serve il tuo aiuto!"La foto inviata subito dopo al messaggio è un selfie sorridente di Ryan intendo a studiare sul libro di anatomia e, sì, non ci sono dubbi che sia davvero un bel ragazzo. Il classico tipo che potrebbe far girare la testa a tutte facilmente: capello riccio di una sfumatura castano chiaro, quasi bionda, sguardo magnetico e penetrante di un celeste che ricorda il colore dell'acqua cristallina, sorriso smagliante con una dentatura perfetta e bianca come il latte. Avevo già notato il piercing a lato della narice destra, un piccolo cerchio argentato che gli conferisce un'aria trasgressiva ma sbarazzina.
Salvo il suo numero come "Ryan Anatomia" e rispondo."Ciao Ryan, buongiorno! Scusami ma ieri dormivo già quando mi hai scritto!"
La sua risposta non tarda ad arrivare, sembra quasi aspettasse impaziente un mio messaggio.
"Tranquilla, lo avevo immaginato. Ci vediamo più tardi in Università allora! Tienimi un posto vicino a te, a dopo!"
Sorrido per la sua risposta e ripongo il telefono sul comodino, mi stiracchio e tiro giù il caldo piumone bianco che mi avvolge per scendere dal letto. Infilo la vestaglia per dirigermi in bagno e mi stupisce non sentire, come ogni mattina, il profumo del caffè provenire dalla cucina al piano di sotto. Dopo essermi lavata i denti scendo le scale per andare a fare colazione, ma stranamente nonna non mi aspetta qui come al solito. Strano, magari é uscita prima per andare in ospedale da Alex e parlare con i dottori, oppure doveva iniziare prima a lavoro. Trovo però insolito che non mi abbia lasciato nemmeno un biglietto per farmi sapere dove sia andata, di solito lo fa sempre.
Preparo un caffè e mangio una fetta di torta avanzata da ieri sera, devo darmi una mossa o Noah e Abeline saranno qui prima che io sia pronta per uscire. Salgo in fretta le scale ed entro in camera mia per recuperare il telefono dal comodino e provare a chiamare la nonna, così da assicurarmi che stia bene. Ieri sera le sue parole mi hanno lasciata in pensiero, ho dato la colpa alla stanchezza, ma preferisco accertarmi che sia tutto ok. Esco dalla camera per tornare di nuovo in bagno per prepararmi, cercando dalla rubrica il suo numero e facendo partire la chiamata.
Sento la suoneria del suo cellulare provenire dalla sua camera da letto. Ha dimenticato sicuramente il telefono a casa, è già capitato altre volte. Chiederò ad Noah di fare una veloce tappa al supermarket, così da poterglielo riportare. Vado quindi in camera sua per recuperarlo, ma il buio che mi circonda mi mette in allerta. Non ha alzato le tapparelle, questa mattina?.
"Nonna, stai ancora dormendo?" Chiedo piano per non spaventarla. "Farai tardi a lavoro, devo avvisare che questa mattina non vai?".
Nessuna risposta.
Mi avvicino alla finestra per tirare su la saracinesca quel tanto che basta per fare entrare un po' di luce nella stanza, rischiarandola. Quando mi volto verso il letto vedo nonna dormire serenamente, ha un'espressione talmente rilassata da sembrare immersa in un sonno dolce e profondo. Anche se in un primo momento penso stia solo riposando più del solito, avverto che qualcosa non va. Non é da lei e la stanza é troppo silenziosa. Mi avvicino lentamente.
"Nonna...?" Provo a ripetere piano. Istintivamente abbasso lo sguardo sul suo petto, pensando subito al peggio. Non si alza e abbassa come dovrebbe.
Punto lo sguardo osservandolo attentamente per catturarne anche solo il più piccolo cenno di movimento, e sento improvvisamente il cuore in gola: non accade nulla. La sfioro con la punta delle dita, con un tocco delicato. La sua pelle é terribilmente fredda.
Sento tutto intorno a me fermarsi con lei. La realtà mi colpisce forte, come uno schiaffo in pieno viso: nonna non sta semplicemente dormendo più del solito.
Nonna non si sveglierà più.
"Nonna, nonna, mi senti? Nonna ti prego, mi senti? Nonna!"
No...no, no, no, no.Sento le gambe cedere, rese pesanti dal macigno che avverto pesante nel petto. Cado in ginocchio, priva di forze e resto lì, accanto al suo letto, incapace di muovermi. La disperazione cala su di me come un mantello pesante, troppo gravoso per le mie spalle già fin troppo provate dalle perdite e dalla sofferenza. Lo sento stringere addosso, serrarmi la gola. Sento il mio respiro farsi accelerato, affannoso, sconnesso.
Non anche lei. Non può essere vero.Non.
Può.
Essere.
Vero.Le lacrime mi rigano il volto, scivolando calde e copiose sulle guance. Tutto intorno sembra stringersi su di me. Mi sento annegare, sprofondare in un abisso dove per quanto ci provi disperatamente non riesco a toccare il fondo. Mi manca l'aria.
Respiro ma i miei polmoni non riescono a riempirsi.
Stringo la mia testa tra le mani, le ginocchia al petto. Il panico continua a trascinarmi sempre più in basso, a portarmi sempre piú giú, in una spirale di dolore senza via d'uscita.
Non riesco a muovermi.
Non riesco a respirare.Passano quelle che mi sembrano ore quando all'improvviso, in mezzo al caos, sento finalmente qualcosa.
Una presenza leggera, impercettibile, quasi come un soffio di vento. Quell'aria di cui ho disperatamente bisogno e di cui sono affamata. Mi sento sfiorare la spalla, e il contatto é così lieve, delicato, dolce, che penso sia solo frutto della mia immaginazione.
Il respiro torna lentamente a farsi più calmo e regolare, mentre le lacrime continuano a bagnarmi le mani e le guance.
Sento intorno a me una presenza gentile, un alone luminoso che solleva cautamente quel mantello invisibile dalle mie spalle, e mi fa sentire circondata dal calore, dalla calma.
Avverto il battito del mio cuore rallentare, e la stanza intorno a me non sembra più stringere contro come prima. È come se nonna Margaret fosse qui, per calmarmi, per ricordarmi le parole pronunciate ieri sera quando l'ho accompagnata a letto.
Tolgo le mani dal viso, riapro lentamente gli occhi. Cerco di trovare le forze per rialzarmi lentamente da terra e guardo la nonna riposare serena accanto a me, con una improvvisa sensazione di pace che non riesco a spiegarmi.
La sento inspiegabilmente vicina, come se sia rimasta ancora qui, ancora per un po', per prendersi cura di me un'ultima volta.
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The Law of Destiny
RomanceIn un regno oltre il tempo e lo spazio, i Divini governano il destino degli esseri umani, prescrivendo il percorso di ogni anima che scende sulla Terra. Kal, primogenito di Seraphiel, il Padre dei Divini, si distingue per la sua empatia verso gli u...