3 GIORNI DOPO L'ESILIOMargaret lungo il tragitto mi ha confidato di essere in attesa di una bambina. L'ho riaccompagnata a casa assicurandomi che stesse bene e seppur, ancora molto scossa, mi ha salutato ringraziandomi per l'aiuto. Mark ha lasciato la città per recarsi al fonte e la sua preoccupazione destata dall'inesperienza con le armi del fidanzato non la farà stare tranquilla. Teme non farà ritorno, e che, oltre al dolore della perdita dell'amato, dovrà crescere la figlia da sola.
Sono sulla strada di ritorno quando un vociare confuso mi fa volgere lo sguardo verso un vicolo buio e deserto. Seduto per terra e con le mani che rovistano nella borsa di Margaret vedo lo stesso individuo che poco prima aveva derubato la ragazza. Conta i soldi trovati al suo interno, posa la borsa di lato e dalla tasca dei suoi pantaloni logori tira fuori una bustina con della polvere bianca, un laccio emostatico e una siringa. Vedo sciogliere il contenuto di quella polvere su un cucchiaio di metallo con l'aiuto di un accendino. É un drogato, capisco subito. Posso scorgere alle sue spalle un'ombra dagli occhi rossi. Devo aver mantenuto anche in questa forma la mia abilità di vedere i demoni e gli angeli, invisibili invece agli occhi degli umani. Il demone gli sta sussurrando qualcosa all'orecchio e l'uomo, con foga, inserisce il liquido all'interno della siringa. Lo starà sicuramente instigando al bisogno di quella sostanza. Sento una grande..rabbia crescere dentro di me. É una sensazione nuova per me: le mie mani sudano e prudono dalla voglia di prendere a schiaffi quello scarto della società. Prima che possa legare il laccio intorno al braccio, mi avvicino a grandi passi a lui. Il demone scompare e i suoi occhi si posano sui miei.
"Che c'é? Ne vuoi un po'?!" Chiede con quell'aria sporca e di scherno trattenendo una risatina. Non capisco più niente. Lo afferro sollevandolo da terra con facilità e lo sbatto contro la parete ruvida e fredda del vicolo. La sua testa sbatte fragorosamente contro il muro e inizia a tossire sbarrando gli occhi. Sposto lo sguardo sulla vetrina scura adiacente al muro, perché noto qualcosa di nuovo nel mio riflesso: i miei occhi sono rossi come due rubini infuocati. Non gli lascio il tempo di realizzare cosa sta accadendo o di parlare: gli sferro un pungo fortissimo alla bocca dello stomaco, lasciandolo poi cadere per terra. Si rannicchia lamentandosi per il dolore, inizio a prenderlo a calci, uno dopo l'altro. Sono acciecato dalla rabbia anche quando lo giro a faccia in su per sferrargli uno dopo l'altro, altri pugni sul volto. La sua faccia é irriconoscibile. Solo quando vedo sangue ovunque, su di lui e sulle mie mani, mi fermo. Non respira piú. Mi sollevo e recupero la borsa di Margaret, controllo che sia i contanti che la sua collana siano contenuti all'interno. Prendo la collanina tra le mani e la osservo: una semplice e fine catena argento con una perla bianca opalescente. La ripongo nella borsa e mi allontano dall'uomo, guardandolo. Forse dovrei, ma non provo risentimento per ciò che ho fatto. La violenza é una di quelle nuove emozioni con cui mi trovo da poche ore a dover fare i conti e di cui mio padre mi aveva avvisato. Mi da una strana sensazione di potere. Una luce abbagliate mi obbliga a portare una mano sanguinante vicino agli occhi. Mia sorella Aeliana compare di fronte a me, si china vicino all'uomo e ne raccoglie l'anima. Prima di scomparire mi rivolge uno sguardo mesto che cerca di nascondere la preoccupazione, se ne va senza rivolgermi la parola. Di nuovo il buio. Mi allontano dal corpo dell'uomo, intorno a noi non c'é nessuno: non sono stato visto. Torno nel mio appartamento, poso la borsetta di Margaret sul tavolo della cucina affianco alla busta di Laila, tiro fuori la sua lettera e inserisco la busta con piú della metà dei contanti nella borsa.Mi dirigo in bagno, apro il getto dell'acqua della grande doccia e lavo le mani dal sangue dell'uomo. Mi tolgo i vestiti guardandomi nello specchio sul lavandino: il mio fisico muscoloso e ben definito della mia forma da Divino é per fortuna rimasto. Sto per entrare nella doccia quando avverto un forte bruciore sul piede sinistro: sul collo del piede, delle linee nere iniziano a formarsi, creando un ghirigoro e un intreccio di linee simile a dei rami fino alla caviglia. Il bruciore cessa quando non ne compaiono di nuove. Provo a cancellare i segni sotto il getto dell'acqua ma sono impresse sulla mia pelle e non vengono via. Stremato dalle ultime ore, decido pensare alla questione più avanti, lascio scorrere l'acqua tiepida sul mio corpo e, una volta finito, mi asciugo velocemente lasciando i capelli bagnati e mi reco in camera. Nella cassettiera di fronte al letto trovo diversi calzini e boxer neri, ne infilo un paio e, per curiosità, apro l'armadio di fianco al letto: all'interno ci sono diversi indumenti di quella che sembra essere la mia taglia. Sicuramente Laila ha pensato anche a questo, penso infilandomi sotto le lenzuola bianche di cotone prima di chiudere gli occhi e sprofondare in un sonno privo di sogni.

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The Law of Destiny
RomanceIn un regno oltre il tempo e lo spazio, i Divini governano il destino degli esseri umani, prescrivendo il percorso di ogni anima che scende sulla Terra. Kal, primogenito di Seraphiel, il Padre dei Divini, si distingue per la sua empatia verso gli u...